di Daniela Cocina
A seguito del terremoto del 6 ottobre 2018, grazie a un cospicuo contributo della CEI, la Chiesa di San Pietro di Adrano è stata oggetto di una serie di interventi per la messa in sicurezza che, con tutta probabilità, si protrarranno fino alla fine dell’anno. Insieme al contributo, è stato fondamentale anche l’aiuto dei fedeli, che grazie all’appello lanciato via social dalla Parrocchia e grazie al sostegno di “Prospettive”, hanno risposto molto bene in termine di offerte. Il campanile seicentesco è quasi ultimato, rimane da completare il tetto e la navata centrale, dove è stata riscontrata la presenza di materiale di risulta nella volta che rendeva fragile la struttura.
Le attività parrocchiali si svolgono nella chiesa del SS. Salvatore, una delle più antiche della città: la sua origine si attesta intorno al 1300, come riportato nel rendiconto della collettoria pontificia. Dal punto di vista architettonico essa presenta degli elementi degni di nota: pensiamo al pregevole campanile che la sovrasta, eretto nel ‘500 e alla cupola su tamburo ottagonale aggiunta intorno alla metà del ‘700. Fino al XVII secolo la chiesa del SS. Salvatore fu sede di una Confraternita, nel ‘700 circa la struttura venne riservata ai Gesuiti, successivamente appartenne al “Collegio di Maria” e alle suore “Corradine” che mantenevano la chiesa con il lavoro delle orfanelle ospitate dal Convento.
Trascorso un anno da quando Don Pietro Strano è stato nominato Parroco di “San Pietro” e Vicario foraneo di Adrano. Lo abbiamo sentito per tracciare un bilancio di questo suo primo anno di attività.
«Sicuramente questo inizio è stato impegnativo – spiega Padre Strano – in particolare per l’emergenza sanitaria di covid-19. Ho avviato fin da subito un percorso di rinnovamento grazie alla risposta positiva dei fedeli. Mi sono trovato dinanzi ad una realtà consolidata a livello pastorale ma che necessitava di nuovi stimoli. A livello parrocchiale è stato rinnovato il Consiglio pastorale, inoltre, abbiamo cercato di realizzare un modello di evangelizzazione missionaria che potrà servire da esempio per altre realtà parrocchiali. Fattiva è stata la collaborazione con Padre Nino Portale, che è vice-parroco e rettore dell’oratorio del Rosario. La pastorale che abbiamo cercato di ricreare si basa su un’idea di evangelizzazione a 360°: all’interno della Parrocchia operano la legione di Maria, il gruppo Caritas e il gruppo famiglie; accanto ad essi troviamo i centri di ascolto, che svolgono un ruolo importante di formazione per la preghiera. Abbiamo accolto con gioia le Comunità Neocatecumenali che nel loro itinerario di formazione riscoprono il proprio battesimo per vivere una fede adulta a servizio della nuova evangelizzazione».
«Abbiamo ritenuto doveroso procedere al restauro – prosegue Don Pietro – della statua di Gesù risorto che gli adraniti comunemente chiamano “U Salvaturi”. La statua in legno di Cristo risalente al 1600, viene portata in processione per le vie della città la Domenica di Pasqua. A causa di evidenti danni strutturali e di colorazione è stato necessario un lavoro corposo: la scultura presentava delle crepe sul piede destro, che risalivano fino al polpaccio e al ginocchio, pertanto è stato necessario rafforzare la struttura del piede con delle placche di ferro. Significativi anche gli interventi di manutenzione al ginocchio sinistro».
Grazie a questo restyling è stato possibile riportare la statua all’antico splendore, restituendo i colori originali immaginati dall’autore, che risultano essere più delicati di quelli ottenuti dal precedente restauro. E’ possibile notare delle evidenti differenze di colore sulla pelle, sul volto di Cristo, sul panneggio del mantello e sulla veste. Anche i tratti del viso del Signore appaiono ingentiliti da un sapiente lavoro di decorazione operato dalla Ditta “Calvagna” di San Gregorio.
«Per quanto riguarda i progetti futuri – conclude Padre Strano – a breve prenderà il via un’attività che mi sta molto a cuore. Si tratta del “centro di ascolto vicariale”, che offrirà a seconda dei casi supporto psicologico e morale. La struttura fornirà un valido sostegno alla popolazione adranita e sarà gestita da un gruppo di volontari che opereranno in sinergia con la Caritas Diocesana».