L’arcivescovo di Catania lo aveva comunicato con gioia: la ventesima edizione del Festival Biblico quest’anno, per la prima volta, sarebbe approdata a Catania.  Il tema: l’Agape, l’amore oblativo di Dio cuore pulsante di tutta la Rivelazione.  Vogliamo ritornare sull’incontro denominato Un Amore Credibile. Marco Pappalardo (direttore Pastorale Scolastica della diocesi di Catania), Alex Zappalà (Centro Missionario diocesano di Pordenone), Giovanna Zizzo, Pietro e Mariella Di Guardo hanno catturato l’attenzione dell’uditorio con le loro esperienze e testimonianze. Il moderatore Francesco Ognibene, giornalista di Avvenire, ha coordinato i lavori con garbo e competenza precisando – tra l’altro – che credibile è la realtà vera, frutto di un modo diverso di guardare la storia e gli altri.
Marco Pappalardo, docente nella scuola secondaria di secondo grado, ha evidenziato che anche nel rapporto con gli studenti amare è stare dentro la realtà, prendersi cura. Pure un viaggio d’istruzione può diventare un’occasione preziosa per ascoltare, dialogare, consigliare non disdegnando piccole attenzioni per chi si trova in difficoltà. Fondamentale condividere – da educatore – gli interessi degli studenti fino ad affrontare le grandi tematiche dell’esistenza. E’ la qualità della relazione che fa lievitare la fiducia dei giovani e ciò rende possibile trasmettere con efficacia la disciplina insegnata.

  Alex Zappalà ha affermato che fare qualcosa per gli altri è bellissimo, ma stare accanto, essere per gli altri è molto di più, perché permette di vivere l’amore come relazione.

Molti anni fa –ha ricordato – si trovava nella diocesi di Iringa in Tanzania, dove operavano i Missionari della Consolata per il recupero dei ragazzi distrada. Un’adolescente molto povera, giovanissima madre di due figli si prostituiva. Cercò di dissuaderla ma non ci riuscì, però la ragazza lo abbracciò grata per la vicinanza amorevole. Ai giovani in formazione ha sempre consigliato di pensare al futuro lontano da stereotipi, in quanto l’amore spinge a guardare verso il Cielo ed a rialzarsi dopo possibili cadute.

 Una testimonianza straordinaria è stata quella di Giovanna Zizzo, mamma di Lauretta, una ragazzina uccisa brutalmente dal padre nel 2014. Da quel giorno iniziò – afferma – l’ergastolo del dolore acuito dai pregiudizi e dalla superficialità delle persone, compresi i fratelli della comunità ecclesiale. Medita il suicidio, ma uno dei figli riesce a scuoterla e decide di recarsi nelle scuole per raccontare le sue vicissitudini, affinché i giovani rifiutino sempre ogni forma di violenza. In un periodo successivo partecipa in cattedrale alla Celebrazione Eucaristica in cui si ricordano le vittime dei femminicidi e successivamente trova piena comprensione nel parroco.

Infine Pietro e Mariella Di Guardo hanno raccontato la loro genitorialità diversa. Chiedono il sacramento del matrimonio e desiderano il dono dei figli, ma scoprono che ciò non è possibile. La scienza medica offre soluzioni che non li convincono. L’amarezza è tanta ma la fede nell’intercessione di s. Nicolò Politi è viva. Pensano all’adozione e seguono la trafila burocratica. Finalmente si recano in una cittadina dell’Ungheria e in una comunità incontrano due faccine abbronzate già viste in una foto sbiadita. Un grido: – Sono loro! E alle parole segue un lunghissimo indimenticabile abbraccio.

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