Quando rifletto sul percorso compiuto insieme a Prospettive – che ha raggiunto la matura e bella età di 40 anni – mi rendo conto che, più che un semplice vicedirettore, mi sento parte integrante di una missione che va oltre il quotidiano incarico amministrativo: sono un testimone della vita e della realtà della nostra Chiesa catanese, che oggi, grazie ai social, riesce a farsi sentire in ogni angolo della città e oltre.

Nel traghettare Prospettive nel mondo digitale – ruolo che svolgo ormai da circa 8 anni – abbiamo adottato una strategia chiara: sfruttare il web per abbattere le barriere geografiche e dare voce a chi altrimenti rimarrebbe nell’ombra. La nostra linea guida resta immutata: testimoniare il bene, il bello e il buono fino agli estremi confini della terra. Con l’avvento della cultura digitale, il concetto stesso di confine si è dissolto, permettendoci una comunicazione globale con un semplice clic.

Stando agli ultimi dati interni, l’iniziativa ha generato un incremento importante delle interazioni: abbiamo registrato un aumento di oltre il 120% sui nostri canali social, con una copertura che ha raggiunto milioni di utenti in tutto il mondo. Grazie a queste piattaforme, siamo riusciti a toccare fasce di età e segmenti di popolazione che un giornale cartaceo non poteva immaginare: secondo Google Analytics, tra il 2024 e il 2025 abbiamo superato i 115.500 lettori. Le pagine ufficiali di Prospettive su Facebook e Instagram sono oggi un vivace punto d’incontro per chi cerca non solo notizie o messaggi di fede, ma anche un’analisi critica e umana dei temi sociali della nostra città.

I social non sono per noi soltanto strumenti di comunicazione, ma veri e propri veicoli per dare voce a chi spesso resta inascoltato. Abbiamo deciso di mettere in risalto le realtà del volontariato, del terzo settore e delle associazioni simbolo di solidarietà e carità, accendendo un riflettore sul ruolo e sulle numerose iniziative che la Chiesa e le parrocchie realizzano sul territorio, soprattutto nell’ambito dell’accoglienza. Storie e progetti di speranza, altrimenti celati, vengono così messi in evidenza: ad esempio, la recente campagna di solidarietà a sostegno dei carcerati ha mobilitato le comunità parrocchiali, che, grazie ai social, condividono e amplificano il messaggio coinvolgendo attivamente i fedeli. Queste iniziative arricchiscono il nostro spazio digitale, contrastando la superficialità e la frivolezza che troppo spesso si riscontra sul web.

Abitare la Rete, come ha più volte sottolineato Papa Francesco, significa portare ovunque il messaggio di speranza e amore cristiano. Il nostro impegno si traduce nel popolare il web con contenuti che parlano di Dio e delle sfide quotidiane della nostra comunità. Ogni post e ogni racconto costituiscono un tassello di un mosaico di testimonianze reali: storie scoperte per le vie della nostra città, racconti di chi si batte per il bene comune, autentiche pepite di luce che il nostro giornale ha saputo individuare e narrare.

Da due anni, grazie all’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della diocesi, la nostra redazione si impegna attivamente a formare giovani e meno giovani appassionati di comunicazione attraverso il corso “Cercatori e divulgatori di buone notizie”. Questo percorso trasmette non solo competenze tecniche nell’utilizzo dei social, ma anche l’esperienza e l’etica che Prospettive porta avanti da 40 anni.

Oggi Prospettive si conferma come una piattaforma dinamica, capace di fondere tradizione e innovazione. I nostri contenuti offrono una prospettiva unica per comprendere le problematiche sociali in modo smart e immediato. Guardando al futuro, il nostro percorso sui social ha superato la semplice pubblicazione di articoli: ci siamo spinti verso la produzione di contenuti video e dirette, ampliando la nostra presenza su YouTube, Facebook e WhatsApp. Abbiamo anche iniziato a esplorare il mondo dei podcast su Spotify, grazie all’impegno di promettenti collaboratori formati nei nostri corsi.

Il mio augurio è quello di continuare a sfruttare il potere della rete per abbattere ogni barriera, portando alla luce storie che meritano di essere raccontate e dando voce a chi, per troppo tempo, è rimasto in silenzio. Sono fiero di quanto abbiamo realizzato e convinto che, alimentando questo spirito di comunità e impegno sociale, la nostra Chiesa catanese continuerà a essere un faro di luce e speranza, capace di raggiungere ogni angolo del mondo digitale e, di conseguenza, ogni angolo della Terra anche grazie al nostro giornale.

Foto di Nuccio Condorelli

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