di Don Antonino De Maria
Si è svolta nel pomeriggio del 3 giugno l’assemblea elettiva della Consulta delle Aggregazioni laicali della Arcidiocesi di Catania. All’inizio la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Luigi Renna nella bellissima Chiesa della Badia di Sant’Agata ha permesso alle aggregazioni, ai movimenti che da tempo camminano insieme di ringraziare il Signore per il dono della vocazione battesimale e della comunione nella missione, vissuti in questi anni attraversati da due eventi come il Covid e il Sinodo.
L’Arcivescovo nell’omelia ha sottolineato la felice coincidenza della Solennità della SS. Trinità perché Essa è il fondamento della vocazione battesimale di ogni cristiano. Così ha ripreso quanto il documento conciliare Apostolicam Actuositatem, sintetizzando e attualizzando l’ecclesiologia della Lumen Gentium dice sulla partecipazione dei laici alla missione della Chiesa e sul suo fondamento.
Spostandoci nel Salone dei Vescovi per l’assemblea elettiva del nuovo Direttivo e della terna da presentare all’Arcivescovo per la nomina del Segretario/a, l’Arcivescovo ha invitato le aggregazioni presenti a rischiare sui giovani, quando presenti, affidando loro ruoli importanti e così permettere una continuità nella vita associativa.
Febronia Lamicela, segretaria uscente, ha, poi, nella sua relazione presentato il cammino svolto in questi anni che si sono prolungati anche per la successione nel ministero episcopale di Mons. Renna a Mons. Gristina e ringraziando entrambi per la sollecitudine nei confronti del cammino della CDAL. VISUALIZZA RELAZIONE. Anche il Delegato Arcivescovile ha presentato la sua relazione, quasi appendice a quella della Segretaria con la quale ha condiviso questo periodo in un forte spirito di comunione. Dopo le relazioni si è insediato il seggio e sono stati presentati velocemente quanti si sono proposti per servire il cammino futuro della CDAL.
Allo spoglio delle schede per la terna della segreteria è risultato un numero elevato di voti nei confronti della Segretaria uscente che l’Arcivescovo in questi giorni ha confermato nell’incarico. Il nuovo Direttivo sarà formato da Mariella Aurite, Walter Cerreti, Giuseppe Caccamo, Marinella Spampinato e Elena Carbone.
Alla fine si è vissuto un momento di convivialità.
Di seguito Relazione del Delegato Arcivescovile, don Antonino De Maria:
Sin dall’inizio del mio incarico mi sono posto la domanda: Qual è il senso e lo scopo della Consulta? A questa domanda ho cercato di dare risposta innanzitutto a me stesso e poi questa riflessione è approdata nel mio intervento del 28 febbraio 2019 e in quello del 23 ottobre dello stesso anno. Ritengo che in questi anni siamo cresciuti nella consapevolezza che la Consulta serve se ci aiuta a vivere quanto affermato da Lumen Gentium n. 31: “ Col nome di laici si intende qui l’insieme dei cristiani ad esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.
Il carattere secolare è proprio e peculiare dei laici”. Comprendere e vivere questa identità non è sempre facile soprattutto quando ancora non si è completamente usciti da una ecclesiologia che pone l’attenzione sulla struttura gerarchica della Chiesa ( che come dice papa Francesco è e resta la santa madre Chiesa gerarchica) e che ancora oggi mostra il suo lato negativo nel clericalismo e in quella che Papa Francesco chiama la mondanità spirituale (problema che non riguarda solo i chierici perché è una prospettiva ecclesiologica nella quale chiunque rischia di considerarsi, anche i laici), per passare ad una ecclesiologia che pone l’attenzione sulla costituzione della Chiesa come Popolo di Dio in cammino nella dimensione della comunione e della missione evangelizzatrice.
Il fiorire dei carismi laicali dentro la Chiesa per opera dello Spirito Santo diventa grazia proprio all’interno di questa ecclesiologia e ha bisogno di respirare l’aria nuova dello Spirito che invita la Chiesa ad uscire dalle strettoie della cristianità per essere ancora oggi segno del Risorto senza temere di perdere spazi occupati in passato per rischiare l’annuncio con dedizione e umiltà. Abbiamo cercato, dunque, in questi anni, di crescere nella comunione tra di noi, riscoprendo il fondamento trinitario e battesimale di questa comunione che ci precede e che è la realtà della nostra identità ecclesiale, e nell’unità, anch’essa data a noi come grazia fondante da visualizzare nell’oggi e nella dimensione più grande della Chiesa diocesana e universale.
Quando l’orizzonte dell’io si allarga anche l’io posto nello spazio e nel tempo riscopre il significato e la sua missione nell’hic et nunc ‘ dell’esistenza. Ugualmente ogni carisma nato in un contesto storico preciso cresce allargando il proprio orizzonte alla misura della Chiesa locale e universale senza perdere la freschezza e il proprio ma offrendolo nuovo come dono alla totalità. È una fatica non priva di resistenze ma che ha visto in questo tempo del cammino sinodale la sua verità e i suoi frutti: è cresciuta, credo, in ciascuna delle aggregazioni la consapevolezza del proprio carisma e della missione che lo Spirito ha affidato a coloro che vi aderiscono. Ascoltarci ci ha fatto bene; lavorare insieme e visibilizzare la nostra unità nei momenti già segnalati dalla relazione di Febronia, ci ha fatto bene e ha fatto bene anche alla Chiesa diocesana. Continuiamo così. Questo è il metodo del camminare e del discernimento ecclesiale. Ringrazio Mons. Gristina che ci ha sostenuto e indicato anche la strada della comunione e dell’unità e Mons. Renna che a Mompileri ci ha incoraggiati a riempire le giare d’acqua fino all’orlo, rischiando la fede in Cristo con generosità, fino a consumare le scarpe e noi stessi. Don Antonino De Maria