di Febronia Lamicela
E’ partita dalla splendida Piazza Duomo di Catania la Marcia della comunità cristiana verso la Moschea della Misericordia, il più grande luogo di culto della comunità musulmana della città e del mezzogiorno d’Italia, primo atto della Celebrazione del l’8° Centenario dell’incontro tra S. Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto Al-Malik Al Kamil, avvenuto a Damietta, lungo la foce del Nilo, presumibilmente nel settembre del 1219, mentre infuriava la V Crociata.
Davanti alla Cattedrale si sono radunati i moltissimi partecipanti provenienti dalle fraternità dell’Ordine Francescano Secolare, promotore dell’evento, e della Gioventù Francescana dell’intera provincia e della regione, da Movimenti e Associazioni cattoliche, dalle parrocchie della città, insieme ai frati, a diversi sacerdoti diocesani, alle suore.
Presenti anche esponenti del Consiglio ecumenico delle Chiese di Catania in rappresentanza delle altre confessioni cristiane, e il Coordinamento di “Religioni in dialogo”
A guidare il popolo cristiano verso la Moschea è stato l’Arcivescovo di Catania Mons. Salvatore Gristina, accompagnato, tra gli altri, da Don Piero Galvano, Direttore della Caritas Diocesana.
Dopo aver percorso tra canti festosi il tratto compreso tra Piazza Duomo e Piazza Cutelli, davanti alla Moschea l’ Imam Kheit Abdelafid ha accolto la comunità cristiana, abbracciando fraternamente l’Arcivescovo.
All’interno della Moschea gremita di sorelle e fratelli cristiani e musulmani , e alla presenza del Sindaco di Catania Dott. Salvo Pogliese, ha avuto inizio l’intenso momento celebrativo del Centenario: sono stati letti brani tratti dalla Sacra Scrittura, dal Corano, dalle Fonti Francescane e dal Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, sottoscritto lo scorso 4 febbraio ad Abu Dhabi da Papa Francesco e da Ahmad Al-Tayyeb, Grande Imam di Al-Azhar.
L’esperienza fortemente spirituale di ascolto e meditazione condivisa tra le due comunità religiose è culminata con le riflessioni di mons. Gristina e di Kheit Abdelafid, i quali hanno sottolineato la straordinaria forza che riveste questa importante e condivisa celebrazione, per costruire e consolidare il dialogo, la pace e la collaborazione tra cristiani e musulmani . Tutto ciò alla presenza del Sindaco della città, la cui partecipazione testimonia il desiderio di coinvolgere l’intera cittadinanza in questo cammino di rispetto e fratellanza umana.
La preghiera conclusiva delle due comunità religiose si è espressa con le parole delle “Lodi di Dio Altissimo”, composta da S. Francesco, e degli Ultimi versetti di Surat Al Hashr, tratti dal Corano.
La Festa in piazza Cutelli è stata condotta da due presentatrici straordinarie, Carmen e Aisha, espressione delle due comunità, le quali con semplicità e allegria hanno saputo condurre il pubblico presente in piazza attraverso canti dal vivo, video, testimonianze di amicizia e fraternità tra cristiani e musulmani.
Il comico catanese Gino Astorina ha raccontato la positiva esperienza di “buon vicinato” con l’Imam e la comunità musulmana in quanto la sua storica compagnia teatrale “Il gatto blu” ha sede proprio accanto alla Moschea.
Il Sindaco di Catania ha sottolineato la valenza civica dell’evento per le sue ricadute positive sul tessuto sociale e per la costruzione e il consolidamento di una pacifica convivenza tra le diverse culture ed espressioni religiose.
La Famiglia Castro, della fraternità ofs di Augusta, ha raccontato la propria esperienza di accoglienza di Youba Doumbia, un ragazzo di 22 anni proveniente dal Mali e arrivato in Italia dalla Libia nel 2014 con un barcone. In questi anni Youba ha conseguito la patente di guida, la licenza media e, quest’anno, il diploma presso l’istituto alberghiero di Agrigento. Perfettamente integrato, Youba ha vissuto in questi anni nella casa della famiglia Castro, condividendo con essa anche i momenti più strettamente religiosi.
Successivamente Giusy Brogna, del Movimento dei Focolari, ha narrato la sua decennale esperienza di permanenza in Egitto, a contatto quotidiano con la gente del posto. Quel tempo ha trasformato la sua vita perché ha condiviso tutto con i fratelli e le sorelle di quella comunità. Quando ci si conosce, ci si ama.
Diversi sono stati i momenti intensi durante la festa. Nel suo intervento mons. Gristina ha sottolineato che l’esperienza di questo Centenario ha radici robuste e profonde, capaci di dare nel futuro frutti rigogliosi. Da quel profetico incontro del 1219 è germinata dapprima la Dichiarazione Conciliare “Nostra aetate” del 1965, e poi il recentissimo “Documento sulla fratellanza umana”. Questo Centenario è frutto di tale percorso: tocca ora a noi continuare nel nostro territorio questa esperienza di dialogo, proseguendo con determinazione e coraggio il cammino intrapreso. Anche l’Imam ha sottolineato la vera forza dei credenti: avere cura dell’uomo in quanto creatura dell’unico Dio. Quando si assiste con indifferenza o con ostilità al dramma delle migrazioni, alla tragedia di tante morti in mare, non ci si può dichiarare credenti, perché il vero credente si riconosce quando ha rispetto, cura e amore per l’uomo, opera da Dio.
Il “Messaggio alla Città”, sottoscritto dall’Arcivescovo e dall’Imam, contiene l’impegno condiviso a proseguire con determinazione e coraggio nel cammino di dialogo, rispetto reciproco, aiuto vicendevole a servizio dei poveri.
Significativi anche i doni che i protagonisti di questa giornata si sono scambiati: l’Imam ha donato all’Arcivescovo il testo del Corano ed ha ricevuto in dono dall’Arcivescovo il testo della Bibbia in arabo. I Rappresentanti regionali dell’OFS di Sicilia, Carmelo Vitello e Febronia Lamicela, hanno donato all’Imam una icona che riproduce l’abbraccio tra S. Francesco e il Sultano, mentre all’Arcivescovo si è fatto omaggio di un libro che approfondisce la figura e il carisma di S. Francesco
Ultimo atto della Festa è stata la piantumazione, in una delle aiuole di Piazza Cutelli, dell’Ulivo della Pace e lo svelamento della stele commemorativa del Centenario: da oggi in poi ricorderanno alla città di Catania che deve continuare ad essere terreno fecondo di dialogo tra popoli, culture e religioni e strumento di pace e fratellanza universale.