«Dirigenti scolastici, vi esorto a costruire e promuovere relazioni con i docenti, gli studenti e le famiglie». Così l’arcivescovo di Catania Luigi Renna, con i suoi saluti, ha aperto i lavori del convegno che nel pomeriggio di mercoledì 26 febbraio ha attirato una nutrita platea di insegnanti, educatori e genitori all’auditorium delle Ciminiere. “Insegnanti e studenti in sintonia – ascolto e comunicazione nella relazione educativa” era il titolo dell’incontro organizzato dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale scolastica, diretto dal professor Marco Pappalardo e dall’Ufficio Scolastico Diocesano coordinato da don Roberto Mangiagli.

Marco Pappalardo (Pastorale Scolastica): «Il nostro arcivescovo visita una scuola a settimana. Conosce bene la situazione educativa della diocesi»

Pappalardo, moderatore dell’incontro, in apertura ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le varie realtà scolastiche ed educative presenti nel territorio diocesano. Un lavoro che prosegue sulla scia di alcuni progetti già avviati come quello degli “Amici di Rosso Malpelo”, che nell’ultimo anno ha sviluppato e rafforzato le relazioni tra gli studenti. «Da quando è iniziato il suo ministero episcopale nella diocesi etnea – ha aggiunto il prof. Pappalardo riferendosi all’arcivescovo – monsignor Renna ha visitato circa ogni settimana una scuola del nostro territorio. Proprio questa mattina (26 febbraio) si è recato all’omni-comprensivo “Musco” di Librino-Zia Lisa. Conosce bene, dunque, la nostra situazione educativa».

Mons. Renna: «Continuate a lavorare, soprattutto nei contesti più difficili»

«Se mancano le relazioni – prosegue nel suo intervento Renna – non si può pensare di crescere davvero. Oltre ai programmi didattici, serve fare questo lavoro per recuperare terreno sulla dispersione scolastica. I dati statistici, che però spesso seguono criteri non conformi alla realtà totale, parlano di indici del 20-25%. Ma io credo che i frutti dei nostri progetti si stiano raccogliendo; anno dopo anno il numero di chi rimane nei percorsi scolastici cresce, e diminuisce la dispersione. Continuate a lavorare, affinché all’interno delle scuole non si verifichino più episodi di “incomprensione” come i recenti avvenimenti all’istituto Petrarca (l’aggressione a due insegnanti, ndr). E vi esorto, inoltre – conclude l’arcivescovo – , a non chiedere il trasferimento soprattutto dalle scuole difficili. Le relazioni hanno bisogno di tempo per svilupparsi e maturare. Se continueremo a lavorare trasformeremo davvero il volto della nostra città».

Pellai (psicoterapeuta UniMi): «Gli adulti si impegnino ad “allenare” la vita dei propri figli»

Relatore di rilievo dell’incontro Alberto Pellai, medico psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Milano. «Il tema dell’incontro di oggi è sfidante – ha esordito Pellai – Nell’ultimo anno ho lavorato molto sulla dimensione della fragilità nella relazione educativa, dai ragazzi ai genitori e alla comunità educante. È fondamentale generare un sistema in sintonia. Iniziare lavorando – ha spiegato lo psicoterapeuta – anzitutto sull’empatia con il bambino, che quando è molto piccolo non sa comunicare, se non con il pianto. Con il tempo imparerà a regolare i suoi stati emotivi, ma solo grazie all’ausilio dell’adulto, il quale intervento è fondamentale. C’è bisogno di sguardi, di vicinanza, di connessione intima e profondissima – continua Pellai – per rispondere alla matrice profonda del bisogno umano di interpersonalità e interrelazionalità in un mondo iperconnesso. Anche se non siamo stati mai così disconnessi. In questo contesto l’adulto deve prendersi la responsabilità educativa, “allenando” la vita proprio come fanno i mister degli sport che praticano i figli. Dopo ogni allenamento sono sfiniti, ma imparano fatica e sacrificio; la volta successiva sono pronti a ripartire. La crescita non avviene mai a costo energetico zero. Serve sacrificio, “rendere sacro” l’impegno educativo, confrontarsi con i propri limiti ed evolversi rispetto ad essi».

Marianna Vita, insegnante al carcere di Bicocca: «Questi ragazzi hanno bisogno di qualcuno che li guardi e li accompagni»

Tra i relatori anche tre docenti, che hanno raccontato le loro esperienze: Graziella Maugeri, dell’istituto comprensivo Deledda-Coppola; Mariagrazia La Spina, del Liceo Scientifico Galileo Galilei; Marianna Vita, docente di inglese al CPIA 1 di Catania, presso l’Istituto Penale per Minori di Bicocca. Quest’ultima ha ulteriormente sottolineato l’importanza di costruire rapporti negli ambienti educativi: «Questi ragazzi, più di altri, non hanno bisogno soltanto della lezione didattica. Hanno bisogno di qualcuno che li guardi e li accompagni, di imparare che la vita, anche per loro, non è tutta buia. Quando mi chiedono perché non mi sono trasferita da lì, rispondo sempre che fin quando avrò colleghi e amici che vivono la mia stessa irrequietezza e condividono l’urgenza del vivere l’educazione, i miei ragazzi non li cambierei per nulla al mondo!»

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