di Carmelo Mirisola
Il decreto milleproroghe è stato approvato in via definitiva dal Parlamento e attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore. Come noto, all’interno della discussione parlamentare, sono stati respinti l’emendamento 5.021 che prevedeva anche un concorso straordinario per titoli e servizio per gli insegnanti di religione cattolica e l’emendamento 5.022 che invece prevedeva una prova orale didattico-metodologica per la stessa categoria di precari di lungo corso della scuola. Respinto anche l’ordine del giorno presentato dall’On.
Bucalo per una procedura straordinaria riservata agli insegnanti di religione con almeno trentasei mesi di servizio. Per i precari di religione resta come unico riferimento la procedura prevista dall’articolo 1-bis della legge 159/19 che è ordinaria, con una quota riservata ai docenti che abbiano maturato 36 mesi di servizio, procedura per la quale il 14 dicembre 2020 è stata siglata l’intesa fra il Ministero dell’Istruzione e la CEI.
Oggi, una delle principali novità del Milleproroghe in materia di scuola è il nuovo concorso straordinario per i precari con tre annualità di servizio. Questa procedura straordinaria è la terza prevista dall’inizio della pandemia per i colleghi di altre discipline. Appare subito evidente la differenza di trattamento riservata agli insegnanti di religione, che hanno visto un unico concorso in tutta la storia dell’IRC, nel lontano 2004, a fronte della disattesa cadenza triennale prevista dalla L.186/2003. Il paradosso appare ancor più evidente alla luce della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che sottolinea l’abuso dei contratti a tempo determinato nei confronti dei docenti di religione per i quali si configura, ormai, una situazione di precariato strutturale.
Sono circa 13000 i docenti di religione cattolica che hanno ampiamente superato il termine di 36 mesi, con punte che si attestano attorno ai venti-trenta anni di incarichi annuali su posti liberi e vacanti. Nella sola Lombardia i posti occupati dal personale di ruolo si limita a una percentuale prossima al 30%, i precari sono circa 2500. La situazione nazionale è complessa e varia, In Campania, ad esempio, una inesauribile graduatoria di idonei del 2004 attende ancora di essere immessa a tempo indeterminato. La situazione è tale per cui non è ulteriormente procrastinabile una soluzione che richieda necessariamente un serio esame globale e un’attenzione ai casi particolari.
L’occasione propizia potrebbe essere il sostegni ter, abbiamo un nuovo anno a disposizione per porre fine alla continua esclusione dalle procedure straordinarie e/o semplificate riservate ai colleghi di altre discipline. Questa discriminazione non è più sostenibile e risulta lesiva della dignità professionale di questi insegnanti che da anni lavorano seriamente per una disciplina che rientra a tutti gli effetti nelle finalità della scuola.