
Era il 1985 quando l’Arcidiocesi di Catania cominciò ad avere una voce ufficiale nel campo dell’informazione per avvicinare i fedeli all’ascolto, alla lettura e alla comprensione: nacque così “Prospettive”. «Il primo strumento informativo della Chiesa locale, una voce sentita e letta» la definisce Piero Isgrò, firma storica del giornalismo siciliano, dottore in giurisprudenza tra i fondatori del periodico settimanale. Isgrò è un giornalista professionista catanese «dalla vita movimentata» – come lui stesso la definisce – che per anni ha vissuto a Roma, lavorando al Tg1 dal 1990 al 2000, ma che ha fatto molto per la propria città d’origine. Poeta e scrittore, oltre che giornalista, si è sempre occupato di cultura, divenendo responsabile del settore spettacolo e della terza pagina del quotidiano “La Sicilia”, dove ha iniziato la sua carriera.
Ma come è arrivato a “Prospettive”? «Sono stato coinvolto nella nascita di questo periodico – ci racconta – quasi per caso: mia moglie, membro dell’Opera Diocesana Assistenza di Catania, conosceva padre Calanna, che per anni ne è stato l’editore del giornbale, e ha saputo da lui che la curia di Catania, allora sotto l’episcopato di monsignor Domenico Picchinenna, aveva l’intenzione di munirsi di uno strumento di comunicazione ufficiale, una testata legalmente registrata e che fosse una voce autorevole. Perché questo avvenisse era necessaria la firma di tre giornalisti professionisti ed è così che fui coinvolto nel progetto e ne divenni un fondatore».
“Quell’anno in cui pubblicammo a puntate un romanzo di Martoglio”
Nato come fonte di informazione ufficiale della chiesa etnea, “Prospettive” fu ed è tuttora un giornale cattolico, ma aperto agli influssi della società: «Questo periodico – ricorda Isgrò – non è mai stato troppo ecclesiastico: tra i suoi collaboratori annovera molti laici e tra gi argomenti trattati ci sono sempre stati attualità, approfondimenti e cultura. Ricordo che un anno decidemmo di pubblicare a puntate un romanzo di Martoglio ed ebbe molto successo». A testimonianza di quanto detto, nell’archivio di “Prospettive” si possono leggere degli articoli dello stesso Isgrò che già nel primo anno di vita del periodico commentava a caldo notizie locali, come la disastrosa situazione amministrativa catanese nell’estate dell’85 in attesa di una nuova giunta, e altre internazionali, come la strage nello stadio di Bruxelles in cui morirono 39 persone a causa degli scontri tra tifoserie. «Sono passati 40 anni, non ricordo moltissimo di quel periodo, ma posso dire con certezza che “Prospettive” non fu e non è un giornale dilettantistico, anzi, lo definirei il miglior periodico cattolico della Sicilia e non solo» conclude Isgrò.