Aveva ancora negli occhi la luce della Resurrezione, Papa Francesco, quando – stremato ma sereno – ha impartito la sua ultima benedizione al mondo. Poche ore dopo, la sua morte ha segnato la fine di un pontificato che ha saputo parlare al cuore degli uomini, anche e soprattutto nei momenti di fragilità. A Catania la notizia è giunta come una scossa silenziosa, accompagnata da un sentimento profondo di riconoscenza per l’attenzione costante che il Santo Padre ha riservato anche alle periferie della Chiesa, come la nostra.
Durante l’ultima Quaresima, il Pontefice aveva esortato i fedeli a “camminare insieme nella speranza”, invitando a uscire dalla autoreferenzialità e a essere “tessitori di unità” . Parole che risuonano con particolare intensità oggi, mentre la Chiesa e il mondo intero piangono la sua scomparsa.
Papa Francesco ha sempre mostrato una profonda attenzione per le periferie esistenziali e geografiche. In un incontro con Monsignor Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, aveva espresso il suo affetto per la città: «Catania, Anch’io la porto nel cuore, perché è una terra di fede e di lotta». Un legame che si è manifestato anche attraverso l’attenzione alle sfide sociali e spirituali della Sicilia, come la lotta contro la mafia e l’impegno per l’integrazione dei migranti.
«Cristo è risorto, e in Lui tutto rinasce alla speranza – Queste le ultime parole durante il messaggio Urbi et Orbi di ieri – A Lui affidiamo le vittime di ogni guerra, in particolare quelle in Terra Santa, in Ucraina e in tante altre regioni del mondo martoriate da conflitti dimenticati. Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo: l’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo. Occorre fermare la spirale della violenza e promuovere un’autentica cultura della pace, fondata sul dialogo, sull’ascolto e sulla cooperazione tra i popoli. La pace non si impone, ma si costruisce, giorno dopo giorno, con gesti concreti di fraternità. Che la luce del Risorto raggiunga ogni cuore affranto, ogni famiglia provata, ogni nazione in conflitto».
La sua ultima Pasqua è stata anche un momento di unità ecumenica. Nel 2025, infatti, la Pasqua è stata celebrata nello stesso giorno sia nel calendario gregoriano che in quello giuliano, un evento che il Papa ha definito “provvidenziale” e che ha auspicato possa diventare la normalità per tutti i cristiani .
Oggi, Catania si unisce al cordoglio della Chiesa universale, ricordando un Papa che ha saputo essere vicino con il suo spirito, lasciando alla città un messaggio di speranza e solidarietà che continuerà a risuonare.
In una nota diffusa dalla Diocesi, il Vicario Generale, mons. Vincenzo Branchina, ha annunciato:
“Questa mattina, alle ore 7:35, Sua Santità Papa Francesco ha fatto ritorno alla Casa del Padre.
Questa sera, alle ore 19:30, presso la Cattedrale, si terrà una veglia di preghiera per rendere grazie
al Signore per il dono di Papa Francesco, che “ci ha guidati a vivere con fedeltà, coraggio e amore
universale i valori del Vangelo, ponendo particolare attenzione ai più poveri e agli emarginati”. Sarà
anche occasione per affidare la sua anima all’infinito amore misericordioso di Dio.
Mercoledì 23 aprile, giorno del suo onomastico, alle ore 19:00, sempre in Cattedrale, verrà
celebrata una Santa Messa in suffragio di Papa Francesco, affinché Dio, nella sua infinita
giustizia, ricompensi il Suo instancabile servitore di Cristo e della Chiesa.
Si invitano tutti i presbiteri della città a partecipare coralmente.
Da Giovedì 24 aprile, in tutte le città e i paesi dell’Arcidiocesi, i vicari foranei o i parroci delle
Chiese Madri, avranno cura di celebrare una Santa Messa in suffragio del Papa, invitando a
partecipare anche le autorità.
Il Presidente della CEI, Cardinale Matteo Zuppi, ci ha inoltre invitato a suonare le campane a morto
in segno di lutto, come richiamo alla preghiera personale per il Papa amato da tutto il popolo.
Si ricorda, infine, che durante la sede vacante il nome del Papa viene omesso nelle Preghiere
Eucaristiche e nella Liturgia delle Ore. Durante l’Ottava di Pasqua si celebra la Messa del giorno e
nelle preghiere Eucaristiche si aggiunga il ricordo del Papa nelle intercessioni per i defunti.
Possano le porte del Regno accogliere Papa Francesco, che si è donato fino alla fine.”
Anche l’imam Kheit Abdelhafid, Presidente della Comunità islamica di Sicilia, ha voluto affidare il suo messaggio

Con profonda tristezza la Comunità islamica di Sicilia apprende della scomparsa di Sua Santità Papa Francesco, riconosciamo in lui una figura di grande spiritualità, dedizione all’umanità e impegno instancabile per la pace.
Il suo costante invito al dialogo interreligioso e alla fratellanza tra i popoli ha lasciato un segno profondo anche nei cuori di molti musulmani. La sua testimonianza di amore, giustizia e compassione resterà viva come guida e ispirazione per le generazioni future.
Ci uniamo con rispetto e vicinanza al dolore della Chiesa Cattolica e di tutti i fedeli, elevando la nostra preghiera affinché Dio, il Misericordioso, lo accolga nella Sua pace e dia conforto a quanti oggi piangono la sua scomparsa.
Inna lillahi wa inna ilayhi raji’un
(A Dio apparteniamo e a Lui facciamo ritorno)