di Luigi Renna*
La festa di Sant’Agata, che celebreremo fra alcune settimane, si colloca nel contesto del Giubileo: la cattedrale di Sant’ Agata è chiesa giubilare ed in essa, a partire dal 29 dicembre prossimo, si potrà beneficiare dell’indulgenza.
Agata e Lucia ci ricordano che la Sicilia è terra di testimonianza cristiana
L’apertura del Giubileo sarà impreziosita dalla presenza del corpo di Santa Lucia, che per benevolenza del Patriarca di Venezia, dopo la sua presenza a Siracusa e a Belpasso, sarà nella nostra cattedrale. La presenza delle due sante ci ricorda che la Sicilia è terra di testimonianza cristiana, che il martirio è generativo di testimonianza, come fu per Lucia che, secondo una tradizione, venne in pellegrinaggio sulla tomba di Agata, presumibilmente nel suo dies natalis, come i primi cristiani facevano per i sepolcri dei martiri.
Ogni anno la festa ha un tema che diventa fonte di rinnovamento e di impegno: l’anno giubilare è l’anno della liberazione di tutto ciò che appesantisce la nostra vita cristiana, le nostre relazioni, la vita ecclesiale e civile; diviene occasione per progettare ed attuare la liberazione da tante forme di schiavitù e dipendenze; che ci fa guardare a coloro che vivono in carcere annunciando loro la possibilità di riscatto e progettando un percorso concreto a cui stiamo lavorando con la Caritas e l’Ufficio di pastorale carceraria. Il tema è: Sant’ Agata segno di speranza e testimone di libertà.
Papa Francesco nella bolla di indizione dell’anno santo afferma: “La testimonianza più convincente di tale speranza ci viene offerta dai martiri, che, saldi nella fede in Cristo risorto, hanno saputo rinunciare alla vita stessa di quaggiù pur di non tradire il loro Signore. Essi sono presenti in tutte le epoche e sono numerosi, forse più che mai, ai nostri giorni, quali confessori della vita che non conosce fine. Abbiamo bisogno di custodire la loro testimonianza per rendere feconda la nostra speranza. Questi martiri, appartenenti alle diverse tradizioni cristiane, sono anche semi di unità perché esprimono l’ecumenismo del sangue. Durante il Giubileo pertanto è mio vivo desiderio che non manchi una celebrazione ecumenica in modo da rendere evidente la ricchezza della testimonianza di questi martiri.(Spes non confundit, 20)
Le catechesi che terrò nel mese di gennaio saranno arricchite da testimonianze vive di chi sta facendo questi cammini di liberazione da tutto ciò che degrada la persona.
Inoltre non mancheranno il pellegrinaggio penitenziale nei santuari agatini, che vorrei fosse partecipato di più; la preghiera per i giovani e i ragazzi, i coetanei di sant’ Agata; il pontificale del cardinal Zuppi, presidente della Cei e testimone di pace , così come il papa lo ha voluto nel dialogo in alcune situazioni mondiali conflittuali; la presenza di confratelli vescovi che guideranno il triduo su temi specifici, la presenza di un vescovo di altre regioni, questa volta il vescovo di Albano, mons. Vicenzo Viva, già rettore del Collegio di Propaganda Fide.
La novità del “premio Sant’Agata”
Infine la novità del premio Sant’ Agata testimone di fede, di speranza, di carità”. È un premio che l’arcidiocesi dà per mettere in luce la testimonianza di chi silenziosamente dà l’esempio di una fede viva, che magari lo ha sostenuto in situazioni difficili; di chi ha dato testimonianza di speranza e di resilienza; di chi ha dato testimonianza di una carità umile e disinteressata. Sarà consegnato al termine della celebrazione per le associazioni agatine, domenica 26 gennaio, nella chiesa di san Giuseppe al Duomo.
*arcivescovo metropolita di Catania