di Stefano Gemmellaro
Con grande gioia il paese di Paternò festeggia la sua santa Patrona Barbara, vergine e martire, decapita dal suo stesso padre per non aver accettato un matrimonio di interesse essendo già consacrata a Cristo.
E alla gioia della festa annuale si aggiunge il fatto che l’Arcivescovo Monsignor Salvatore Gristina ha nominato i nuovi canonici della Collegiata di S. Maria dell’Alto nella chiesa Matrice presiedendo la messa solenne della vigilia della festa.
I nuovi canonici sono: Don Algeri Vincenzo, Don Caponetto Giuseppe, Don Chirieleison Nunzio Mauro, Don Magrì Salvatore, Don Pagliaro Maurizio, Don Puglisi Gaetano Roberto, Don Ronsisvalle Alessandro.
Mai estinta dalla sua fondazione, ancora viva nella persona del Prevosto Parroco Patanè Salvatore e dei canonici Alì, Calabrò e Pennisi, per anni ha vissuto una fase di quiescenza fino alla richiesta del clero paternese, durante la Visita pastorale da poco conclusasi, di ricostituirla con nuove finalità propedeutiche alla comunione del clero e alla cura della pastorale.
Monsignor Carraciolo, crescendo il centro abitato istituiva la Comunia, un collegio di preti aventi la funzione del parroco. Dopo anni, in corso di Sacra Visita, Mons. Michelangelo Bonadies, riconosce che all’interno della Matrice di Paternò era istituito un vero Collegio di Preti che si occupavano, come veri Parroci, dell’amministrazione dei sacramenti e della cura delle anime di questo centro, e per una migliore direzione della cura delle anime, sotto dei Moncada, istituisce, con diploma del 29 aprile del 1670, la Collegiata di S. Maria dell’Alto in detta chiesa Matrice. Tre furono le Dignità capitolari: Il Prevosto, il Cantore e il Tesoriere, insieme a dodici canonici a cui vanno a ciascuno le loro prebende.
A queste tre Dignità, nel 1707, si aggiunge la dignità del Decano.Diverse vicende travagliarono la Collegiata paternese fra il XIX e XX secolo ma mai venne realmente estinta. Così alla gioia della festa in onore di S. Barbara si aggiunge un altro motivo di esultanza, poiché la ripresa del Capitolo di S. Maria dell’Alto sarà il motivo di rilancio della Chiesa Matrice oltre che un segno visibile di comunione fra il clero che si riverbera positivamente sul popolo santo di Dio.
Conclusasi la celebrazione della messa è seguita la processione delle reliquie della Patrona, con tutte le confraternite e le associazione cattoliche della città, il Capitolo di S. Maria dell’Alto, il clero e le autorità civili e militari, scendendo dalla scalinata settecentesca ha attraversato per le vie della città, raggiungendo la parrocchia della Patrona dove al canto dell’inno è stato svelato il venerato simulacro settecentesco della Patrona. In piazza Indipendenza nel mentre si preparano le corali per dar vita alla tradizionale Entrata dei Cantanti.
Il giorno della festa, come tradizione vuole, i colpi a cannone hanno salutato il giorno del martirio di Santa Barbara, caratterizzato dall’uscita del fercolo, la messa presso la chiesa della Madonna dell’Itria, prima chiesa in onore della Martire di Nicomedia e lo spettacolare fuoco pirotecnico presso piazza Vittorio Veneto, luogo in cui i paternesi ricordano il miracolo della liberazione della peste da parte di S. Barbara in quanto proprio accanto alla chiesa conventuale di S. Antonio Abate sorgeva il lazzaretto.
In serata, la processione raggiungerà i quartieri di piazza Carlo Alberto, piazza Purgatorio e piazza Villetta, dove i fedeli del quartiere ogni anno offrono un bellissimo spettacolo pirotecnico. Percorrendo tutto il Corso principale sino a piazza Indipendenza e via Monastero raggiunge la chiesa della santa concludendosi il primo giorno della festa con lo spettacolo pirotecnico e la benedizione con le reliquie.