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“Assieme, per San Cristoforo”, oltre sessanta sottoscrizioni per il documento proposto dal Cantiere per Catania sulla spesa dei fondi del cosiddetto decreto Caivano

È stato redatto appena qualche giorno fa dal Cantiere per Catania, che raggruppa enti del terzo settore (cooperative, enti non profit, imprese sociali, opere educative), associazioni, movimenti, esponenti del mondo accademico, economico, della società civile e del volontariato, il documento “Assieme, per San Cristoforo” che ha già raggiunto oltre sessanta sottoscrizioni e altre se ne aggiungeranno a breve. Tra i firmatari parrocchie, sindacati, scuole, salesiani, scout, cooperative, enti del terzo settore, associazioni, movimenti, organismi sociali e rappresentativi di varia ispirazione, fondazioni. Il documento pone al centro il principio di sussidiarietà – prevedendo pertanto una reciproca collaborazione tra istituzioni e realtà già operanti nel quartiere e nella città – nella definizione della progettualità per il quartiere catanese inserito tra le aree beneficiare dei fondi del cosiddetto decreto Caivano.

Il punto da cui si irradia il contenuto del documento è costituto dalle parole del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che campeggiano in apertura per invitare all’impegno e alla collaborazione da parte di tutti: “La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”. Per i sottoscrittori si tratta di un messaggio per non abdicare alla richiamata “responsabilità sociale e civile avviando e rendendosi disponibili, senza preclusioni, per iniziative e percorsi di collaborazione alla luce della deliberazione del Consiglio dei ministri che, in maniera apprezzabile, il 31 dicembre scorso ha deliberato misure urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza con specifico riguardo a contesti di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile di diverse aree di alcune Città del Paese fra le quali anche il quartiere di San Cristoforo di Catania”.

Il documento muove pertanto una questione di metodo nella progettualità e quindi nella spesa dei fondi (previsti 25 milioni per San Cristoforo, vera periferia sociale, economica e culturale): “Ora le urgenti iniziative decise dal Governo – si legge nel testo – non possono non avvalersi della lunga esperienza in ‘trincea’, del prezioso patrimonio conoscitivo e della conoscenza dell’ambiente” maturata da comunità, realtà associative, organismi sociali, rappresentanti del Terzo settore nel momento in cui, con apprezzabile celerità, viene “avviata la predisposizione, entro 60 giorni, del Piano straordinario degli interventi da sottoporre all’approvazione del Consiglio dei ministri”.

Proprio dalla condivisione e dalla collaborazione passa la prospettiva di un impiego dei fondi con una progettualità che non si esaurisca nel perimetro dello stanziamento. È  una riflessione che emerge dalla corretta attuazione di un’ottica sussidiaria nella predisposizione da parte degli enti pubblici delle attività di interesse generale e di interesse in ambito sociale, come specificato dal Codice del Terzo settore che riprende l’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale previsto dalla Costituzione. Una necessità peraltro ribadita dalla Corte Costituzionale nella sentenza 131/2020 con cui il “Supremo Consesso – prosegue il documento – ha reimpostato, in termini sussidiari, il rapporto fra pubblica amministrazione e organismi del Terzo settore”.

Partecipazione e collaborazione costruttiva sono questioni di metodo e principi normativi non derogabili, nonché “diritti doveri” in quanto, come precisato dal documento che cita le parole del Presidente Mattarella nel corso dell’assise a Trieste dei cattolici in Italia, l’esercizio della “democrazia non si riduce ad un semplice aspetto procedurale e non si consuma neppure soltanto con la irrinunziabile espressione del proprio voto nelle urne nelle occasioni elettorali”.

Catania può diventare un modello perché il futuro di San Cristoforo, degli altri quartieri, dell’intera Città e del nostro Paese “richiede una riscoperta e valorizzazione del ruolo delle comunità”, che riguarda associazioni, movimenti, sindacati, gruppi politici, organizzazioni sociali di svariata ispirazione, attori economici e organismi di rappresentanza, produttive e di rappresentanza, che sono “chiamate a promuovere un vivo e proficuo rapporto fra cittadini e Istituzioni”. Ed è questo, si legge nella parte conclusiva del documento, il vero senso della sussidiarietà: “la messa a sistema del contributo di tutti, realtà sociali, istituzionali, economiche e rappresentative che si impegnano a coordinare le loro azioni in funzione dell’obiettivo del bene della comunità catanese”.

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