di Nicola Coco
Il prossimo 6 dicembre l’intera comunità accademica dello Studio teologico San Paolo sarà ricevuta in udienza privata dal Santo Padre Francesco. Il San Paolo, infatti, festeggia quest’anno i 55 anni di servizio alle Chiese locali. Da più di mezzo secolo lo Studio accoglie i seminaristi di sei diocesi: Catania, Acireale, Siracusa, Nicosia, Noto e Caltagirone. E da quest’anno accoglierà negli studi teologici anche i seminaristi di Ragusa. Lo Studio San Paolo, dal 1990, è aggregato alla Facoltà teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”, con corsi di specializzazione in Teologia spirituale e Teologia morale. Sono molti, inoltre, i laici che vi studiano.
L’anno accademico 2024/2025 si è aperto con una celebrazione liturgica presieduta da monsignor Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone, e concelebrata da Sua Eminenza il Cardinale Paolo Romeo, dall’Arcivescovo di Catania, Monsignor Luigi Renna e dai vescovi delle diocesi afferenti allo Studio Teologico. Ad animare la liturgia il coro costituito per l’occasione dagli studenti, i quali hanno anche curato il servizio liturgico.
A tenere la prolusione è stato l’Arcivescovo Renna, Moderatore dello Studio, che ha rivolto il proprio saluto ai presenti e in particolare a don Riccardo Battocchio, rettore dell’Almo Collegio Capranica di Roma, Presidente dell’Associazione Teologica Italiana e Segretario speciale del Sinodo dei Vescovi, conclusosi poche settimane fa.
Mons. Renna ha affermato che è dono di grazia per tutta la comunità accademica, il poter ritornare ancora sul Sinodo, sul documento finale che ne è scaturito e sulle dinamiche che lo hanno animato.
Il legame fra cultura accademica e profezia delle piazze
L’arcivescovo si è poi soffermato su ciò che la Commissione Teologica Internazionale, stilando il documento sulla Sinodalità, nel 2018 ha evidenziato circa la necessità del coinvolgimento di tutti nel processo di preparazione al Sinodo. Renna ha inoltre sottolineato l’importanza del percorso sinodale e dei suoi frutti ribadendo l’importanza del rapporto tra cultura e profezia specificatamente nell’ambito accademico e nelle piazze con un serio rapporto tra questi due mondi, cultura accademica e profezia delle piazze, affinché diventino luogo nel quale la “scrutatio” dei segni dei tempi sia all’ordine del giorno.
Altra prospettiva è quella della Comunione unita alla Missione, lo stesso Studio Teologico da oltre 50 anni è segno di tale comunione, tra le diocesi afferenti unite in un’esperienza ricca, iniziata già allora quando vescovi e docenti diedero vita all’istituzione accademica posta al servizio delle Chiese particolari e nella Facoltà Teologica di Sicilia.
Don Antonino Sapuppo, direttore dello Studio Teologico, ha relazionato circa le attività e i percorsi svolti nello scorso anno accademico ricordando quanto importante sia stato il ruolo dei docenti e degli studenti e il rapporto con le altre istituzioni accademiche del territorio. Ha poi ringraziato il docente emerito don Maurizio Aliotta per il servizio svolto negli anni e quanti hanno iniziato negli ultimi tempi la loro esperienza al servizio dello Studio. Sapuppo nel suo intervento ha enumerato quanto di buono è stato fatto e quanto ci si auspica di fare nell’appena iniziato anno accademico, ricordando l’importanza della rivista Synaxis edita dallo Studio e della Biblioteca Agatina con il suo corposo e sempre attuale patrimonio librario messo a disposizione degli studenti.
Sinodalità ed ecumenismo
Don Battocchio, che è stato Segretario speciale del Sinodo, ha iniziato la sua prolusione ricordando la genesi del documento finale, votato il 26 ottobre scorso. Ne è scaturito un documento da cui la Chiesa trae nuova linfa per un cammino che non si conclude con quanto è emerso dalla riflessione sinodale ma che prosegue e si amplia. Papa Francesco nel saluto finale, dopo l’approvazione, ha affermato l’importanza di tale documento declinandolo come un dono fatto anzitutto al Vescovo di Roma ma soprattutto a tutto il popolo di Dio, materiale su cui riflettere anche per chi è impegnato nella docenza, nella ricerca o nello studio della Teologia.
A tal proposito lo stesso Battocchio ha fatto riferimento al numero 67 del documento, in cui i Teologi sono chiamati a impegnarsi a fare una Teologia sinodale, promuovendo l’ascolto, il dialogo e il discernimento, anche con i Pastori, per approfondire il significato della sinodalità a partire dalle Chiese locali. Nel suo intervento il relatore ha poi ricordato come il concetto di sinodalità ha origini profonde e storiche legato anche all’ecumenismo e ai teologi che con la loro riflessione nel corso del tempo hanno dato e danno forza a questo cammino ecclesiale. Lo stesso Papa Francesco nel 2015 parlava di sinodalità ed ecumenismo come due aspetti legati tra loro. Infine nella seconda parte del suo intervento, Don Riccardo Battocchio facendo riferimento ai numeri dal 60 al 66 del Documento finale ha chiarito chi siano i soggetti chiamati a rinnovare la Chiesa in un’ottica sinodale, uomini e donne, battezzati, chiamati alla corresponsabilità e alla missione.