C’è una parte importante della storia siciliana che passa dai monasteri: luoghi di silenzio, preghiera e cultura che, nei secoli, hanno custodito opere d’arte di straordinario valore. A raccontarle oggi è “Dai Monasteri e dai Conventi – Tesori d’Arte”, volume appena pubblicato dalla Regione Siciliana, che sarà presentato al Museo Diocesano di Catania sabato 12 aprile. Il libro è il risultato di un lavoro condiviso tra istituzioni: Regione, Prefettura, Soprintendenza, Arcidiocesi e Museo Diocesano. Un progetto che affonda le sue radici nella mostra ospitata proprio al museo catanese dal 20 aprile al 28 luglio 2024.

«Un lavoro corale», lo definisce la direttrice Grazia Spampinato.

«Nato per valorizzare un patrimonio spesso poco visibile, ma fondamentale per comprendere la nostra identità culturale e religiosa». La mostra è stata articolata per “isole”, ciascuna dedicata a un ordine religioso: francescani, domenicani, benedettini, paolotti e altri ancora. Accanto alle opere, anche materiali multimediali, tra cui un video particolarmente suggestivo con la Lettera di Dusmet ai monaci benedettini costretti a lasciare il convento di San Nicolò l’Arena, dopo le soppressioni ottocentesche. È proprio da quel momento storico che prende forma il progetto: con il decreto del 7 luglio 1876, i beni degli ordini religiosi furono incamerati dallo Stato e affidati al Fondo Edifici di Culto (FEC), che ancora oggi ne conserva la proprietà. Molte delle opere esposte provenivano da queste raccolte. Durante l’incontro porteranno i saluti istituzionali l’arcivescovo Luigi Renna, il prefetto Maria Carmela Librizzi, Alberto Cardillo (Assessorato regionale ai Beni culturali) e Mario La Rocca (Dipartimento regionale Beni culturali). A introdurre i lavori sarà Ida Buttitta, soprintendente per i beni culturali di Catania. Gli interventi principali saranno affidati a Cristina Soraci, docente di Storia romana all’Università di Catania, e Giovanni Travagliato, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Palermo. Modera Alessandro Rapisarda, ufficio per le comunicazioni sociali. La pubblicazione raccoglie non solo il catalogo delle opere esposte, ma anche il senso profondo di una riflessione condivisa: come raccontare oggi l’arte nata nei luoghi del sacro e come restituirle visibilità in una società che rischia di dimenticarne il valore.

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