«Non si finisce mai di imparare»: sembrerebbe la solita frase fatta, ma assume tutto un altro significato se a pronunciarla è l’arcivescovo metropolita di Catania Luigi Renna riferendosi a se stesso in una classe di terza media. Mercoledì 26 febbraio l’arcivescovo ha visitato il plesso del quartiere Zia Lisa dell’Istituto Onnicomprensivo “Musco”: «Gli istituti onnicomprensivi di norma nascono nei paesi di montagna o in piccole isole. Fu l’ex dirigente Cristina Cascio a battersi perché anche il Musco, che ha sede nei quartieri periferici di Catania, potesse divenire tale», ha raccontato il preside Mauro Mangano nel presentare la scuola a Mons. Renna. «Spesso i ragazzi di Librino, Zia Lisa, San Giorgio –ha continuato il preside – abbandonano la scuola perché dopo le medie non sanno dove andare. Gli istituti superiori sono molto distanti e difficilmente raggiungibili con i mezzi pubblici. Più volte abbiamo provato a portare qui succursali di licei, ma senza risultati».

All’ascolto di queste parole, l’arcivescovo si è mostrato preoccupato e ha voluto conoscere i dati sulla dispersione scolastica da chi la vive quotidianamente: a fronte di numeri che parlano di circa il 21% (Istat) di abbandono in Sicilia, questo si riduce all’8-9% secondo i monitoraggi dell’Ufficio Scolastico Regionale (USR). Questa differenza è dovuta a diversi standard di calcolo: l’Istat si basa sul numero di giovani tra i 18 e i 24 anni senza diploma, che non coincide con tutti i ragazzi che non proseguono oltre la terza media. «Questo dato– ha detto Mons. Renna – andrebbe divulgato per sfatare le false voci che fanno circolare percentuali troppo alte solo per criticare le varie amministrazioni antagoniste».

In dialogo con gli studenti

L’apprensione dell’arcivescovo si è rivelata concreta nel momento in cui ha dedicato la mattinata a visitare le classi dell’istituto. Il tour è iniziato con i ragazzi degli indirizzi di Scenografia, Audiovisivo Multimediale, liceo Musicale-Coreutico: «Auguri per il vostro futuro!» è stato il congedo da tutte le classi. La classica domanda su “cosa vuoi fare dopo?” è stata posta senza retorica, ma con sincera attesa di risposta ed è prevalsa la volontà di proseguire gli studi all’Accademia delle Belle Arti. «È questo il vero valore della scuola: essere un cantiere di futuro, stimolare il desiderio di andare avanti con gli studi e con il lavoro. Difficilmente una ragazza violoncellista che sogna di entrare al conservatorio correrà il rischio di diventare madre a 14 anni» constata Mons. Renna. Aggirandosi tra i corridoi, l’Arcivescovo ha fatto capolino in molte classi e con umiltà ha invitato i ragazzi a sedersi in sua presenza e ha apprezzato le loro perfomance. Fino alle elementari, in cui gessetto alla mano ha rappresentato la storia dell’Arca di Noè per trasmettere il valore della pace – «“shalom” in ebraico e “salam” in arabo» – come un percorso da tenere vivo con l’affetto.

«Diventare genitori a 15 anni impedisce di studiare e lavorare»

Ultima tappa della visita il plesso “Fantasia”: infanzia e primaria in una struttura nata come nido e abbandonata per anni all’incuria, nonostante la presenza di un custode comunale. Recuperato grazie alla denuncia di don Piero Sapienza, sacerdote della parrocchia Madonna del Divino Amore di Zia Lisa, i suoi locali non sono del tutto adeguati a ospitare asilo ed elementare, ma rappresentano un punto di riferimento per il territorio: «Aver ottenuto questa sede – spiega il dirigente Mangano – e l’orario prolungato fino alle 16 significa molto per noi, per i bambini e per i loro genitori». Genitori che spesso sono poco più grandi dei ragazzi delle superiori e a loro si rivolge in conclusione l’Arcivescovo Renna: «Se avete delle mamme giovani, siate loro sempre grati per avervi dato alla luce, ma siate più responsabili! Diventare genitori a 15 anni impedisce di studiare, lavorare, trovare un affetto stabile. Non giocate con la sessualità, non lo dico in senso monastico, ma per il vostro bene!». L’applauso spontaneo della giovane platea rende idea di come Renna abbia centrato il cuore dei ragazzi.

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