Dal 2004, grazie all’impegno della Ong catanese Cope, il progetto “Sisi ni kesho – Noi siamo il futuro” opera in Tanzania per offrire un rifugio e una nuova speranza a bambini orfani e vulnerabili. Situato nel villaggio di Nyololo, il Centro accoglie piccoli tra gli 0 e i 5 anni, molti dei quali malnutriti o affetti da Hiv.
«Il nostro obiettivo è aiutare questi bambini a superare i traumi vissuti, restituendo loro la gioia di vivere. Ogni bambino viene trattato come un individuo unico, con un percorso personalizzato dal punto di vista psicologico, educativo, sanitario e ricreativo», spiega Michele Giongrandi, presidente del Cope.
Un luogo che cresce con i bambini
Negli anni, il Centro si è evoluto, ospitando i ragazzi fino al raggiungimento della maggiore età. «Se all’inizio accoglievamo prevalentemente bambini sotto i 10 anni, oggi le esigenze sono cambiate. Ora seguiamo anche adolescenti», racconta Valeria Gallitto, responsabile del sostegno a distanza.
Tra le storie che incarnano la missione del progetto spiccano quella di Consolata e Carmelita, due ragazze cresciute insieme al Centro come “sorelle di cuore”, e quella dei fratelli Kalinga: Martin, Shedrack e Adija. Rimasti orfani di madre, furono portati al Centro dal padre, gravemente malato e cieco. «Riporre la sua fiducia nel Centro si è rivelata una scelta lungimirante. I ragazzi, oltre a ricevere un’educazione e un futuro migliore, hanno potuto crescere insieme», sottolinea Gallitto.
Giovani protagonisti e resilienza
Un ruolo cruciale è svolto dai giovani volontari, come Nicole, che ha partecipato al servizio civile presso il Centro. «Il mio lavoro spaziava dall’organizzazione delle attività ricreative al supporto nei bisogni primari e nella gestione delle risorse. Questa esperienza mi ha insegnato quanto la resilienza e l’empatia possano fare la differenza nella vita di qualcuno», racconta.
In occasione del ventesimo anniversario, il Cope ha condotto un monitoraggio approfondito su 44 ex ospiti, evidenziando ancora difficoltà da affrontare: il 27,2% dei bambini dorme a terra e il 54,5% non ha accesso all’acqua potabile.
Sguardo al futuro
Nonostante le sfide, il Centro rappresenta un punto di riferimento per chi cerca una seconda possibilità. In occasione della Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, il Cope celebra i progressi compiuti ma ribadisce l’impegno verso nuove iniziative per migliorare la vita delle nuove generazioni.
Un futuro di speranza e solidarietà passa anche attraverso il sostegno di chi crede in questi progetti e nei loro piccoli grandi protagonisti.