È stata presentata questa mattina nel Salone dei Vescovi dell’Arcivescovado l’iniziativa sociale “Casa di accoglienza Rosario Livatino”, promossa dalla Fondazione Francesco Ventorino e sostenuta dall’impegno fattivo dell’Arcidiocesi di Catania.
Alla presentazione, oltre all’ Arcivescovo S.E. Mons. Salvatore Gristina, presenti il Dott. Sebastiano Ardita, Componente del Consiglio Superiore della Magistratura; Dott. Alfio Pennisi, Fondazione Francesco Ventorino; Dott. Carmelo Gesualdo Giongrandi, Presidente di Tribunale di Sorveglianza di Catania; Dott.ssa Elisabetta Zito, Direttore della Casa Circondariale di Piazza Lanza – Catania; on. Antonio Scavone assessore alla Famiglia e al Lavoro della Regione Siciliana.
«Come Diocesi abbiamo messo volentieri a disposizione della “Fondazione Venturino” questo immobile. -ha affermato l’Arcivescovo Salvatore Gristina – È bello poter sottolineare che si riceve, si condivide e si mette a disposizione. Mi pare che oggi sia una giornata particolarmente significativa, che sottolinea un impegno di cooperazione. Quando ci mettiamo insieme per il bene comune i risultati sono particolarmente significativi. Non abbiamo una bacchetta magica, ci sono molti problemi, ma insieme possiamo trovare la strada migliore per superarli, fortunatamente siamo in tanti a collaborare».
La Casa di accoglienza Rosario Livatino intende offrire una soluzione abitativa a detenuti fruitori di misure alternative alla carcerazione e a neo-dimessi, ovvero ex detenuti che hanno estinto la pena, nella prospettiva di favorire il recupero e il reinserimento sociale di chi sta scontando una pena o l’ha già estinta e si trova senza fissa dimora.
L’iniziativa si colloca all’interno di una presenza nella Casa Circondariale di Piazza Lanza, a partire dal 2009, di un cospicuo gruppo di volontari, formalmente costituitisi, dal 2020 come espressione della Fondazione Francesco Ventorino. Tale impegno presenta oggi forme molto articolate: diversi laboratori (teatrale, artigianale, di lettura, di cucina, di taglio e cucito) un cineforum e la realizzazione di numerosissimi colloqui individuali, cui è
intimamente connessa, oltre che la fornitura di sostegno morale e materiale, anche una continua attività di supporto nelle relazioni con le famiglie, con gli avvocati, con enti esterni.
«Desidero ringraziare sua eccellenza che dell’iniziativa odierna è protagonista – ha poi aggiunto Alfio Pennisi della Fondazione Francesco Ventorino – Questo progetto parte da una lunga osservazione e presenza della nostra associazione all’interno del carcere di “Piazza Lanza”. Questo ci ha fatto capire l’importanza di questo progetto. Il nostro Arcivescovo ha costantemente espresso nel suo operato una particolare attenzione alle lacerazioni del tessuto umano e sociale catanese. Grazie al suo impegno è stata individuata questa struttura ben attrezzata nel territorio di Motta Santa Anastasia».
Tale attività, tuttavia, assai difficilmente sarebbe riuscita nell’intento di realizzare un’opera quale la Casa di accoglienza se essa non fosse stata soccorsa dalla sensibile ed illuminata generosità e dal fattivo impegno della Chiesa catanese e del suo Presule che ha individuato una struttura tra i beni nelle disponibilità della Curia e l’ha messa a disposizione dell’attività già descritta.
La Casa di accoglienza intende offrire i seguenti servizi, programmati e realizzati da personale qualificato: alloggio e vitto, interventi di sostegno e sviluppo delle capacità di autonomia e autogestione, accompagnamento ai servizi territoriali (sociali, sanitari e del lavoro), attività ricreative, mediazione culturale, orientamento e informazione legale, formazione e/o riqualificazione professionale, sostegno psicologico.
All’interno di un approccio integrale, integrato e multidisciplinare alla persona dell’ospite della Casa, il servizio offerto dalla Casa si svolgerà in sinergia con tutte le risorse ed Enti – istituzionali e non – che il territorio mette a disposizione a favore dei soggetti più svantaggiati.
In una società spesso caratterizzata da quella che Papa Francesco ha definito “la cultura dello scarto”, i carcerati – e con essi le loro famiglie – sono tra gli scarti più negletti. La Fondazione Francesco Ventorino e la Chiesa catanese, realizzando la Casa di accoglienza Rosario Livatino, intendono affermare invece l’insopprimibile dignità di ogni uomo e donna ponendo dunque un segno di novità e speranza per la società intera.