Contiene un invito pressante a mettersi in cammino, seguendo il metodo sinodale dell’ascolto e indicazioni per superare l’individualismo sociale e l’irrilevanza del “discorso cristiano” nella società. La nuova Lettera pastorale dell’arcivescovo di Catania mons. Luigi Renna, dal titolo “Camminiamo con il Signore da fratelli per testimoniare il Risorto”, punta a favorire scelte concrete nella Chiesa etnea e nella società “perché il rinnovamento non rimanga solo un sogno”.
Nel documento troviamo analisi impietose e suggerimenti pratici per riattivare un percorso positivo. Un tema che sta molto a cuore all’arcivescovo Renna è la formazione delle nuove generazioni. Non sfugge al presule, infatti, che la frequenza all’Eucarestia domenicale anche nel Catanese è in forte calo e si chiede come mai tanti giovani battezzati o cresimati entrino, insieme alle loro famiglie, subito dopo la catechesi per i sacramenti “nel numero dei non praticanti o dei mai praticanti”. “Il discorso cristiano – rileva l’arcivescovo Renna – appare sostanzialmente insignificante per la maggior parte delle donne e degli uomini di oggi”.
Da qui l’esigenza di un nuovo discernimento sul tema della formazione alla vita cristiana delle nuove generazioni. E l’invito a parroci, educatori e catechisti a intercettare le domande dei giovani e far vedere come l’annuncio cristiano possa rispondere oggi ai loro bisogni e ai loro desideri.
Altro tema fondamentale della Lettera pastorale è la lotta all’individualismo, nella Chiesa e nella società. “Occorre superare – scrive mons. Renna – tanto individualismo e questo ci aiuterà a sentirci parte del popolo di Dio e a offrire la nostra testimonianza nella società tanto bisognosa di recuperare partecipazione alla vita democratica”. L’Arcivescovo, inoltre, invita tutti i cristiani a non porre confini alla missione della Chiesa, ad aprirsi al mondo e, citando Papa Francesco, aggiunge: “Nella Chiesa c’è spazio per tutti”.
Banco di prova di questo nuovo passo chiesto dall’arcivescovo è la carità . “La carità delle relazioni, quella verso i poveri, quella che si prende cura della città e delle periferie. E a questo proposito il documento offre anche alcune testimonianze di esperienze in atto. Come il Cantiere sinodale delle persone sorde, attuato già da un anno a Catania. O ancora, nel campo socio-politico, il Cantiere per Catania, che viene proposto all’attenzione di tutta la Chiesa italiana in un momento in cui “quello della politica e della partecipazione alla vita democratica del nostro Paese è un ambito della missione della Chiesa che forse è stato trascurato”. E, invece, il Cantiere per Catania, leggiamo nell’appendice della Lettera pastorale “è un unicum della nostra comunità ecclesiale perché rappresenta il forte tentativo di assunzione condivisa di responsabilità civile, sociale e politica del laicato dell’Arcidiocesi”.