Di Valeria Cifrodelli

C’è sempre, in uno spazio che sembra solo buio, uno spaccato per far emergere la luce. Lo abbiamo ricordato sabato 1 febbraio, durante la messa di ringraziamento per la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare presieduta dall’arcivescovo Luigi Renna presso la Cattedrale di Catania e rientrante nel terzo giorno del triduo solenne in preparazione della Festa di Sant’Agata.

La Colletta Alimentare, iniziativa promossa da Banco Alimentare da ormai più di 27 anni e che ha avuto luogo il 16 novembre scorso, in Sicilia ha visto la partecipazione di più di 12mila volontari e la raccolta di 480 tonnellate di alimenti che saranno consegnati a 295mila persone in difficoltà sul territorio siciliano.

L’arcivescovo Renna: «Non dimenticate di essere quei cittadini che fanno sì che ci sia giustizia»

«Siamo testimoni di luce e di speranza per tutta l’umanità», dice durante l’omelia Mons.  Renna, sottolineando il senso della Colletta. «In questo terzo giorno del triduo solenne, vogliamo guardare a tutto il bene che è stato fatto attraverso Banco Alimentare permettendo di partecipare al giorno della Colletta ed evitando lo spreco alimentare».

Ripercorrendo poi le parole di Papa Francesco, l’arcivescovo rimarca un tema significativo: l’essere cittadini attivi prima ancora dell’essere volontari. «Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento, c’è il rischio di abituarsi e di rassegnarsi; ma non possiamo distogliere lo sguardo da situazioni tanto drammatiche. Ecco che la conquista più grande sarà, finito il nostro compito di volontari, tornare a quello di cittadini. Siate coloro che fanno volontariato, ma non dimenticate di essere quei cittadini che fanno sì che ci sia giustizia».

Il presidente nazionale del Banco Alimentare: una idea di società nuova proposta a tutti e a ognuno

Alla fine della celebrazione le parole di Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare, suonano in armonia con quelle pronunciate da Mons. Luigi Renna, invitandoci a vivere la Colletta come un gesto di carità ma anche come «un fatto culturale, un’idea di società proposta a tutti e ad ognuno».

Un’idea di società che coinvolge un’intera comunità nazionale di cittadini pronti ad esserci per chi è in difficoltà. Un’idea seminata e fiorita anche tra i giovani. A testimoniarlo è Alessandra, giovanissima volontaria. «Per Alessandra – approfondisce Bruno riportando le parole della giovane – la Colletta significa “essere uniti per dare a chi non ha, per regalare un po’ di speranza, per riscoprire la bellezza e la gioia di stare insieme, di donare, di condividere. La Colletta è una cosa che scalda il cuore”».

“Gioia”, “insieme”, “donare”, “condividere”: queste le parole che hanno bisogno di realizzarsi in uno spazio sempre più ampio, oltre il giorno della Colletta, perché Banco Alimentare opera tutti i giorni dell’anno. E seppur «il 2025 appare comunque carico di incognite – sottolinea il presidente – e le situazioni di guerra in più parti del mondo fanno temere tante difficoltà», non dobbiamo mai smettere di riscoprirci volontari, cittadini, uomini e donne pronti ad accompagnare verso la luce della speranza chi è più fragile.

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