Il sito curato dall’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali si propone di portare a conoscenza degli utenti digitali notizie dell’Arcidiocesi di Catania, affrontando diversi argomenti di attualità, vita della Chiesa, cultura, opinioni, solidarietà, attività ricreative ed altro.
Sulla scena della comunicazione globale nuove “Prospettive”
L’espressione citata dall’evangelista Marco “…Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4, 4) mette in evidenzacheil bisogno di comunicare è sintomatico dell’aspirazione umana ad una vita resa più ricca dalla cooperazione con gli altri.
L’uomo moderno è l’uomo della comunicazione, immerso in un mondo di comunicazioni, divenuto, grazie ai mass media, un villaggio globale.
È un uomo che si trova a vivere in un incessante flusso di messaggi che interessano e strutturano il suo universo, e che contemporaneamente è generatore e formatore di questo universo comunicativo, in quanto la comunicazione avviene non solo attraverso una realtà esterna tecnica, ma attraverso la globalità dell’uomo stesso, attraverso la sua presenza e il suo agire.
In questo contesto ogni essere ad immagine e somiglianza di Dio scopre di avere pieno significato solo quando entra in relazione con gli altri uomini, con la sua comunità, quando cioè mette in atto le sue potenzialità comunicative.
Il mondo che ci circonda, pertanto, può essere letto come un immenso libro, nel quale ogni parte dell’ambiente intorno a noi rappresenta un paragrafo di una grande opera scritta da Dio. La creazione consiste nel potente gesto di scrittura del Creatore. Il compito dell’uomo è il difficile lavoro di lettura e interpretazione dei segni che compongono la creazione.
Secondo questa suggestiva visione tutto è comunicazione: ogni cosa ha un significato, è espressione di un contenuto, possiede un senso che rimanda ad altro. Il mondo racconta se stesso e la sua origine.
Il termine comunicazione deriva dal latino commune facere o agere, che rivela la tensione del mettere in comune, insita in ogni atto comunicativo. Per questo, la solitudine, l’assenza di relazione e di dialogo, è anzitutto la perdita di senso della propria esistenza.
All’uomo è, dunque, consegnato il compito di proseguire la strada inaugurata dal Creatore, ossia di sviluppare la propria esistenza all’interno di un orizzonte di relazione e di comunicazione.
La missione della Chiesa diviene, così, sempre più universale e può meglio rispondere al mandato originario di portare a tutti la Parola di Gesù fino agli estremi confini della terra abitando tutti gli spazi vitali creati dalla crescente potenza dei mezzi di comunicazione.
Oggi essere è comunicare: solo ciò che è in grado di trasmettere il suo messaggio, di far sentire la sua voce sul mercato delle idee e delle persone, sembra esistere davvero.
E non stupisce, allora, che sia ormai diffusamente accettata la definizione di società della comunicazione per indicare la multiforme civiltà contemporanea.
Nel contesto culturale odierno, contrassegnato da un’eclissi del sacro e dalla sempre più crescente demoralizzazione dell’uomo, ci si deve porre, quindi, il problema della ricostruzione di un’etica per le nuove generazioni, che non può prescindere dalla novità della globalizzazione culturale in atto. Secondo alcune indagini, infatti, gli adolescenti e i giovani di tutto il mondo sono sempre più uguali: hanno gli stessi gusti e condividono opinioni, obiettivi e valori, modellati dalla musica, dai films, dalla televisione e, in misura crescente, dalle reti telematiche.
La globalizzazione della cultura giovanile è un fenomeno che si sta imponendo rapidamente ed esige, quindi, una riconsiderazione significativa degli orientamenti formativi di tutte le agenzie educative.
Soprattutto, la pratica ecclesiale della comunicazione dovrebbe essere esemplare, rispecchiando i più alti modelli di veridicità, affidabilità, sensibilità ai diritti umani e altri principi e norme rilevanti. Oltre a ciò, i mezzi di comunicazione sociale propri della Chiesa dovrebbero impegnarsi a comunicare la pienezza della verità sul significato della vita umana e della storia, in particolare così com’è contenuto nella Parola rivelata di Dio ed espresso dall’insegnamento del Magistero.
Nella cultura mediatica, ancor più con l’uso di Internet, l’essere umano realizza ai nostri giorni una comunicazione dove tempo e spazio si riducono al punto di quasi coincidenza, creando una situazione che esige dal punto di vista pastorale un’adeguata proposta per realizzare un intervento destinato a consentire ad ogni uomo il conseguimento del piano salvifico, obbiettivo del progetto di evangelizzazione di questo terzo millennio, basato sull’incontro con il Dio della creazione, con il Cristo dell’incarnazione e con la Chiesa dello Spirito Santo.
Nell’attività evangelizzatrice della Chiesa, e quindi nella comunione e comunicazione che la caratterizza, va attentamente considerato il ruolo della dimensione della fede che deve essere testimoniata e vissuta, e che nasce da un’esperienza non tendente ad aumentare conoscenze nozionistiche su Dio, ma a dare ragione di essa, in una dimensione di crescita fatta di comunione, condivisione e solidarietà, e soprattutto del concreto manifestarsi di una conversione di vita, di un cambiamento integrale della persona e del suo essere per Dio e per gli altri.
Una fede capace di far uscire l’uomo dal suo isolamento e di accogliere Dio, che di per sé è mistero sul quale non si potrà mai esaustivamente parlare.
Dio è amore, chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
Questa è la verità del progetto di Dio che sta alla radice dell’autentica comunicazione umana. Vivere nella verità significa seguire il progetto salvifico di Dio ed impostare la pratica della dignità umana come valore teologico.
La comunicazione è quindi dialogo, e il dialogo si compie tra persone definite riconoscendo che la Grazia è la comunicazione della vita divina.
La Chiesa di Catania con il suo periodico cattolico Prospettive riprende il suo impegno ad evangelizzare e rievangelizzare quanti vivono lontano da lei, ignorando il suo ruolo di salvezza, proponendo ad una platea di persone di buona volontà, quanto più ampia possibile, un prodotto editoriale online che contribuisca a fronteggiare due possibili malattie alle quali può condurre l’attuale sistema comunicativo: anestetizzare la coscienza o farsi prendere dalla disperazione.
Effetti, questi ultimi, possibili quando la comunicazione viene enfatizzata e spettacolarizzata, diventando talvolta vera e propria strategia di costruzione di pericoli vicini e paure incombenti.
Papa Francesco nel messaggio per la 51ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali auspica per il prossimo futuro dei media di non ignorare il dramma del male, ma, altresì, di non spettacolarizzarlo, sottolineando l’importanza di narrare la contemporaneità in uno spirito ottimista.
Il Santo Padre asserisce con fermezza: “Bisogna arginare la spirale della paura”, auspicando un’informazione che dia spazio alle buone notizie, con uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo da protagonista.
Uno stile incarnato dal settimanale diocesano che partecipa alla vita della Chiesa, ne racconta la storia e la cultura, della quale diventa lo specchio essendo estremamente vicino a quest’universo. Le notizie veicolate dai suoi articoli non forzano mai il tono, creando così un sentimento di complicità con i suoi lettori cattolici. Raramente fa ricorso ad un giornalismo d’intervento, quello cioè delle inchieste e dei dibattiti. Protendendo, invece, per un’etica del dialogo, che racconta agli uni come vivono e pensano gli altri e viceversa.
Per le motivazione esposte nell’edizione del 25 dicembre scorso Prospettive sarà diffuso online, considerando soprattutto l’aumentata diffusione di internet che offre la possibilità di modificare, trasferire e correggere i testi anche nel momento stesso in cui essi vengono pubblicati o ricevuti, portando anche ad un notevole incremento nella capacità e nella rapidità della trasmissione delle notizie, reperibili ovunque il lettore si trovi.
A Prospettive, nella sua nuova veste, si augura che la caratterizzazione cristiana possa fornire – come in ogni altro campo della comunicazione – un arricchimento decisivo, nel senso della sollecitazione a cogliere la pienezza dell’umano o quel tanto di umano rinvenibile in ogni persona.
Giuseppe Longo