Pubblichiamo alcuni commenti di giovani universitari al primo podcast della serie Santi e martiri della Sicilia contemporanea dedicato al giudice Rosario Livatino, e prodotto dall’Ufficio Comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Catania in collaborazione con “Prospettive” e con Caritas diocesana.

Ascoltando il podcast sono rimasto affascinato, come spesso mi è accaduto di fronte a personalità del genere, vedendo con quale coraggio e dedizione il giudice ha condotto la propria professione. Infatti non credo che sia stato semplice essere un giudice nella Sicilia degli anni ottanta: un periodo che oggi ricordiamo per la “guerra civile” tra Stato e mafia; anni in cui sarebbe stato facile considerare i mafiosi come feccia. Ma è proprio in virtù di queste considerazioni, che mi stupisco quando sento parlare di un magistrato che ha saputo vedere l’uomo dietro al criminale ed è riuscito a trattarlo di conseguenza, superando i pregiudizi e i possibili timori.

In sintesi, è questo che ho apprezzato di più nel podcast: l’aver trasmesso – al di là dell’aspetto religioso che nella vicenda di Livatino risulta senza dubbio rilevante – la storia dietro questa figura profondamente umana. Mi ha dato qualcosa su cui ragionare, qualcosa da cui posso trarre ispirazione”.

Davide Leonardi

Questo podcast racconta perfettamente la figura e le vicende che hanno caratterizzato la vita e la morte del Magistrato Rosario Livatino, che ci viene descritto come un giovane coraggioso e molto credente che ha saputo gestire perfettamente la sua fede ed il suo lavoro, coniugando l’applicazione delle leggi dei codici di diritto con la giustizia divina, avendo sempre misericordia e compassione dei criminali vedendoli prima come figli di dio piuttosto che assassini, credendo fermamente che potessero redimersi e tornare sulla strada giusta. (…) La sua è una figura unica nel suo genere, figura di cui purtroppo a mio parere non si parla abbastanza, per questo abbiamo bisogno di più progetti come questo, per non dimenticare chi ha dato la vita per renderci liberi.

Agata Sofia Vinciguerra

La realizzazione del podcast della durata di undici minuti rappresenta un esempio significativo di come la passione e l’impegno dei giovani possano contribuire a mantenere viva la memoria di figure emblematiche come Rosario Livatino. Attraverso un’attenta ricerca e raccolta di testimonianze, il lavoro svolto dagli autori non solo onora la memoria di Livatino, ma serve anche da ispirazione per le nuove generazioni, sottolineando l’importanza di valori come il coraggio e la dedizione per il bene comune.

Erika Patti

Quello dell’Arcidiocesi di Catania è un podcast intriso di tensione e malinconia sulla perdita di un giudice che ha fatto tanto per il nostro Paese. (…)  La musica, il rumore della penna in sottofondo sul foglio fanno entrare nel vivo della storia; è un podcast carico di informazioni che fa capire come anche i giovani si informano su temi caldi per la nostra Terra.

Chiara Schembra

Il podcast, emotivo e lucido insieme, ricostruisce le scelte e il sacrificio del giudice beato anche attraverso le testimonianze di don Massimo Naro, di don Giuseppe Livatino e le rabbiose parole pronunciate alla Valle dei Templi nel maggio del 1993 da Papa Giovanni Paolo II. Il risultato è una narrazione che scuote l’ascoltatore suscitando profonda ammirazione per il coraggio e l’integrità di un esempio luminoso di magistrato e uomo.

Naomi Zappulla

Chiarezza, aria evocativa ma al contempo precisa contestualizzazione sono presenti in questo prodotto, realizzato, a mio avviso, con cura e sentimento, rendendo il risultato interessante anche grazie all’inserzione di voci differenti che commentano direttamente la figura di Livatino, delineata in maniera esaustiva dalla sua nascita fino alla coraggiosa morte.

 Sofia Greco

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Tramite diverse interviste, dal teologo e docente don Massimo Naro, che descrive il cammino di fede del giovane giudice, al cugino del magistrato don Giuseppe Livatino, che si impegna nella preservazione della memoria di suo cugino raccontando alcuni aneddoti, assistiamo alla storia di un uomo che svolse il suo lavoro e i suoi doveri con dignità ed integrità, con la tenacia e la diligenza di un magistrato, e con la bontà e la misericordia di un vero uomo di fede. (…)Vediamo anche un uomo coraggioso che, nonostante sapesse il rischio che correva quando firmava le sentenze, non smise di lottare per ciò che giusto. Il giovane giudice beato non era un magistrato qualunque, ma un esempio di come uno può vivere la propria vita con integrità, anche se si è circondati dalla corruzione, di come uno può fare scelte coraggiose senza che si lasci sopraffare dalla paura; un segno di speranza, in cui ci mostra che l’amore non può mai essere soffocato dall’odio, e che il bene prevale sempre sul male.

                                                                                                        Isabella Consiglio

Sono rimasta profondamente colpita dalla semplicità e dalla completezza con cui vengono raccontati i fatti: il podcast riesce a restituire un ritratto autentico e profondo di Rosario Livatino, non solo come magistrato integerrimo, ma anche come uomo guidato da valori forti e da una fede incrollabile. I narratori creano un percorso, evidenziando un nuovo profilo del giudice siciliano, dove viene data importanza non solo alla sua bontà d’animo, ma anche al coraggio con cui affrontava il lavoro. Proprio queste qualità, riconosciute da Papa Francesco, hanno reso possibile la sua beatificazione nel 2021. La narrazione coinvolgente e le testimonianze significative rendono omaggio alla sua memoria, offrendo un prezioso spunto di riflessione su legalità, giustizia e spiritualità. Un ascolto breve ma intenso, capace di lasciare il segno.

Nicosia Letizia

 Da credente, ritengo che questo podcast offra un importante spunto di riflessione, in particolare per i giovani, soprattutto per coloro che si trovano ad affrontare scelte di vita difficili o che hanno intrapreso percorsi problematici. In un contesto sociale complesso come quello attuale, risulta fondamentale sensibilizzare le nuove generazioni su tali tematiche, evidenziando le possibili conseguenze delle proprie azioni. Tuttavia, credo che il podcast sia maggiormente comprensibile per un pubblico adulto. Sarebbe auspicabile renderlo fruibile anche ai più giovani, affinché possano acquisire una maggiore consapevolezza sulla realtà della criminalità organizzata in Sicilia.

Sofia Rocca

Da non ascoltatore usuale di podcast, ho apprezzato molto questo sul giudice Livatino: il discorso segue un filo logico pulito, e gli spezzoni delle interviste fatte a chi lo conosceva sono integrate bene, non sono superflue, anzi, hanno fatto in modo che potessi avere un quadro nitido sia del giudice, che del contesto e degli avvenimenti. Le voci scelte per narrare trasmettono molta serenità, non risultando pesanti neanche nei discorsi più lunghi, e hanno facilitato l’attenzione nell’ascolto anche durante lo svolgimento di altre faccende (il che penso sia uno dei vantaggi principali del formato podcast, quindi ha raggiunto a pieno l’obiettivo); la musica in sottofondo, ad un volume perfetto per non coprire la voce, contribuisce a creare una sorta di “atmosfera” intorno alla storia. Ho trovato molto interessanti le informazioni, tutte essenziali, anche quelle che raccontavano dettagli su Livatino (come, per esempio, la vicenda sulla scarcerazione del giorno di Ferragosto), che all’apparenza possono sembrare in più, ma aiutano ad avere un’immagine più chiara del personaggio. Come ho detto, non sono un ascoltatore di podcast, ma, ascoltando questo, ho rivalutato il mio giudizio su questo formato.

Christian Giunta

L’intero episodio del podcast riesce a disegnare perfettamente la figura di quest’uomo che si è dato con tutto il corpo, alla causa in cui credeva. Coinvolgente e scorrevole. Una pillola di cultura che in soli 12 minuti riesce a creare una grande connessione tra noi e la storia. Mi verrebbe quasi da definirlo come una grande opportunità per noi giovani. Un’opportunità per conoscere eventi che hanno inevitabilmente e indelebilmente, segnato la nostra storia. La presenza di testimoni reali, che raccontano in maniera diretta il vissuto del giudice e il suo modo di essere, ti aiuta a entrare ancora di più nella storia e ti porta a sentirti vicina all’ideale nel quale lui credeva. A sentire il dolore e il peso che la sua morte lascia. A sentirci perdenti di fronte a questa perdita. Ma anche speranzosi di poter imparare dalla storia.

Carla Chiarenza 

Dopo l’ascolto del podcast, penso che la storia di Rosario Livatino debba essere conosciuta da più persone possibili. Mi ha profondamente colpito la sua dedizione alla giustizia in un contesto molto difficile in cui la mafia e la corruzione sembravano quasi la normalità. La sua etica personale e professionale erano inseparabili, un impegno morale che andava oltre il semplice lavoro di magistrato. La sua morte personalmente ci lascia la convinzione che la giustizia è un valore da difendere sempre, a qualunque costo, un simbolo di resistenza contro la rassegnazione e l’illegalità. Pur non conoscendolo prima, la sua storia mi ha scosso profondamente, difatti penso che riflettere su Livatino significa interrogarsi sul vero significato di servire lo stato e il bene comune, anche nella stessa quotidianità. Lo considero un esempio di come la giustizia possa essere vissuta con onore e senza paura, come quasi un “faro” che illumina la strada giusta da seguire, “sub tutela Dei”.

Silvio D’Aquino

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