L’incontro della Rete di Trieste tenutosi recentemente a Roma ha segnato un passo significativo verso una politica locale ispirata ai valori della Dottrina sociale della Chiesa e orientata alla cooperazione. Se questa esperienza proseguirà nel tempo, potrà diventare un modello di riferimento per il futuro della rappresentanza politica e sociale in Italia.

L’incontro, svoltosi il 15 febbraio, ha rappresentato un momento cruciale di confronto per gli amministratori locali italiani. L’evento, nato nel solco della recente Settimana Sociale dei Cattolici di Trieste, si è posto l’obiettivo di costruire una rete di rappresentanza politica capace di superare le divisioni partitiche, mettendo al centro il bene comune e i principi della Dottrina Sociale.

L’arcivescovo Renna: la politica è la strada per raggiungere il bene della Polis

Un concetto, questo, ribadito con forza dall’Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna, che nel suo intervento ha chiarito la natura dell’iniziativa: “È stato costantemente ribadito che la Rete di Trieste non costituisce l’avvio di un processo per la costituzione di un movimento politico o di un partito, né vuole escludere qualcuno, ma coltiva l’intento di includere in maniera trasversale.” Il presule ha sottolineato come l’impegno politico ispirato ai valori cristiani debba essere orientato alla ricerca del bene comune, guidato da un’etica della responsabilità e della solidarietà. “Il frutto non è la politica, ma il bene della polis; la politica è la strada per raggiungerlo”, ha aggiunto, richiamando il dovere degli amministratori di lavorare per il benessere delle comunità.

Alla convention ha partecipato attivamente anche una delegazione di Catania, composta da Claudio Sammartino, Padre Alfio Carbonaro e Mirko Viola, che hanno offerto il loro contributo alla discussione.

Claudio Sammartino: restituire centralità ai bisogni delle persone

“L’iniziativa della Rete di Trieste – ha spiegato Sammartino – vuole rispondere a un bisogno concreto: quello di ricostruire una rappresentanza politica locale capace di superare divisioni ideologiche e di restituire centralità ai bisogni delle persone. La nostra presenza qui testimonia la volontà di promuovere una politica che non sia solo amministrazione tecnica, ma che abbia una visione etica e sociale ispirata ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa.”

Sammartino ha sottolineato il valore di una rete tra amministratori locali che, pur prescindendo dall’appartenenza partitica, trova nell’identità cattolica un elemento di unità ma che non debba essere interpretato come un elemento di divisione o di chiusura, ma piuttosto come un’opportunità per promuovere il dialogo. “La sfida è tradurre questi principi in azioni concrete per rispondere alle esigenze delle nostre comunità.”

Don Alfio Carbonaro: insieme in un contenitore che non è un partito

Riprendendo questa prospettiva, Padre Alfio Carbonaro ha evidenziato come il ruolo della Chiesa non debba limitarsi a un ambito strettamente spirituale, ma possa e debba tradursi in un sostegno concreto a chi opera nelle istituzioni.

“La voce della Chiesa – ha affermato – può lavorare insieme in un contenitore che non è partitico, mettendo in comune esperienze e principi cristiani”, ponendo l’accento sulla natura spontanea dell’iniziativa, nata dal basso grazie all’entusiasmo degli amministratori locali, e sulla necessità di rafforzare una democrazia partecipativa che parta dalle persone.

Mirko Viola: i problemi  si possono risolvere solo insieme

A evidenziare l’importanza della collaborazione tra istituzioni e società civile è stato Mirko Viola, che ha definito l’evento “una preziosa opportunità per gli amministratori locali di confrontarsi sulle problematiche comuni e superare il senso di solitudine che spesso accompagna il loro operato”. Ha inoltre sottolineato il ruolo fondamentale del dialogo tra amministratori e cittadini: “I problemi si possono risolvere solo insieme: gli amministratori hanno bisogno del sostegno, del controllo critico e della proattività della società civile.” Viola ha anche individuato un possibile sviluppo della rete, suggerendo una collaborazione con le scuole di formazione all’impegno sociale e politico, come quella recentemente nata a Catania: “Questi amministratori sono una preziosa riserva di esperienza che deve essere raccontata e trasmessa alle giovani generazioni e anche alle meno giovani, per farle riavvicinare alla politica.”

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