La piazza Cavour a Catania, in zona Borgo, comincia a riempirsi di centinaia di persone: ci sono i giovani delle scuole, i volontari delle tante associazioni di volontariato della città, rappresentanti delle comunità ecclesiali, i movimenti del territorio, semplici cittadini. Tutti assieme sembrano suggerire quel silenzioso, profondo e accorato “Grido dell’Umanità è un Grido di Speranza”, tema dell’anno giubilare, che campeggia sullo striscione di apertura della Marcia della Pace 2025 promossa dall’Arcidiocesi di Catania e caratterizzata dalla dimensione ecumenica e interreligiosa per un evento che è ispirato dal Messaggio di Papa Francesco per la LVIII Giornata Mondiale della Pace: “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”.

L’intervento dell’Arcivescovo: “La pace non può essere solo questione della nostra sicurezza”

La prima tappa della giornata si celebra sul palchetto montato davanti alla chiesa di Sant’Agata al Borgo. Parla l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, che, riferendosi alle parole del Papa, evidenzia “un invito alla speranza, riprendendo le parole di Gesù, ‘rimetti a noi i nostri debiti’, perché noi siamo debitori di perdono nei confronti di tante persone e dobbiamo partire da questo: un cuore riconciliato e che ha poi una visione familiare, ecclesiale, sociale della pace”. Un cammino da compiere, ricorda l’Arcivescovo riprendendo l’invito del Santo Padre, che chiede di “fare delle scelte concrete che abbiano una risonanza nella politica internazionale, invitando i capi delle nazioni a rimettere i debiti che i Paesi poveri hanno contratto nel tempo, riconoscendo che noi rimettiamo loro un debito economico ma che abbiamo nei loro confronti un debito ecologico; sono Paesi che noi stessi abbiamo oppresso forse con strutture di peccato”. Dalla politica internazionale è immediato poi il passaggio al ruolo del cittadino: “Una visione politica nei confronti dei paesi poveri oggi è più che mai necessaria, ci stiamo abituando alla guerra e anche a considerare gli altri in una maniera che può rasentare il razzismo, stiamo diventando tutti poco accoglienti come se non ci interessasse la vita di altri fratelli e sorelle che sono dall’altra parte del mondo; la pace non può essere solo questione della nostra sicurezza perché la pace è una scelta che si fa con la giustizia”.

Gli appelli della pastora Silvia Rapisarda e dell’imam Kheit Abdelhafid

La piazza intanto continua ad affollarsi in un religioso silenzio che contraddistinguerà tutto il percorso della marcia, alternandosi con dei canti che, in filodiffusione lungo la strada, invitano i presenti a pregare. A prendere la parola è la pastora della Chiesa Battista e della Chiesa Valdese Silvia Rapisarda che chiede “alla politica di tornare a fare il suo lavoro e di trovare soluzioni che non siano a vantaggio delle industrie belliche”, riferendosi poi alla celebrazione della nascita di Gesù, colui che “ha rifiutato la violenza, che ci ha ordinato di benedire e non di maledire, che ci ha chiamati e chiamate ad amare i nostri nemici: stare qui in piazza insieme significa riconsacrarci a questo impegno”. È quindi l’imam della Moschea della Misericordia Kheit Abdelhafid a focalizzarsi sulla città: “Catania rinnova il suo impegno per costruire i ponti d’incontro e un dialogo costruttivo che da anni ha consolidato il nostro rapporto”. Un’azione condivisa per “lanciare un messaggio, fare anche un grido per fermare ogni forma di conflitto, ogni forma di violenza”.

Appuntamento al prossimo anno: Catania ospiterà l’edizione nazionale della Marcia

Conclusi gli interventi, inizia il percorso della marcia – ad aprire il corteo è lo striscione “Il Grido dell’Umanità è un Grido di Speranza” – accompagnato dall’animazione musicale del Coro Cristo Re di Paternò. Seconda sosta alla chiesa di S. Michele Arcangelo ai Minoriti con altre testimonianze di grande spessore: padre Apollinariy, parroco Ortodosso, un’esponente del movimento Pax Christi e alcuni studenti. Poi camminata per l’ultimo tratto fino a piazza Duomo per fare ingresso, tra i canti proposti dal Coro dell’Ordine Francescano Secolare, in Cattedrale dove si celebrano un conclusivo momento di preghiera e un atto particolarmente significativo con gli studenti delle scuole etnee che, tassello per tassello, compongono un grande puzzle con i colori dei 27 paesi attualmente in guerra.

Appuntamento alla prossima edizione con una nota speciale annunciata dall’arcivescovo in Cattedrale: Catania ospiterà l’edizione nazionale della prossima marcia, il 31 dicembre del 2025, raccogliendo il testimone dalla diocesi di Pesaro.

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