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Il Crocifisso ligneo della Cattedrale torna a splendere

Al termine della catechesi dell’arcivescovo Renna del mercoledì 15 gennaio in preparazione alla festa di sant’Agata c’è stata una sorpresa: è stata riaperta al culto e benedetta la cappella del Santissimo Crocifisso, recentemente restaurata grazie al programma “Restituzioni”, ideato e curato da Intesa Sanpaolo. Il restauro del Crocifisso ligneo della Cattedrale di Sant’Agata è stato realizzato a “porte aperte” presso il Museo Diocesano.

Il Crocifisso è posto sull’unico altare della cappella nel transetto sinistro della Cattedrale, collocato all’interno di una nicchia decorata con una cornice in gesso dipinto di colore marrone, adornata da rilievi. Nella nicchia sono collocate diciannove teche-reliquiario, realizzate in cartocci di legno intagliato e dorato. Sullo sfondo si può ammirare un paesaggio raffigurante la città di Gerusalemme, dipinto ad olio. La disposizione e la decorazione della nicchia risalgono agli interventi ottocenteschi. Ai lati dell’altare si trovano due statue novecentesche raffiguranti la Madonna e San Giovanni Evangelista, mentre il Golgota, realizzato in gesso dipinto, è anch’esso di quell’epoca. Il Crocifisso ligneo, risalente al XVII secolo, è uno dei capolavori di arte sacra della Cattedrale di Sant’Agata. L’opera, che rappresenta Cristo sulla croce con il capo reclinato e il corpo segnato dai segni della Passione, ha subito numerosi danni nel corso dei secoli. La croce lignea era decorata con un finto marmo e cornici in argento meccato, ma la superficie pittorica mostrava segni evidenti di ossidazione, fumi di candele e depositi di polvere. Inoltre, la scultura aveva subito il danneggiamento dei tarli, che avevano causato microlesioni strutturali, in particolare nelle giunture delle braccia.

Il progetto “Restituzioni”

Gli interventi di restauro hanno incluso la pulitura della superficie pittorica, il trattamento antitarlo e il consolidamento delle parti lignee. Le lesioni sono state risarcite utilizzando legno dello stesso tipo e le superfici dipinte sono state restaurate con tecniche che hanno permesso di riportare alla luce la cromia originale dell’opera. Un aspetto particolarmente significativo del restauro del Crocifisso è stato l’approccio “a porte aperte” adottato presso il Museo. Questo metodo ha permesso ai visitatori di assistere direttamente al processo di restauro e di comprendere meglio le delicate tecniche utilizzate per preservare il patrimonio artistico. Inoltre, il restauro è stato un’occasione per coinvolgere le scuole della città in attività didattiche, durante le quali gli studenti sono stati guidati nel conoscere i passaggi fondamentali di un intervento di restauro. Attraverso queste attività, i ragazzi hanno potuto imparare non solo le tecniche di conservazione, ma anche l’importanza di preservare il patrimonio culturale per le future generazioni. Questa modalità di restauro ha dunque avuto un duplice obiettivo: non solo quello di restituire l’opera al pubblico, ma anche di sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della tutela e conservazione dell’arte.

Il progetto “Restituzioni” di Intesa Sanpaolo, nato nel 1989, si è affermato come una delle iniziative più importanti per la conservazione del patrimonio artistico italiano. Con oltre 2.000 opere restaurate, il programma ha coperto una vasta gamma di opere d’arte, dalle pitture su tela e tavola alle sculture, passando per mosaici, affreschi e oreficeria. Ogni intervento è svolto in collaborazione con le Soprintendenze e gli enti ministeriali, al fine di rispettare il valore storico e culturale delle opere. Ogni edizione del programma culmina con una mostra delle opere restaurate, che in passato ha avuto luogo in sedi prestigiose come le Gallerie d’Italia di Milano, il Museo di Capodimonte a Napoli e la Venaria Reale a Torino. La XX edizione, che si terrà nel 2025, vedrà il restauro di 61 “nuclei” di opere provenienti da tutta Italia, con una mostra finale a Roma, confermando la rilevanza nazionale e internazionale del progetto

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