Una Via Crucis della speranza per le strade di San Berillo, nel centro storico degradato di Catania. L’evento, presieduto dall’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna, s’è svolto Mercoledì Santo con una folta partecipazione di popolo: hanno partecipato abitanti del quartiere, la parrocchia, rappresentanze musulmane, ortodosse e di varie realtà ecclesiali della diocesi.
Le 14 stazioni della Via Crucis, che si è snodata per il quartiere, sono state commentate da rappresentanti della comunità parrocchiale, dalle Missionarie della carità (le suore di Madre Teresa), dalle Serve della Divina Provvidenza, dalla Pastorale carceraria e dalla Pastorale sociale, dalla casa della Mercede, dalla Comunità di sant’Egidio, dall’Osservatorio Urbano, dall’imam della Moschea della Misericordia, dalla Rete Movimento in Strada e dal Coordinamento religioni in dialogo.

Quest’anno l’arcivescovo Renna ha voluto inserire anche una “Stazione zero”. “C’è sempre una stazione numero “0” in ogni storia- ha spiegato l’arcivescovo – a volte è sotto gli occhi di tutti, ma viene dimenticata perché ritenuta secondaria; a volte è frutto di una scelta che rimane radicata nel cuore e accompagna tutta quella storia. La stazione n.”0” nel Cuore di Gesù Cristo è quella che fa sosta nel cenacolo, dove ci dice come vivrà le ore della sua Passione e poi lascerà quel segno inconfondibile del pane spezzato non come un ricordo da fotografia, ma come un memoriale, qualcosa che solo chi come Dio è eterno può donare agli uomini: rendersi presente in ogni attimo della storia. Da quella stazione prende avvio una storia di mitezza e di perdono, di redenzione dal male, perché di fronte alla morte e alla violenza che la accompagna, Cristo decide di donare, non di lasciarsi strappare la vita: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue: prendete e mangiate. Prendete e bevete. Fate questo in memoria di me”. “In un terreno di morte, – ha proseguito monsignor Renna – Cristo ha gettato un seme di vita e di amore”.
Vogliamo raccontare questa singolare Via Crucis attraverso gli scatti del fotografo Luca Artino.
Foto di Luca Artino