di Don Antonino De Maria
Nella lettera agli Efesini san Paolo, parlando ad una comunità mista, di Ebrei e non Ebrei, ricorda loro come in Cristo si sono riconciliati, diventando un solo popolo, per il sangue di Cristo. Un popolo che si riconosce nella misericordia di Colui che ha dato la vita ad ogni Adamo, senza distinzione di genere, cultura, appartenenza religiosa. Nessuno perciò, in Cristo, può definirsi straniero: e questo ancor prima del riconoscimento nella fede di Cristo stesso come il Signore della vita. La fede ha messo insieme ciò che prima era diviso, ha reso fratelli quelli che prima si guardavano almeno con sospetto, quando addirittura con odio. Tutti “concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef. 2, 19).
Nei secoli questo popolo ha continuato a crescere, a lasciarsi generare dalla Pasqua di Cristo, dal suo passaggio nella storia degli uomini, fondandosi non sulle idee di qualcuno ma sul “fondamento degli Apostoli e dei profeti”, sulla pietra angolare, quella che regge tutto che è Cristo stesso, che rende vive le pietre di questo edificio con il dono dello Spirito.
Mi ritornano in mente queste parole di Paolo alla fine della predicazione per la festa di san Mauro e nella movimentata attesa per quella di sant’Agata.
Perché è qui la ragione profonda che ci lega ai santi e, in particolar modo, ai nostri santi patroni. Questo legame, questa comunione tra noi e coloro che ci hanno preceduto nella fede non viene scalfita dalle circostanze attuali che ci impediscono di far festa insieme a loro. E i cristiani sanno quanto è importante la festa: non è un accessorio ma la manifestazione di una gioia e di una gratitudine che sorgono dal mistero pasquale, dalla certezza che Cristo è vivo e intercede per noi, insieme a questa mirabile e numerosa progenie, frutto della grazia, alla quale apparteniamo, per la stessa grazia, come se abitassimo nella stessa città, concittadini, ma, ancor di più familiari, perché generati dallo stesso Padre.
Se per Cristo stesso, coloro che ascoltano la Parola di Dio sono fratello, sorella, madre, anche per noi questi santi nei quali si riflette la luce di Dio e la gloria dello Spirito, sono la madre, la sorella, il fratello: essi ci indicano cosa ci accomuna, perché ci indicano il fondamento, la radice di tutto: Cristo. Come dice la Lettera agli Ebrei, il Figlio, impronta della sostanza del Padre, si è fatto uomo, per essere fratello e condividere tutto, fino al punto da offrire se stesso, sacerdote e vittima, per i suoi fratelli, per radunarli nel Dio della Vita.
Per questo le nostre feste che raccolgono città e paesi interi non smettono di celebrare la gioia di questa familiarità e ne trasmettono le ragioni alle generazioni successive, in forme sempre nuove, con gesti sempre più veri e personali.
Popolo di Agata se oggi ti è impedito di portare in mezzo alle tue case il corpo benedetto custodito nel busto reliquiario e negli altri reliquiari, vivi in modo familiare questo tempo di memoria e di festa: raduna la tua famiglia, i figli intorno alla Croce e all’immagine che ci ricorda lei, accendendo un lumino, segno della Luce che è Cristo e risplende nei santi. Leggi il Vangelo della vita e narra ai tuoi figli la storia di questa ragazza che è vissuta per Cristo; di questa parente che tutto il mondo ama. Invita i tuoi figli a pregare il Padre nostro e a mettere davanti al cuore di Cristo e di lei, che intercedono per noi, i bisogni del momento, la sofferenza, i desideri più importanti, come si fa con i membri eminenti della famiglia. Si può concludere con la preghiera a Sant’Agata che si trova in tante immaginette. Porta i tuoi figli alla messa di quel giorno 5 febbraio per lodare insieme il Signore, nella tua parrocchia o in qualunque Chiesa, perché in quel giorno in tutta la diocesi si celebra lo stesso ricordo.
In un antico testo contemporaneo dei Vangeli troviamo scritto: “Cercate ogni giorno il Volto dei Santi, e trovate riposo nei loro discorsi” (Didachè 4, 2). La stessa frase la ritroviamo nella liturgia delle ore in una antifona: Contemplerò ogni giorno il volto dei Santi, per trovare riposo nei loro discorsi. Ogni giorno i Santi ci indicano la Via, soprattutto quando il cammino si fa pesante, perché Cristo è il nostro riposo, la nostra pace, la luce che ci impedisce di cadere nelle tenebre che oscurano la vita. In questo tempo difficile le nostre lacrime e le nostre preoccupazioni affidiamole a Lei che sta di fronte al Signore della Vita, Lei che splende in Paradiso.
Cittadini della martire Agata: così si è rivolto a noi san Giovanni Paolo II venendoci a trovare e così gridiamo gli uni agli altri: Cittadini, viva sant’Agata.