Fino ad un mese fa Agatino e i fratellini trascorrevano le loro mattinate tardo-estive gironzolando per via Plebiscito.
Sono le 10 del mattino di un giorno di fine settembre, e a non aver interrotto questa “routine” è rimasto solo Agatino: i suoi fratelli sono a scuola ormai da un paio di settimane mentre lui, che frequenta un corso di Formazione professionale, impiega il tempo aspettando il suono della prima campanella.
Anche quest’anno, la prima ora del primo giorno tarda ad arrivare per tanti ragazzini, che nella maggior parte dei casi frequentano tali corsi per imparare un mestiere che possa garantire loro un futuro migliore rispetto a ciò che sembra – purtroppo – propinare la loro provenienza o estrazione sociale.
I corsi di formazione professionale sono riconosciuti per adempiere l’obbligo scolastico dei minori, eppure anche quest’anno la nostra Regione – che gode già della tanto chiacchierata, ultimamente, Autonomia – non mette gli Enti in condizione di cominciare a lavorare in contemporanea all’anno scolastico. O meglio, dà loro il “permesso”, ma non i mezzi.
Si legge, nel comunicato dell’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale datato 3 settembre 2024 (prot. N. 27812), che è nella facoltà degli Enti di formazione avviare anticipatamente i corsi, ma a loro rischio e pericolo “previa apposita istanza di autorizzazione contenente il dettaglio dei corsi da attuarsi in coerenza con le disposizioni di cui ai singoli Avvisi, e attestante l’assunzione di responsabilità nel caso di mancata concessione del finanziamento, sollevando l’Amministrazione Regionale da ogni responsabilità”.
La prof. Agata Pappalardo: «Una formazione incentrata sul “fare” valida risposta alla dispersione scolastica e sociale. L’Assessorato regionale acceleri l’iter burocratico»
Su questo tema delicato, che sembra non fare più notizia, è intervenuta la prof. Agata Pappalardo, responsabile dell’Ufficio per il contrasto alla dispersione scolastica dell’Arcidiocesi di Catania: «Auspichiamo un rapido avvio dei corsi nella consapevolezza che gli Enti ad essi preposti (IeFP) vivono la responsabilità di essere, in termini generali, l’ultimo baluardo per prevenire e contrastare questo grave fenomeno che a volte sfocia nella dispersione sociale. Non bisogna dimenticare, infatti, che in Sicilia più di un giovane su quattro, è un Neet (non studia o non lavora, N.d.A.)»
La prof. Pappalardo ci espone anche alcuni dati: «Una formazione incentrata sul “fare” che accoglie coloro che non hanno le caratteristiche per un approfondimento speculativo richiesto in altri percorsi e che va di pari passo con l’evoluzione tecnica del mondo del lavoro – spiega – si è dimostrata una valida risposta alla dispersione scolastica. Infatti, risulta in crescita la percentuale di studenti che vengono assunti dalle aziende alla fine del triennio di formazione professionale toccando picchi dell’80% e per talune attività anche del 90%. I dati oggettivi tratti dalle esperienze processuali, evidenziano che gli adolescenti in dispersione scolastica alimentano il mercato del lavoro nero o costituiscono bacino di utenza delle organizzazioni criminali. Alla luce di tutto questo – conclude – l’Ufficio sollecita l’Assessorato regionale ad accelerare l’iter burocratico».
Emilio Romano (Forma.Re): «Chiesto incontro all’assessore Turano. Partiamo, consapevoli dei rischi, solo per il bene dei ragazzi»
A spiegarci ulteriormente la situazione odierna è Emilio Romano, presidente di “Forma.Re”, Ente datoriale costituito a sua volta da enti che aderiscono alla Dottrina sociale della Chiesa: «Il vero problema di questa situazione sta nel fatto che, nonostante il Bilancio Regionale del 2023 sia stato approvato a gennaio 2024, adempimento che non succedeva da vent’anni, la reiscrizione in bilancio delle somme stanziate ed impegnate nel 2023 non si è ancora conclusa. La conseguenza è che la Cassa è chiusa dal 18 dicembre 2023 e non si è più riaperta, in attesa che si compia il riallineamento delle somme in bilancio. Gli Enti di Formazione attendono ancora saldi e acconti di progetti a far data dal 2018/19». E continua: «Attendiamo la riapertura della Cassa, va anche finito quel processo di reiscrizione che a livello di tempistiche impiegate non ha precedenti. Non sono ancora stati pubblicati i decreti necessari, se non il comunicato, anche da voi presentato, che ci autorizza a partire sotto la nostra totale responsabilità».
Il quadro è questo: anche qualora la Regione riaprisse la cassa a novembre «non ci sarebbe il tempo, in un solo mese (perché poi va richiusa per effettuare il nuovo Bilancio), di coprire la mole di spese e di acconti passati e presenti. Come faremo ad iniziare l’anno scolastico 2024/25 senza la certezza di ricevere un primo acconto? Questa situazione ci mette chiaramente in ginocchio, molti lavoratori della formazione perderebbero il lavoro e molti enti rischiano di chiudere. Per questo – continua Romano – abbiamo chiesto all’assessore Turano di incontrarci per risolvere il problema. Noi Enti stiamo comunque avviando le nostre attività, per non lasciare questi ragazzi per strada. Ci stiamo fidando dell’Assessore, ma gli chiederemo il pagamento di queste somme entro dicembre. Ci prendiamo questa responsabilità, consapevoli del rischio di non ricevere acconti prima del prossimo giugno o luglio: lo stiamo facendo solo per salvare il livello sociale della questione, solo per il bene dei ragazzi. L’assessore trovi una soluzione con l’aiuto del Dirigente generale».