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«Francesco ha vissuto la sequela fino in fondo»: l’omelia dell’Arcivescovo Luigi per il Papa

«Non era un uomo solo al comando, ma un fratello in cammino con altri». Così l’Arcivescovo Luigi ha descritto papa Francesco durante la celebrazione eucaristica di suffragio tenutasi il 23 aprile in Cattedrale. Prendendo spunto dagli Atti degli Apostoli, ha accostato la figura del Pontefice a quella di Pietro, capace di camminare insieme, di convertirsi, di prendere in mano chi era ai margini e portarlo dentro la comunità.

«Pietro – ha detto l’Arcivescovo – è il primo a vivere una sinodalità concreta, a non isolarsi, a non sottrarsi al confronto. Questo lo abbiamo visto anche in Francesco: seduto accanto a vescovi, presbiteri, consacrati e laici, capace di scelte condivise, di ascolto, di attenzione ai poveri e agli esclusi».

Ha ricordato poi come papa Francesco abbia più volte ribadito che «desiderava una Chiesa povera per i poveri», e ha sottolineato l’impegno concreto anche nella diocesi di Catania, citando, tra gli altri, la lavanderia per i senzatetto e la chiave consegnata alla Locanda del Samaritano.

«Ha introdotto parole nuove, ma necessarie. “Primerear” – ha osservato – è un verbo che ha portato con sé: significa prendere l’iniziativa, come ha fatto Cristo. Francesco ha saputo mettersi in cammino prima degli altri, davanti a tutti, verso chi era rimasto indietro».

Nell’omelia sono state ricordate anche alcune encicliche di papa Francesco. Laudato si’ ha aperto nuove prospettive sul rapporto tra fede e cura del creato, mentre Fratelli tutti ha rilanciato il valore della fraternità e del dialogo come via per una società più giusta e solidale. Con Gaudete et exsultate, il Papa ha riportato l’attenzione sulla chiamata universale alla santità; con Dilexit nos ha riproposto il Cuore di Cristo come centro della vita spirituale. L’Arcivescovo ha inoltre sottolineato la centralità della spiritualità legata alle beatitudini e ha invitato a custodire due devozioni semplici, ma significative: quella a San Giuseppe dormiente, simbolo della fiducia nei sogni di Dio, e quella a santa Teresina di Lisieux, «la santa della piccola via, che Francesco ci ha indicato come via di santità».

«Non dimenticatevi di pregare per me», ripeteva al termine di ogni udienza. «Ora siamo noi – ha concluso l’Arcivescovo – a dire: siamo certi che tu preghi per noi».

Nei prossimi giorni, in molte comunità della diocesi di Catania si terranno celebrazioni eucaristiche in suffragio di papa Francesco. Di seguito, le date e gli orari nelle Chiese Madri dei comuni:

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