
La figura di Giuseppina Faro, giovane di Pedara testimone di carità, ha suscitato l’interesse e l’ammirazione di molti. Giuseppina visse una vita breve, morendo a soli 24 anni, ma nonostante la sua giovane età, lasciò un segno indelebile nella sua comunità, incarnando una santità vissuta quotidianamente attraverso la preghiera e l’amore per il prossimo. La sua causa di beatificazione, iniziata negli anni ’80, ha visto l’emergere di numerosi documenti e testimonianze che hanno alimentato l’interesse verso la sua figura. Tra questi, uno degli episodi più significativi è legato alla scoperta a Langres in Francia delle sue preghiere scritte a mano, un ritrovamento che ha illuminato ulteriormente la sua profondità spirituale.
“Da un cuore di fanciulla”: l’articolo di padre Vincenzo Romano
Nel 1992, Padre Vincenzo Romano, un domenicano e membro del comitato storico per la causa di beatificazione di Giuseppina Faro, pubblicò su “Prospettive”un articolo intitolato “Da un cuore di fanciulla”. Questo scritto non solo approfondiva la conoscenza della figura di Giuseppina, ma si concentrava anche sul ritrovamento di alcuni oggetti personali della giovane, tra cui le sue preghiere scritte a mano. Questi scritti, ritrovati in Francia dallo stesso padre Romano e sopravvissuti al passare del tempo, costituiscono una testimonianza straordinaria della vita interiore della fanciulla. Le preghiere, semplici e sincere, sono un riflesso della sua devozione e della sua costante ricerca di Dio, un Dio che Giuseppina cercava di incontrare ogni giorno attraverso gesti di carità e preghiera. Le preghiere scritte da Giuseppina hanno avuto un’importanza fondamentale non solo per il loro contenuto spirituale, ma anche per il loro valore storico. Attraverso di esse, si è potuto comprendere meglio come Giuseppina nutrisse una fede profonda e come la sua vita fosse permeata da una costante preoccupazione per la propria crescita spirituale. Il suo scritto riflette la purezza del cuore di una giovane che, nonostante le difficoltà della vita, riusciva a vivere una relazione intima con Dio, pregando per sé e per gli altri.
Sulle tracce del biografo francese di Giuseppina Faro
Questo episodio illumina il viaggio compiuto da padre Romano a Langres in Francia, dove incontrò gli eredi del sacerdote musicista Nicolas Couturier che nel 1901 aveva pubblicato in francese la biografia di Giuseppina Faro (“La Servante de Dieu Giuseppina Faro de Pedara, Rallet-Bideaud, Langres 1901). Gli eredi di Couturier misero a disposizione del domenicano catanese tutto l’archivio del loro antenato che aveva contribuito anche a diffondere la fama di Giuseppina nelle diocesi francesi. Couturier si era imbattuto nella fama di santità della Faro, durante la sua prima visita a Catania per l’inaugurazione dell’organo della Cattedrale. Il biografo francese aveva raccolto informazioni ed oggetti di Giuseppina, tra cui le preghiere, e aveva provveduto a formare un piccolo archivio-museo nella sua parrocchia. Padre Romano ebbe l’opportunità di esaminare tutti questi oggetti e documenti e di ottenere ulteriori dettagli sulla sua vita e la spiritualità di Giuseppina. In questo modo, si arricchì il panorama di testimonianze che supportano la causa di beatificazione, aggiungendo un ulteriore strato di credibilità alla figura di Giuseppina Faro come esempio di santità.
Un Esempio di Santità nella Quotidianità
Giuseppina Faro non è mai stata una figura di grande notorietà durante la sua vita. La sua santità, infatti, non era quella di una figura pubblica, ma quella di una giovane donna che, con la sua quotidianità, seppe essere testimone del Vangelo attraverso le sue azioni. L’arcivescovo di Catania Luigi Renna l’ha recentemente definita una “santa della porta accanto”. Le sue preghiere, le sue parole, la sua vita semplice e silenziosa sono ancora oggi un esempio di fede profonda e di carità cristiana vissuta a livelli alti.