Catania e la sua provincia sono tra le prime città in Italia per dispersione scolastica. Siamo andati a trovare Padre Giosuè Messina, parroco della chiesa M.SS. dell’Angelo Annunziata di Biancavilla, che da diversi anni offre un servizio di doposcuola aperto a chi ne ha bisogno. L’iniziativa non è solo un aiuto per lo studio, ma rappresenta un impegno della parrocchia per formare i bambini dal punto di vista culturale e spirituale. Attraverso l’insegnamento e l’accoglienza, il doposcuola parrocchiale diventa un mezzo per educare secondo i valori del Vangelo e per sostenere le famiglie in difficoltà. In questa intervista esploreremo insieme a Padre Giosuè il significato di queste attività e l’impatto che hanno sulla comunità.

Qual è il valore che la Chiesa attribuisce a iniziative come il doposcuola? In che modo queste attività riflettono i valori cristiani?
L’istruzione e l’educazione costituiscono nella nostra società un grande valore. Educare ogni bambino o ragazzo nella scuola del Vangelo, attraverso la testimonianza degli adulti nella fede, aiuta a comprendere la novità del messaggio di salvezza di Gesù Cristo. Inoltre, tale iniziativa esprime la sollecitudine della Chiesa a formare l’uomo dal punto di vista culturale e spirituale.

Perché ritiene sia importante offrire un doposcuola aperto a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro origine o condizione sociale?
Il doposcuola, nel contesto dell’oratorio, educa i bambini non solo a svolgere i compiti, ma anche ad apprendere in modo più profondo.

Come può un doposcuola aiutare a combattere la dispersione scolastica, specialmente in un territorio come il nostro, che è tra i primi in Italia per questo problema?
Nella società di oggi non possiamo più pensare di rimanere chiusi nelle proprie sacrestie, ma siamo chiamati a fare rete tra le varie agenzie educative per formare l’adulto del domani. Tra l’altro, un detto africano recita: “Per educare un bambino serve un intero villaggio”.

Qual è l’impatto che un doposcuola può avere sulla crescita personale e spirituale dei bambini, oltre che sul loro rendimento scolastico?
I bambini che frequentano il doposcuola provengono da contesti familiari differenti, ma essere accolti da insegnanti con un’amorevolezza dettata dalla fede riflette l’amore di Dio. Inoltre, i bambini sono aiutati a conoscere il Signore nelle varie dinamiche catechetiche e ludiche, in cui partecipano volentieri.

In che modo un doposcuola può favorire l’inclusione sociale all’interno della comunità? Che ruolo può avere la parrocchia in questo processo?
La parrocchia è un crocevia di esperienze e culture diverse, luogo di primo contatto con il territorio. L’iniziativa del doposcuola è un valido sostegno per i bambini che provengono da altre nazionalità, aiutandoli a integrarsi nel nostro contesto culturale.

Come vede il ruolo dei volontari che dedicano il loro tempo al doposcuola?
Il contributo dei volontari è prezioso: non solo per il raggiungimento degli obiettivi didattici, ma nel loro appassionato impegno esprimono il volto materno e paterno della Chiesa. Tra i banchi dell’oratorio si instaura una buona vicinanza tra i bambini e le loro famiglie, e il loro continuo parlare dell’esperienza dell’incontro con il Signore suscita interesse.

Quanto è importante il loro contributo per la missione della Chiesa?
L’esperienza oratoriana della nostra parrocchia si rifà agli insegnamenti di Don Bosco nella celebre frase: “Buoni cristiani ed onesti cittadini”. Così accompagniamo la crescita umana e spirituale delle nuove generazioni.

Ci sono testimonianze o esperienze personali che dimostrano l’importanza e l’efficacia di un doposcuola aperto a tutti?
La testimonianza che mi sento di proporre è quella di un bambino che, incuriosito dalla sua “maestra”, ha deciso di averla come punto di riferimento. Così, dopo le lezioni di recupero, continua a seguirla volentieri in chiesa per salutare Gesù, partecipare alla S. Messa, aiutarla nei piccoli compiti in sacrestia, ed andare in oratorio per la catechesi e il gioco. Anche con i genitori si è instaurato un legame di amicizia.

Come la Chiesa può incentivare la partecipazione a queste attività, sia da parte delle famiglie che dei volontari?

I volontari sono mossi dalla passione per l’educazione, frutto della vocazione che il Signore ha posto nei loro cuori. L’invito più efficace che incentiva la partecipazione nelle varie attività pastorali è la testimonianza. Negli anni, molti insegnanti si sono uniti al gruppo ascoltando le esperienze di chi li ha preceduti.

Che messaggio vorrebbe inviare a chi ha la possibilità di contribuire a un progetto come il doposcuola, sia con il proprio tempo che con risorse?
Il Signore ha dato un talento ad ogni persona, così possediamo un bagaglio di ricchezze culturali e spirituali immense. La pigrizia e la paura ostacolano la nostra generosità. Credo che contribuire alla crescita di un bambino, dedicargli del tempo e inserirsi nella comunità credente attraverso un servizio, non sia tempo perso, ma guadagnato.

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