di Don Agrippino Salerno
Con gioia il nostro amato Padre-Vescovo Mons. Luigi Renna, in una delle sue prime visite a Biancavilla ha incontrato il nostro Oratorio parrocchiale “Don Pino Puglisi”. Una “visita dono” vissuta nella gioia della spontaneità e grande emozione per l’incontro tra il Padre e i Figli.
In quell’incontro, semplice ma ricco di significato, il nostro Pastore ha ribadito l’importanza di dedicare le migliori energie pastorali a vantaggio dei giovani con la promozione degli oratori parrocchiali.
La nostra comunità parrocchiale trova nel nostro oratorio l’ambito trasversale per raggiungere tutti. L’oratorio non è solo gioco ma crescita integrale della persona che coinvolge tutte le dimensioni umane e spirituali in sinergia con la Famiglia. La grande avventura dell’Oratorio oggi mette in gioco ogni oratorio per definire cosa comporti “fare oratorio”, non solo nell’immediato, ma con una prospettiva che si consegna al futuro nella piena consapevolezza della propria misura, inserendosi in pieno nella pastorale parrocchiale del territorio, sapendo di far parte di una storia più ampia, nella valorizzazione di tutte le realtà che accompagnano i ragazzi a partire dalle loro rispettive famiglie.
Illuminati dalle preziose indicazioni di Papa Francesco, l’Oratorio deve diventare sempre più luogo che rafforza il cammino della Chiesa particolare ed universale, intenzionata a pensare e costruire spazi in cui “sviluppare e potenziare molto di più la nostra capacità di accoglienza cordiale, […] offrire percorsi di amore gratuito e promozione, di affermazione e crescita” (Francesco, Christus vivit, § 217).
La progettualità educativa dell’oratorio ci fornisce la sapienza adeguata a non spaventarsi delle grandi mete: la formazione integrale dei nostri giovani che, in quest’epoca è davvero un’emergenza educativa prioritaria.
L’immagine più significativa a cui è stato paragonato l’oratorio è quella della casa: l’oratorio consiste in un ambiente accogliente dove nessuno si sente escluso, capace di superare la logica dei gruppi chiusi. Per questo motivo è fondamentale che tutti siano formati allo “stile dell’accoglienza”, quello evangelico, basato sulla carità e sulla gratuità.
Il tema della “alleanza educativa fra l’oratorio e le famiglie”
è una priorità nel nostro piano pastorale parrocchiale. La famiglia è coinvolta come «alveo primario di ogni educazione», come risorsa da coinvolgere e «ricchezza» con cui collaborare nell’elaborazione di percorsi formativi di fede, in chiave missionaria. Nello stesso tempo il Progetto- educativo della parrocchia affronta le difficoltà e le fragilità che la famiglia oggi porta con sé e trasmette inevitabilmente ai figli, per cui serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutta comunità cristiana (la stessa preoccupazione ci veniva evidenziata nel documento Cei “Educare alla vita buona del Vangelo”).
In ogni caso, nella relazione fra la comunità e le famiglie, l’oratorio può assumere un ruolo di “ponte” ed essere il luogo principale in cui costruire “alleanze educative” rilevanti, reciproco servizio e attenzioni particolari che arrivino anche a progetti di sostegno, accompagnamento e formazione.
Il futuro dell’evangelizzazione dipende in gran parte dalla famiglia , cellula viva della Chiesa e della società, comunità salvata e che salva, soggetto originale insostituibile e priorità pastorale.
Da anni la catechesi catecumenale trova il terreno fertile nell’ambito dell’Oratorio-parrocchiale dove, attraverso i ragazzi raggiungiamo e coinvolgiamo le famiglie rispettive. La Nota della CEI (2004) “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” al n.7: “Un ripensamento si impone, se si vuole che le nostre parrocchie mantengano la capacità di offrire a tutti la possibilità di accedere alla fede. In prospettiva catecumenale, il cammino va scandito in tappe, con percorsi differenziati e integrati. Occorre promuovere la maturazione di fede e soprattutto bisogna integrare tra loro le varie dimensioni della vita cristiana: conoscere, celebrare e vivere la fede, ricordando che costruisce la sua casa sulla roccia solo chi “ascolta” la parola di Gesù e la “mette in pratica” (cfr Mt 7,24-27). La fede deve essere nutrita di parola di Dio e resa capace di mostrarne la credibilità per l’uomo d’oggi”.
Fermandoci, appunto, ai ragazzi dell’iniziazione cristiana, si è fatto in modo di riorganizzare totalmente la pratica della catechesi, rendendola un cammino vero e proprio per “diventare cristiani”, a cui la famiglia accetta liberamente di partecipare con i propri figli, scandito da riti e celebrazioni, fatto anche di esperienze di vita cristiana (gesti di solidarietà, giornate comunitarie, oratorio, caritas, consiglio pastorale e per gli affari economici ecc.), partecipazione progressiva alla vita della parrocchia, celebrazione unitaria dei sacramenti della Cresima ed Eucaristia. L’oratorio diventa il “luogo opportuno” per riattivare la trasmissione della fede nelle famiglie e sostenerla con gli incontri comunitari. Siamo sempre più consapevoli della grande sfida della catechesi di oggi che è quella di imparare ad “essere”e “fare i cristiani”, piccoli o adulti che siano.
Nel “Direttorio Generale per la catechesi”(1997): nei nn.60-68
Si definisce la catechesi della iniziazione cristiana come esperienza globale in cui coinvolgere ragazzi e famiglie. Il tratto domestico che il nostro oratorio sta assumendo aiuta a dare ai ragazzi e giovani l’esperienza forte della testimonianza dei genitori che si scommettono volentieri a far parte del cammino di fede propria e dei propri figli, in un contesto di relazioni vere capaci di generare valori significativi per la vita. “Oggi è necessario uno sguardo nuovo sulla famiglia, per custodirne la bellezza e prendersi cura «delle sue fragilità e delle sue ferite»”: lo ha sottolineato Papa Francesco nel messaggio inviato il 19 marzo 2021 ai partecipanti dell’incontro “Il nostro Amore quotidiano”, promosso dal Dicastero Laici, famiglia e vita, Diocesi di Roma e Istituto Giovanni Paolo II dove si precisa ancora: “ il nostro compito pastorale più importante riguardo alle famiglie, è rafforzare l’amore e aiutare a sanare le ferite, in modo che possiamo prevenire l’estendersi di questo dramma della nostra epoca”.
L ‘oratorio parrocchiale ha sostenuto e continua a sostenere molte famiglie in difficoltà attraverso il cammino di fede dei figli dove si sono sentiti valorizzati e rispettati e mai giudicati. (indicazione emersa dalle famiglie della Parrocchia).
Durante la Festa di S. Giuseppe l’oratorio parrocchiale ha vissuto un momento significativo con tutti i papà dei nostri bambini e giovani. La centralità dell’assemblea eucaristica ha visto la partecipazione di numerosissime famiglie ed è stato un momento di grande edificazione reciproca (non solo fons et culmen della vita cristiana ma sorgente da cui la Famiglia prega e celebra il proprio essere nella Chiesa).
Dopo la celebrazione eucaristica i bambini hanno rivolto ai propri padri poesie e filastrocche di amore salendo con coraggio e determinazione sul palco, sprigionando emozioni indescrivibili in tutti.
Concludo citando “Patris corde” di Papa Francesco che diventa l’augurio più bello per i papà: “La paternità che rinuncia alla tentazione di vivere la vita dei figli spalanca sempre spazi all’inedito. Ogni figlio porta sempre con sé un mistero, un inedito che può essere rivelato solo con l’aiuto di un padre che rispetta la sua libertà. Un padre consapevole di completare la propria azione educativa e di vivere pienamente la paternità solo quando si è reso ‘inutile’, quando vede che il figlio diventa autonomo e cammina da solo sui sentieri della vita”.