Il Santo Natale ha inaugurato il Giubileo della Speranza 2025. Spes Non Confundit è il titolo della bolla papale di indizione. La speranza non delude. La speranza è una virtù teologale, dunque noi cattolici partiamo da un punto certo: noi speriamo nell’aiuto di Dio per avere un futuro migliore. A Catania il giubileo è cominciato con l’incontro epocale tra le Reliquie di Sant’Agata e di Santa Lucia. Certo a Catania è più difficile credere in un futuro migliore quando nasci in certi quartieri e le tue povertà sono molte. Quando il padre sta in “villeggiatura” per spaccio e rapina, tua madre non lavora e si arrangia a fare pulizie e i tuoi fratelli più piccoli aspettano che compri loro i libri di scuola, ma tu sai che non avrai mai i soldi per farlo. E poi ci sono pure gli assistenti sociali che ti stanno col fiato sul collo se non li mandi a scuola e se non ci vai pure tu perché non hai ancora fatto 16 anni. Si chiama dispersione scolastica.

La speranza degli Amici di Rosso Malpelo

Poi un giorno tua madre torna dalla messa domenicale dicendo che vicino casa c’è un doposcuola fatto da certi ragazzi che si fanno chiamare Rosso Malpelo. Cerchi su internet dal tuo cellulare e scopri che Rosso Malpelo era un tipo tutto particolare, quasi un brutto ceffo senza speranza. Per giunta scopri questo strano progetto ha a che fare coi “parrini”. Non è che ti piaccia tanto sta cosa, però decidi di portarglieli perché così la mamma è libera e può andare a lavorare e portare più soldi a casa. È lì che i tuoi fratelli scoprono che studiare è conveniente perché dopo i compiti si può anche giocare a palla senza litigare o imparare i balli di gruppo. Incoraggiati, cominciano ad andare a scuola tutti i giorni. Scoprono che hanno dei sogni anche loro, che possono sperare in un futuro migliore. Magari quei fratelli decidono di diplomarsi e di cercarsi un lavoro onesto perché quei ragazzi più grandi dell’oratorio gli hanno spiegato che è meglio di spacciare.

Questa è speranza. Il progetto Amici di Rosso Malpelo è molto caro all’ Arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, perché può riaccendere la Speranza nel cuore dei bambini più sfortunati della città. San Giovanni Bosco, Don Milani e Don Puglisi hanno insegnato che la povertà e la dispersione scolastica sono la via di accesso prioritaria verso la devianza giovanile. Occorre quindi agire in questa direzione.

Il Santo Padre nel parlare di Speranza si riferisce alle grandi Speranze dell’uomo e del credente cattolico in particolare. “La speranza del cristiano – spiega il professore e giornalista catanese Marco Pappalardo commentando la Strenna 2025 del Rettor Maggiore dei Salesiani, Cardinale Artime – è una speranza che va oltre l’ottimismo del laico”. Nella bolla papale ci viene ricordato che per il cristiano la Speranza è fiducia nell’aiuto del Signore. E’ luce dell’anima che rafforza la Fede e la Carità. Colui che ha Speranza in Dio non esita ad andare in pellegrinaggio nei luoghi delle molte povertà. Evidenzia il giornalista che Don Bosco ha mandato i suoi preti e le sue suore migliori prima al sud-Italia e poi oltreoceano per ridurre le povertà perché ha avuto Speranza in Dio. Padre Pino Puglisi ha avuto Speranza quando diceva “se tutti facciamo qualcosa, allora si può fare molto”. Don Milani ha avuto Speranza quando ha aperto le sue scuole senza voti per dare Speranza ai suoi giovani. Anche Sant’Agata ha avuto Speranza quando ha dato la sua giovane vita nella certezza del Paradiso.

Il Cardinale Artime invita ad essere ancorati alla speranza, ma l’ancora – spiega Marco Pappalardo, “non è attaccata ad una corda che va verso il basso, ma ad una corda che va verso il cielo per restare ancorata a Dio”.

Essere ancorati alla Speranza vuol dire che il cattolico credente ha la certezza che le guerre finiranno e quando verrà il regno di Dio regnerà la pace eterna. Il credente ha il dovere di portare la Speranza a chi vive in mezzo alle guerre del mondo, agli ammalati gravi, ai carcerati, i disoccupati, i migranti, i profughi e i rifugiati. Uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 e l’eguaglianza e l’equità tra gli uomini di tutto il mondo. Dunque tutti, religiosi, laici, credenti e non credenti vogliono la stessa cosa e hanno il dovere di fare qualcosa per accrescere la Speranza. E tu cosa fai? Sì tu, proprio tu che stai leggendo in questo momento, hai già pensato a cosa fare? Tu hai Speranza? La trasmetti agli altri? Ai tuoi figli, ai tuoi colleghi, agli amici, agli estranei? Se vogliamo un mondo migliore, è arrivato il momento di fare qualcosa di concreto per accrescere la Speranza. Facciamo in modo che non siano solo i nostri cuori a giubilare di Speranza ma anche i cuori dei meno fortunati.

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