Lo storico Salone dei Vescovi dell’Arcivescovado di Catania ha ospitato la presentazione delle Giornate FAI di Primavera, un evento che quest’anno celebra la sua 32a edizione. Questo appuntamento annuale, che si terrà sabato 22 e domenica 23 marzo, offre un’opportunità unica di esplorare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico d’Italia. Il vicario generale dell’arcidiocesi, Vincenzo Branchina, ha espresso l’onore per la scelta del Palazzo Arcivescovile come sede della presentazione. Il saluto dell’arcivescovo, Luigi Renna, ha posto l’accento sul valore storico del Palazzo. Le recenti scoperte durante i lavori di restauro nel Salone di Sant’Agata, causati dall’alluvione di due anni fa, hanno portato alla luce «sotto strati di carta da parati, delle scritte che celebrano il Congresso di Vienna e il nuovo assetto dell’Europa, con particolare riferimento alla Gran Bretagna, a Bentinck e Wellington». L’Arcivescovo ha definito il ritrovamento «un documento storico importante non solo per Catania, ma per tutta la Sicilia e anche per l’Europa».

Il ruolo cruciale dei giovani Ciceroni

Un aspetto centrale di questa iniziativa è la partecipazione di circa 900 giovani apprendisti Ciceroni, che saranno i protagonisti indiscussi della manifestazione. Questi studenti guideranno i visitatori alla scoperta di luoghi storici spesso inaccessibili al pubblico, come il Palazzo Arcivescovile di Catania, il Palazzo degli Elefanti e la Cuba Bizantina a Castiglione di Sicilia. La capo delegazione FAI di Catania, Marilisa Yolanda Spironello, ha sottolineato che «custodire la bellezza dell’Italia significa custodire la nostra stessa anima», come affermato dalla fondatrice del FAI, Giulia Maria Crespi. La fondazione, attraverso il programma degli apprendisti Ciceroni, non solo educa i giovani alla storia, ma li rende consapevoli del loro ruolo attivo nella preservazione della bellezza che ci circonda.

Un’opportunità di crescita per i giovani

Il coinvolgimento degli studenti non si limita solo alla loro formazione come guide turistiche, ma diventa un’esperienza che li arricchisce anche a livello personale. Infatti, nelle edizioni precedenti, la partecipazione di alcuni ragazzi con diverse difficoltà, come un giovane con mutismo selettivo o uno con la sindrome di Asperger, dimostrano che il patrimonio culturale può essere un’opportunità di inclusione e crescita per tutti. Germana Barone, educatrice e docente, ha sottolineato l’importanza di educare i ragazzi alla cultura, trasformandoli in custodi del nostro patrimonio, pronti a trasmettere questa passione alle generazioni future. L’educazione culturale, infatti, è la chiave per creare una cittadinanza attiva e consapevole, capace di prendersi cura del proprio territorio.Il sindaco di Catania, Enrico Trantino, haricordato come «conoscere e comprendere il nostro passato» sia fondamentale per costruire una città più evoluta. L’invito è chiaro: i giovani devono essere motivati a reagire di fronte alle sfide del presente e a sentirsi parte di una comunità che lavora insieme per un futuro migliore.

La forza di una sinergia collettiva

L’evento ha inoltre evidenziato l’importanza di una sinergia tra diversi soggetti: istituzioni, scuola, comunità e giovani. Un lavoro di squadra che permette di valorizzare non solo i monumenti e i luoghi storici, ma anche l’impegno di tutti coloro che lavorano per un obiettivo comune. Le Giornate FAI di Primavera, quindi, rappresentano anche un simbolico «ponte» tra le generazioni. Sebastiano Anastasi, presidente del consiglio comunale, ha rimarcato quanto sia importante per i giovani «sentirsi fieri della loro città» e contribuirealla sua evoluzione. La partecipazione degli studenti a questa iniziativa è un modo per rafforzare il legame tra il passato e il futuro. Un futuro in cui ogni generazione avrà il compito di trasmettere, custodire e valorizzare la bellezza che ci rende unici, e che ci unisce come comunità e come nazione.

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