di Marco Pappalardo *
Non che prima non sia stato un vostro dovere mettercela tutta, ma gli esami di maturità sono la prima vera prova di studio e, per molti, anche di vita. Siete entrati nella scuola che eravate poco più che bambini con numerose aspettative, con la voglia di apprendere, con entusiasmo, allegria, curiosità e fiducia nel prossimo. Già avevate in testa la domanda: “Cosa farò da grande”? Vi ho visti piangere e tremare in questi anni, vi ho visti forti e dignitosi anche nei momenti difficili, quando la vita vera, troppe volte fuori dalla scuola e dagli esami, è entrata determinata per farvi cadere. Ora, dopo cinque anni, tocca a voi! Fermatevi un attimo sui fogli che vi saranno posti davanti, sui quesiti, sui dizionari, sui testi, sul pc, dinanzi ai volti dei compagni, dei parenti, degli amici e dei prof; fermatevi e riflettete per cercare di capire chi siete adesso rispetto a quel bambino di allora che sapeva sicuramente rispondere alla domanda “cosa farò da grande”. Avete vissuto in classe anni intensi, ma non meno è stata la vita: sogni, speranze, paure, dolori, amori, amicizie, impegno, spensieratezza, delusioni.
Forse la scuola non vi ha permesso di esprimervi liberamente quelle volte che avreste voluto un confronto con i compagni e col prof: bene, ora tocca a voi esprimervi al meglio!
Forse avreste voluto essere più partecipi durante le lezioni, protagonisti dell’esperienza scolastica, promotori di iniziative: bene, è il vostro momento!
Forse non vi siete più mossi da casa per studiare da mesi, siete diventati insopportabili ed isterici, avete pianto per aver avuto la media più bassa del previsto, avete studiato strategie per affrontare questi momenti: bene, mettetevi in gioco seriamente e onestamente!
Tutti vi dicono che siete il futuro della società, ma forse non vi hanno educato come uomini, non vi hanno detto che siete il presente, perché senza l’oggi non c’è alcun domani.
Tocca a voi non continuare a dormire, non farvi assoggettare, aprire gli occhi e farli aprire ai vostri coetanei!
Tocca a voi dire agli adulti che si può vivere in modo diverso e nuovo, che potete impegnarvi in questi giorni di esami con diligenza e senso critico, che siete appassionati dello studio così come della vita, che avete bisogno anche di loro, soprattutto quando desiderano il vostro bene e sanno dimostrarvelo.
Non perdete di vista i libri, ma non perdete di vista soprattutto i vostri affetti.
Non abbandonate la concentrazione, ma non dimenticate che avete accanto a voi compagni che potrebbero aver bisogno di una pacca sulla spalla: la vostra amicizia vale più del numero alto o basso che avrete come voto finale.
Auguri perché forse soffrirete in queste ore, infatti “il ferro si tempra col fuoco”.
Siate, dunque, il ferro e non abbiate paura, perché è il vostro tempo, il vostro esame, la vostra vita.
Tocca a voi dire oggi non “cosa farete” da grandi, bensì “chi sarete”!
*Direttore Ufficio Pastorale Scolastica Arcidiocesi di Catania