La prima tappa dei festeggiamenti dei 25 anni del Banco Alimentare della Sicilia si è svolta ieri mattina nella prestigiosa Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università di Catania. Un luogo importante che è anche il suggello di una collaborazione intrapresa con l’Ateneo per coniugare i temi della solidarietà e della lotta allo spreco alimentare con quelli scientifici e accademici e trovare, grazie a questa unione, nuove risorse in termini di idee, progetti e fattibilità.
Ad aprire l’incontro dal titolo “In Rete, costruiamo territori sostenibili – 25 anni l’esperienza del Banco Alimentare della Sicilia: l’impegno, i traguardi e le sfide per rendere sostenibile e inclusivo il territorio”, i saluti istituzionali di il Magnifico Rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo; S.E. Mons Luigi Renna, Arcivescovo di Catania; il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi; il vicepresidente della Regione Siciliana, on. Luca Sammartino; il neo sindaco di Catania, Enrico Trantino e il vicepresidente della Fondazione Banco Alimentare, Pierangelo Angelini. Ha moderato l’incontro Giuliana Malaguti, responsabile comunicazione Fondazione Banco Alimentare.
Il presidente del Banco Alimentare della Sicilia, Pietro Maugeri, ha fatto gli onori di casa aprendo i lavori del convegno che ha avuto come obiettivo dimostrare che l’attività del terzo settore può unire i territori, contribuire alla lotta allo spreco, tutelare l’ambiente e alleviare le conseguenze della povertà sia in termini psicologici sia nel disagio concreto di non avere cibo per sé e per i propri cari: «Abbiamo deciso di festeggiare questo traguardo con un convegno sul tema della sostenibilità alimentare invitando i nostri “Compagni di Banco” – ha dichiarato Maugeri -. 25 anni fa nessuno parlava di questi temi, ma oggi con il lavoro del Banco e con il lavoro sinergico del terzo settore, è diventato un tema di attualità”.
Sostenibilità è la parola chiave, quella attraverso cui si sono avvicendati i quattro focus della giornata.
Lotta allo spreco il primo durante il quale l’on. Maria Chiara Gadda, prima firmataria della Legge “Antispreco”, approvata all’unanimità dal Parlamento nel 2016, ha tracciato i punti chiave di questa legge che rappresenta un fiore all’occhiello per l’Italia, anche in ambito internazionale, ma che avrebbe bisogno di essere applicata in ogni suo aspetto.
Economie circolari in movimento il secondo tema nel quale Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento regionale dell’Agricoltura, ha precisato che lavorare con il Banco Alimentare, applicando la legge Antispreco, è stato conferito un valore istituzionale alla donazione. Un esempio si ritrova nel progetto denominato Ri-Pescato, finanziato da Intesa San Paolo, grazie al quale il pescato di frodo può essere donato al terzo settore.
Ma è stata anche l’occasione per parlare di Cuore Generoso, un progetto concreto di economia circolare, grazie agli interventi di Daniela Scuderi, ispettore capo della Polizia provinciale di Catania e madrina del progetto Cuore Generoso, e Donatella Privitera, docente dell’Università degli Studi di Catania.
Responsabilità sociale d’impresa il terzo focus che è stato aperto da Gennaro Gigante, direttore della filiale di Catania della Banca d’Italia, che ha spiegato ai presenti l’importante della cooperazione tra gli Stati, forse anche al di là dell’Agenda 2030, e quanto gli eventi bellici che stiamo vivendo la stiano minando. Obiettivi ambientali rallentati, quindi, a fronte di scommesse che dovevano essere vinte, a cominciare dalla riconversione delle aziende a forte impatto ambientale attraverso investimenti specifici e ad hoc.
Giovanni Arena, amministratore delegato Fratelli Arena, ha tracciato i punti cardine di una collaborazione che ha messo in campo sia progetti importanti durante il Covid come “Alimentiamo la speranza sia un consolidato rapporto con il Banco Alimentare che ha permesso di distribuire diverse tonnellate di cibo.
Interessante e proficua anche la collaborazione con Randstad Italia di cui ha tracciato le linee Bruno Piccoli, area manager Sicilia. Un accordo che ha permesso di formare addetti alla logistica dando così una seconda possibilità lavorativa a persone che si trovavano in difficoltà.
Territorialità il quarto e ultimo focus durante il quale Roberto Cellini, direttore del Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università ha davvero tenuto banco spiegando, con semplicità, che i comportamenti responsabili nel trattamento del cibo contribuiscono al risparmio sociale e che l’attività del terzo settore è una soluzione all’incapacità dello Stato di risolvere alcuni problemi.
A concludere i lavori della giornata gli interventi di due esperienze dal territorio con Stefano Principato, presidente della Croce Rossa Italia, sezione di Catania, e Silvestro Di Napoli, presidente dell’Associazione Bartimeo XXI.
S.E. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania
“Venticinque anni del Banco Alimentare permettono di essere grati a questa istituzione che ha creato un ponte fra le tante povertà della nostra Catania e della nostra Sicilia, che sono emerse ad esempio nell’ultimo Report della Caritas; e le tante forme di solidarietà che i cittadini riescono ad esprimere. Grazie al Banco Alimentare si evita lo spreco e si sostengono tante famiglie, ma allo stesso tempo si dà l’opportunità, a ogni cittadino comune, di educare la propria famiglia al risparmio, al non-spreco e, soprattutto, alla solidarietà”.
Il Magnifico Rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo
Tutte le istituzioni qui presenti hanno voluto testimoniare la propria particolare attenzione all’opera che svolge il Banco alimentare della Sicilia, una realtà che ho avuto il piacere di conoscere direttamente nell’aprile scorso.
A partire da quell’incontro, abbiamo voluto concedere l’aula più simbolica dell’Università di Catania per l’apertura delle celebrazioni dei 25 anni di attività del “Banco”, promuovendo un incontro che valorizzi soprattutto l’impegno, le sfide e i traguardi per rendere il territorio sostenibile e inclusivo.
L’Università di Catania, in questo contesto, conferma ancora una volta il proprio impegno nel settore della terza missione, ovvero la responsabilità sociale verso il territorio in cui l’ateneo opera. Le istituzioni, lavorando in rete, devono essere in grado di affiancare all’azione per restituire dignità alle persone ed eliminare gli sprechi alimentari anche l’obiettivo di rendere questo territorio, che attualmente versa in gravi difficoltà, sostenibile da tutti i punti di vista.
On. Maria Chiara Gadda, vicepresidente Commissione Agricoltura della Camera
“I venticinque anni di attività del Banco Alimentare Sicilia hanno permesso di fotografare un cambiamento sui territori nella risposta al bisogno di recupero degli alimenti e hanno concretizzato la necessità di dover tramutare la buona volontà in un percorso strutturale. Senza questa trasformazione neppure la Legge Gadda contro gli sprechi può funzionare. La legge 166 non pone limiti ai beni che possono essere recuperati, l’abbondanza è un fatto negativo solo quando diventa spreco, quando non diventa un’opportunità. Non è un caso se durante la pandemia da Covid-19 le nuove disposizioni, che hanno interessato la norma, hanno ampliato il paniere dei beni facendo spazio a giocattoli, libri, apparecchiature elettroniche e persino materiali d’arredo. La donazione non è è solo un modo per allungare il ciclo di vita del prodotto, ma una via per declinare un nuovo modello di responsabilità sociale e d’impresa nel Paese. In questa sala sono presenti tutti gli attori da ritenere fondamentali per l’attuazione della legge 166. Profit, non profit, università e istituzioni pubbliche hanno tutte un impatto fondamentale per l’attuazione della legge in Italia”.