Il 29 novembre, il Museo Diocesano ospiterà ( a partire dalle ore 9,00) un importante convegno dedicato ai restauri realizzati tra il 2023 e il 2024 sui beni mobili e immobili della arcidiocesi. L’evento, fortemente voluto dall’arcivescovo Renna, vedrà l’intervento di esperti del settore e la partecipazione di giovani provenienti dai dipartimenti DISUM e DICAR dell’Università di Catania, nonché degli studenti dell’Accademia di Belle Arti. Questo incontro si propone non solo di celebrare il lavoro di restauro, ma anche di sensibilizzare la comunità sull’importanza della conservazione del nostro patrimonio storico e culturale.

«La nostra diocesi – dice la direttrice del Museo Diocesano, Grazia Spampinato – tiene particolarmente alla tutela del patrimonio culturale, ma soprattutto tiene a renderlo fruibile. Vogliamo rivolgerci ai giovani ed è per questo che ci siamo accordati con l’università di Catania, affinché gli studenti potessero partecipare a questo evento per far sorgere in loro un senso di coscienza sull’importanza del restauro e della conservazione del nostro patrimonio».

Il restauro, in particolare degli edifici di culto, non riguarda solo la conservazione materiale, ma anche la trasmissione di valori storici, culturali e religiosi

Tra gli interventi di rilievo, ci sarà quello di Michele Marmora, fondatore dello Studio Marmora, specializzato in progettazione strutturale e restauro, e dell’architetto Marco Bertolone. Lo studio ha lavorato su numerosi edifici situati in Sicilia e Puglia, utilizzando moderne tecnologie di rilievo, come laserscanner e droni, per monitorare il degrado degli edifici e garantire interventi efficaci e tempestivi. Alcuni tra i restauri conservativi effettuati dallo studio, sono le chiese di S. Biagio, S. Giuseppe al Transito, SS. Sacramento al Borgo, S. Placido e SS. Sacramento al Duomo. Il professor Tancredi Bella, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Catania, interverrà sull’architettura medievale siciliana, con particolare riferimento alla cattedrale di Catania, recentemente oggetto dei suoi studi. Il suo lavoro si concentra sull’architettura normanna in Sicilia orientale, contribuendo a una migliore comprensione della nostra identità culturale. Uno dei restauri più significativi del convegno è lo spadino del principe Federico d’Aragona, un manufatto di straordinario valore storico. Questa spada, ritrovata nel 1958 e identificata come un’arma simbolica destinata a un giovane della famiglia reale, è stata restaurata dalla dottoressa Roberta Genta, che ha saputo restituire nuova luce a questo importante pezzo del nostro passato. Il restauro dello spadino ha rivelato dettagli inaspettati, come il simbolo aragonese inciso sul pomo, che rafforzano il suo valore storico e simbolico.

La tutela del nostro patrimonio è un compito che riguarda tutti, e solo attraverso la collaborazione tra esperti, istituzioni e nuove generazioni possiamo garantire che la nostra storia e cultura siano preservate per il futuro

Il convegno rappresenta un’occasione unica per riflettere sul contributo dell’8×1000, che ha reso possibili molti di questi restauri, e sull’importanza di preservare il nostro patrimonio non solo fisicamente, ma anche culturalmente, trasmettendolo alle nuove generazioni. Tra i partecipanti al convegno, ci sarà anche Giuseppe Damigella, priore del Convento di San Domenico di Catania, che ha sempre sostenuto l’importanza di unire la fede e l’arte sacra. Le sue riflessioni sul valore spirituale ed educativo del restauro degli edifici di culto, con un particolare riferimento ai Portali Mazzola, saranno un arricchimento per il dibattito. Del restauro e del recupero del Portale del Mazzola della Cappella della Madonna, parlerà il dottor Valerio Iaccarino. Sarà fatto un approfondimento sulla tecnica, il linguaggio e la funzione dei materiali dell’architettura storica catanese dalla prof.ssa dell’università di Catania, Giulia Sanfilippo. L’evento verrà moderato dal giornalista Giuseppe Di Fazio, e sarà un momento di approfondimento e sensibilizzazione sul restauro del patrimonio culturale, con un’attenzione particolare sull’importanza di coinvolgere i giovani in questa missione.

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