«È la gratitudine che genera operosità»: questa frase di don Luigi Giussani campeggia sopra l’ingresso del magazzino del Banco Alimentare della Sicilia. Sono quasi le due di notte quando la rileggo, prima di uscire e tornare a casa dopo un lungo (ma intenso) sabato di metà novembre, ripensando alla giornata appena trascorsa.
Ogni anno, ormai da diverso tempo, faccio il volontario alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Sono anche “capo equipe”, ovvero coordino il lavoro dei volontari in un determinato punto vendita. Ogni volta il rischio è quello di svegliarsi la mattina di quel giorno pensando: «D’accordo. So già come funziona, non ci sarà nulla di nuovo. Nulla di diverso rispetto agli altri anni. Devo fermare la gente, invitarla a partecipare, sistemare gli scatoloni, appuntare ogni chiusura nella bolla di trasporto eccetera eccetera».
Grazie al Cielo, la realtà ti stupisce sin da subito: verso ora di pranzo del 16 novembre raggiungo il punto vendita assegnatomi, dove trovo i volontari del mattino. Hanno già chiuso 13 scatole, e altre sono pronte ad essere completate. Fortissime. Poi capisco il loro segreto: una flotta di bambini aveva accolto ogni cliente di quel supermercato per tutta la mattinata… e si sa, i bambini, con la loro purezza, riescono sempre ad essere ‘persuasivi’. Sfiderei chiunque a ignorarli o a dir loro di no.
E nonostante sia ora di pranzo, le tre bambine rimaste non accusano in nessun modo segnali di stanchezza o nervosismo. Anzi: dovevate vederle quando, all’arrivo di qualcuno, lo circondavano con i volantini di invito, o quando ringraziavano chi donava qualcosa con un segnalibro ciascuno.
Vedere loro mi dà la carica per iniziare un lungo pomeriggio, accompagnato da Luca e Martina, alla sua seconda esperienza da volontaria.
Nonostante l’orario, la gente arriva: riusciamo a chiudere diversi scatoloni (soprattutto di pasta, l’alimento più donato per distacco) in poco tempo.
Comincio a lamentarmi, come spesso faccio: siamo pochi, aspetto impazientemente che arrivino altri… abbiamo tutti bisogno di un caffè. Paola arriva in nostro soccorso! Mi dice: «Purtroppo posso rimanere poco, ma voglio comunque darvi una mano».
Sono circa le tre del pomeriggio: il supermercato è poco affollato e si affievolisce anche la frequenza dei clienti che arrivano. Dobbiamo inventarci qualcosa per far passare il tempo. Ecco l’illuminazione: un video per i social con il trend degli aperitivi catanesi, per invitare la gente a partecipare a questo grande gesto. Altro che Presidente Mattarella (con tutto il rispetto): diecimila visualizzazioni! Ci rilancia anche il profilo del Banco Alimentare della Sicilia. Successone.
Il pomeriggio prosegue: la frequenza di clienti comincia a risalire, e anche se Paola ci ha salutati, sono arrivate nuove forze: Margherita, Martina e Adriana. Tra una risata, una battuta, un ginseng e caramelle toffee alla banana (per la felicità dei nostri dentisti), nell’arco del pomeriggio chiudiamo la bellezza di 22 scatoloni. Non sono pochi per un punto vendita cittadino dalle medie dimensioni. Nel frattempo faccio a gara con gli altri amici capi equipe impegnati altrove sul numero di chili raccolti.
485: record personale
Il supermercato chiude, arriva il furgone pronto a caricare i pacchi per portarli in magazzino.
Potrei andarmene a casa… ma non voglio.
C’è ancora una seconda parte, l’operazione inversa: con alcuni si sale in macchina, direzione MAAS. Lì ci aspettano tanti furgoni, provenienti da diverse parti della Sicilia centro-orientale, pronti per essere scaricati. Ci aspettano anche altri amici con cui farlo. Vedersi in magazzino è un’occasione per incontrare tutti, raccontarsi la giornata, ripensare a quel signore ben vestito che non ti degna nemmeno di uno sguardo e alla signora con il figlio che ti riempie il carrello di alimenti per l’infanzia e omogeneizzati; sentirsi dire che «quel video era proprio una genialata»…
La stanchezza svanisce di botto, l’adrenalina è fin troppa: si mette la musica durante lo scarico, si applaude appena si finisce questo o quell’altro furgone… È una festa! Che continua fino a mezzanotte passata, quando arriva l’ultimo furgone.
Poi si cena tutti insieme, ma solo dopo aver ascoltato le parole del presidente Pietro Maugeri che, consapevole dell’orario e dei nostri stomaci vuoti, si limita a citare quella stessa frase di don Giussani con cui inizia questo pezzo.
Senza quella gratitudine per ciò che innanzitutto noi abbiamo ricevuto, non sarebbe immaginabile vedere 11.890 volontari in Sicilia coprire più di mille punti vendita in tutta la regione. Non sarebbe possibile immaginare 480 tonnellate di cibo (un incremento del 4% rispetto allo scorso anno) solo in Sicilia, da destinare alle strutture che si occupano di assistere chi è più in difficoltà. Ogni contributo, piccolo o grande che sia, è per «una gratitudine che genera operosità».
Fare la Colletta da volontario, invitando a mia volta a farla, mi ha aiutato a capire che tutto questo è vero ed è possibile non solo in un sabato di metà novembre, ma ogni giorno, se parto da me.
Foto di Luca Artino