
Sempre più spesso, in questo periodo, sentiamo parlare di Intelligenza Artificiale, con toni enfatizzanti, che con frequenza mettono in ombra gli eventuali problemi insiti in questa grande invenzione. A tal proposito, il Dicastero per la Dottrina della Fede è intervenuto, il 28 gennaio 2025, con una Nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, sottolineando il dato di fatto che “vi è ampio consenso” nel riconoscere “che l’IA segni una nuova e significativa fase nel rapporto dell’umanità con la tecnologia”, determinando un “cambiamento d’epoca” (vd Papa Francesco). La Nota elenca subito quali sono gli ambiti, a livello globale, in cui l’IA esercita un forte influsso: i rapporti interpersonali, l’educazione, il lavoro, l’arte, la sanità, il diritto, la guerra e le relazioni internazionali. Estendendosi, inoltre, “in un’ampia gamma di settori”. Fatte queste premesse, nella Nota si osserva che “poiché l’IA continua a progredire rapidamente verso traguardi ancora più grandi, è di importanza decisiva prendere in considerazione le sue implicazioni antropologiche ed etiche”. E su questo intervenire a livello educativo.
A quali condizioni l’IA può essere strumento di pace
E’ opportuno ricordare che già per la Giornata della Pace del 1 gennaio 2024, il messaggio di Papa Francesco “Intelligenza artificiale e pace” affrontava questo problema. Innanzitutto, il Pontefice precisa che quando gli esseri umani, “con l’aiuto della tecnica” e della scienza, si sforzano affinché la terra “diventi una dimora degna di tutta la famiglia umana”, cooperano con il disegno di Dio, portando a compimento la creazione e diffondendo la pace tra i popoli. Perciò, il progresso della scienza e della tecnologia può essere via verso la pace. Ma ciò implica, in primo luogo, che bisogna considerare quali siano gli obiettivi, gli interessi e le situazioni in cui tale progresso è impiegato. Perciò non è sempre scontato che lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale porti un contributo benefico al futuro dell’umanità e alla pace tra i popoli. Abbiamo perciò il dovere di allargare lo sguardo e di orientare la ricerca tecnico-scientifica al perseguimento della pace e del bene comune, al servizio dello sviluppo integrale dell’uomo e della comunità. La dignità intrinseca di ogni persona e la fraternità ci legano come membri dell’unica famiglia umana. Gli sviluppi tecnologici che non portano a un miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità ma, al contrario, aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non potranno mai essere considerati vero progresso (affermava Francesco, nel suo Messaggio).
Se gli algoritmi controllano la vita quotidiana
E’ necessario, allora, saper discernere opportunità e gravi rischi nell’uso delle nuove tecnologie. Se, da un lato, le conquiste della scienza e della tecnologia hanno apportato rimedio a innumerevoli mali che affliggevano l’umanità, dall’altro lato bisogna riconoscere che potrebbero esercitare un controllo, finora inedito, sulla realtà, rappresentando un rischio per la sopravvivenza umana e un pericolo per la casa comune. È allora necessario porsi alcune domande urgenti. Quali saranno le conseguenze, a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace? Il Messaggio di Papa Francesco mette in guardia riguardo all’impiego di una molteplicità di algoritmi, che può influenzare innumerevoli aspetti della vita quotidiana, ad esempio: controllare le abitudini mentali e relazionali delle persone a fini commerciali o politici, decidere l’idoneità di un individuo ad un lavoro, la possibilità di recidiva di un condannato o il diritto a ricevere asilo politico o assistenza sociale. Non devono essere gli algoritmi a determinare il modo in cui intendiamo i diritti umani, oppure a far mettere da parte i valori essenziali della compassione, della misericordia e del perdono. Il paradigma tecnocratico non può essere considerato in assoluto, infatti ci sarà sempre qualcosa di inaccessibile che sfugge a qualsiasi tentativo di misurazione. Il pericolo è quello di cadere nella spirale di una dittatura tecnologica, che aumenterebbe le disuguaglianze, facendo accumulare la conoscenza e la ricchezza nelle mani di pochi, con gravi rischi per le società democratiche e la coesistenza pacifica..
Il mondo, insomma, non ha bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano all’iniquo sviluppo del mercato e del commercio delle armi, promuovendo la follia della guerra(vd Giovanni XXIII in Pacem in terris).Così facendo, non solo l’intelligenza, ma il cuore stesso dell’uomo, correrà il rischio di diventare sempre più “artificiale”.
Sviluppare l’algor-etica
Ma c’è il risvolto positivo: l’IA può essere impiegata “per pavimentare le vie della pace”, sviluppando quella che il Papa definisce “l’algor-etica, in cui siano i valori a orientare i percorsi delle nuove tecnologie”.
L’IA costituisce una sfida per l’educazione. Infatti, i giovani stanno crescendo in ambienti culturali pervasi dalla tecnologia, l’educazione all’uso di forme di intelligenza artificiale dovrebbe mirare soprattutto a promuovere il pensiero critico e quindi ad aiutare i giovani a fare propri gli aspetti sociali ed etici dello sviluppo e dell’utilizzo della tecnologia. Il Messaggio di Francesco affida ai fedeli cristiani, ai credenti delle varie religioni e agli uomini e alle donne di buona volontà il compito di collaborare per cogliere le opportunità poste dalla rivoluzione digitale, e consegnare alle generazioni future un mondo più solidale, giusto e pacifico.
A questa esigenza, ci sembra che possa dare un contributo il Convegno “Naturale o Artificiale. Quale intelligenza serve ai minori?”, organizzato a Catania, dall’Associazione “Cives pro Civitate”, per sabato 1 marzo 2025, alle ore 16,00 presso l’Auditorium dell’Istituto Salesiano “S. Francesco di Sales”, via Cifali 5, con il seguente programma: Saluto del presidente di Cives pro Civitate, Dr. Giuseppre Lo Bello. Interventi: Prof.ssa Silvana Di Bella, Dirigente Istituto Comprensivo De Gasperi – Aci S.Antonio; Dr.ssa Sara Pongiluppi Eleuteri, Executive Coach, Esperta di Intelligenza Artificiale e Igiene Digitale; Dr.ssa Francesca Romana Poleggi, Direttrice editoriale di “Notizie Provita & Famiglia”; Prof. Giuseppe Chiara, Ordinario di Diritto Costituzionale e Pubblico, Università di Catania e Presidente “Movimento per la Vita”, Catania. Modera Avv. Viviana Grasso, Segretaria di Cives pro Civitate.