Domenica 19 gennaio 2025, alle ore 18,30, nella Chiesa di S. Agata La Vetere, la comunità parrocchiale Madonna del Divino Amore metterà in scena la Sacra Rappresentazione “Il Martirio di S. Agata”. Proprio questo 2025 segna quarant’anni dalla prima volta (febbraio 1985) che la nostra comunità ha proposto alla Città questo dramma sacro, inserito, sin da allora e poi ogni anno, nel programma ufficiale delle celebrazioni agatine cittadine.

La nostra comunità ha creato ed elaborato il testo teatrale allo scopo di proporre una catechesi popolare sul valore profondo della testimonianza di fede in Gesù Cristo, che la nostra concittadina ci ha lasciato. E ciò non deve sembrare qualcosa di superfluo, perché non ci dobbiamo lasciare ingannare dalle folle sempre più numerose che vestono il tradizionale “sacco”, o che seguono per lunghissime ore il fercolo con le reliquie della martire. Infatti, se si cominciasse a chiedere in giro notizie sulla vicenda di Agata, molti non saprebbero dire nulla o quasi. Poi, la maggioranza racconterebbe che essa venne martirizzata dal proconsole romano Quinziano, perché aveva rifiutato la sua proposta di nozze! E’ questa una leggenda metropolitana che, da sempre, anch’io la ricordo così come me la raccontavano da bambino, ha dominato l’immaginario collettivo del popolo catanese. Ma, forse, nessuno si rende conto che in questa maniera si storpia e si svilisce il senso profondo del gesto della giovane Agata, che dà la sua vita per non rinnegare la propria fede in Gesù Cristo, come esigeva l’editto della persecuzione, indetta dall’imperatore Decio nel 250, in cui si obbligavano tutti i sudditi a sacrificare agli dèi di Roma. Infatti, Decio ordinava una persecuzione generale e sistematica, che puntasse a “sterminare ovunque la religione cristiana” (come scrisse Origene), allo scopo di restaurare in modo pieno e per tutte le regioni dell’Impero la religione romana, vista come una sorta di collante dare nuova linfa al sistema sociale e politico imperiale.

Tenendo conto di questi scenari storici, è nata l’esigenza di creare uno strumento di catechesi popolare che, attraverso la rappresentazione scenica, potesse veicolare più facilmente il messaggio, sempre attuale, dell’eroica testimonianza di Agata, fedele a Gesù Cristo, Figlio di Dio, e per questo viene uccisa perché rifiuta di obbedire all’editto. Se poi pensiamo alla specifica tortura dei seni, che Quinziano ordinò di infliggere alla giovane cristiana Agata ed esaminiamo con attenzione le parole con cui essa lo apostrofò: “Empio e crudele tiranno, non ti vergogni di troncare in una donna le sorgenti da cui tu stesso traesti alimento, succhiando al seno di tua madre?”, allora possiamo ben dire che emerge un messaggio che oggi è di grande attualità. Questa giovanissima donna, vergine consacrata a Dio (Deodicata) e martire, si presenta con la sua femminilità forte e fiera, capace di tenere testa allo strapotere imperiale e parla ancora oggi di fronte alla violenza di genere e ai molteplici femminicidi di cui sono piene, purtroppo, le cronache dei nostri giorni. In tal modo, la nostra martire si propone come modello per ogni donna del nostro tempo.

Il nostro dramma sacro può offrire anche un piccolo contributo per rivitalizzare la festa della santa patrona, valorizzando il senso genuino della pietà popolare.

Nel nostro testo teatrale confluiscono diversi elementi che ci restituiscono l’alta fisionomia spirituale della nostra giovane martire. La base è costituita dagli “Atti latini del martirio di S. Agata” (o meglio la “Passio”), quelli della seconda metà  del V sec., e l’inizio del VI sec., della famosa raccolta di G. Bollando. Questi “Atti” li abbiamo seguito liberamente, cercando di filtrarli criticamente sullo sfondo della Storia della Chiesa del terzo secolo nel tempo delle persecuzioni.  Il confronto con le “Passiones” di altri martiri della persecuzione di Decio è stato importante per interpretare lo stato d’animo  con cui essi davano la loro testimonianza a Gesù Cristo. Inoltre, un altro aspetto da evidenziare nel nostro testo è la presenza abbondante della  parola di Dio, sia con i salmi, che il Coro interpreta come la preghiera di Agata o dei suoi concittadini, sia con versetti del Nuovo Testamento, che arricchiscono e completano alcune espressioni messe in bocca ad Agata, secondo gli Atti, sopra citati. La parola di Dio, che rispecchia il modo di pensare e di essere di Agata, è un elemento portante della nostra sacra rappresentazione. E bisogna aggiungere che anche alcuni passi dell’antica liturgia latina propria della solennità di S. Agata sono state recuperate e arricchiscono alcuni momenti del nostro dramma sacro. Nel corso degli anni, il numeroso pubblico che ha assistito alla nostra sacra rappresentazione ha sempre riconosciuto e apprezzato il valore del messaggio che è stato trasmesso, contento per aver scoperto una dimensione inedita di S. Agata.

L’allestimento scenico prevede la presenza di due lettori che inquadrano storicamente il periodo in cui visse S. Agata e illustrano alcune diapositive, proiettate fuori scena, che permettono agli spettatori di ripercorrere i luoghi della nostra città che ricordano il martirio della nostra patrona. C’è da sottolineare che dal 2023, il liceo coreutico dell’Istituto Onnicomprensivo “A. Musco” , partecipa alla realizzazione della sacra rappresentazione, con una bellissima coreografia. Questo coinvolgimento è uno dei frutti della lunga collaborazione tra questa scuola del territorio di Zia Lisa e la parrocchia.

I giovani e gli adulti della comunità parrocchiale Madonna del Divino Amore che, con molto slancio e grande fede,  nel corso di questi quaranta anni, hanno avuto la possibilità di realizzare questa sacra rappresentazione sono una testimonianza vivente del fascino che S. Agata può esercitare nel cuore delle donne e degli uomini, e in modo particolare dei giovani del nostro tempo.

Infine bisogna anche aggiungere che il teatro (sia quello sacro, come quello profano) è stato sempre considerato come un importante strumento pedagogico per il nostro cammino comunitario parrocchiale, sia dal punto di vista della maturazione di fede e di valori, come pure per consolidare la fraternità e la socializzazione.  Inoltre, in questi quarant’anni il nostro “Martirio di S. Agata” è stato rappresentato non solo nella storica Chiesa di S. Agata La Vetere, dove è conservato il sarcofago che custodì il corpo della nostra martire, ma anche in diverse parrocchie di periferia della nostra città e un anno anche a Udine, in una parrocchia con cui avevamo un gemellaggio. In tal modo la comunità del Divino Amore ha avuto l’occasione di diffondere ulteriormente il messaggio di fede di S. Agata, facendo così un’esperienza di Chiesa “in uscita”.

Noi speriamo che, ancora in questa quarantesima edizione, il nostro lavoro teatrale possa dare il proprio piccolo contributo per diffondere lo splendore della fede della nostra giovane martire, che ben a ragione S. Giovanni XXIII definì “Agata splendidissima”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *