
A San Pietro Clarenza, la Passione di Cristo non è soltanto una rievocazione sacra, ma un’esperienza che attraversa la vita delle persone. Succede il Venerdì Santo, quando le strade del paese si trasformano in un palcoscenico di fede vissuta, e i volti della comunità diventano quelli del Vangelo. Quest’anno, la Via Crucis vivente si ispira al racconto secondo Luca, scelto non solo come filo conduttore narrativo, ma come invito a lasciarsi “agire dalla Parola”, come sottolinea il parroco don Salvatore Lo Cascio. La novità più forte, infatti, non è tanto nel percorso — che attraversa il centro storico fino al “Calvario” in via Roma — ma nel coinvolgimento profondo dei protagonisti: non più semplici figuranti in silenzio, ma interpreti che hanno fatto propria la Parola di Dio.“Non siamo qui per ‘fare’ qualcosa – dice don Salvatore – ma per ‘essere’ qualcosa. Questa è una differenza che cambia tutto. Chi legge e medita il Vangelo, lo assimila. E allora non recita: testimonia.” L’ultima cena, rappresentata all’interno del caseggiato Mannino, proseguirà lungo un percorso che unisce memoria e meditazione, tradizione e rinnovamento. Ogni stazione sarà introdotta da una lettura del Vangelo, seguita da una riflessione e da una rappresentazione che scaturisce da un ascolto autentico. A interpretare Gesù sarà Marco Privitera, che aveva 17 anni quando indossò per la prima volta la tunica bianca. Oggi ne ha 49, ma la forza simbolica di quel ruolo è rimasta intatta. “Allora mi chiesi se non fossi troppo giovane. Oggi mi domando se non sono troppo vecchio. Ma la risposta dei parroci è la stessa: sei la persona giusta. Gesù era un uomo buono, e per me è un onore portarlo in mezzo alla gente.”La storia della Via Crucis vivente a San Pietro Clarenza affonda le radici negli anni ’90, grazie all’iniziativa della famiglia Raiti.
Dopo un’interruzione durata quasi vent’anni, è stata ripresa nel 2023, ritrovando non solo i “vecchi ragazzi” di un tempo, ma anche le nuove generazioni. Un passaggio che è simbolo, ancora una volta, di una fede che non si tramanda per imposizione, ma per passione. Il gruppo conta oggi oltre sessanta partecipanti, tra attori, tecnici e collaboratori. Alcuni vengono anche dai paesi vicini. Tra le figure coinvolte, anche il presidente del Consiglio comunale, Concetto Poma, a dimostrazione di un’adesione che va oltre la sfera strettamente religiosa.E mentre la comunità sogna il riconoscimento della Via Crucis come manifestazione d’interesse regionale, resta al centro la dimensione intima e corale dell’evento: non spettacolo, ma spiritualità condivisa.“Siamo chiamati a essere vasi di creta – conclude don Salvatore – plasmati dalla Parola, non agitati dal mondo. È nelle cose semplici che si nasconde l’autenticità. E noi, come diceva il Beato Carlo Acutis, siamo nati originali. Non lasciamoci trasformare in fotocopie. ”Anche quest’anno, a San Pietro Clarenza, la Passione si fa voce. E cammina accanto a chi sceglie di credere.