Il percorso formativo dell’Iniziazione cristiana da adottare nella nostra diocesi è stato il tema portante dei due turni di formazione permanente dei presbiteri, svoltasi con ampia partecipazione nei giorni 14-15 e 16-17 ottobre 2024 presso Casa “San Tommaso” di Linguaglossa.
In un clima di studio, di fraternità, di preghiera e di scambio dell’esperienze pastorali, sotto la guida attenta dell’Arcivescovo, i presbiteri hanno dato vita alla fase profetica del cammino sinodale, fase tesa a compiere le scelte che lo Spirito Santo chiede di fare circa la questione “di come la comunità cristiana trasmette la fede ai propri figli e nipoti, di come li fa innamorare del Dio in cui crede” (come scrive Mons. Luigi Renna nella Lettera Pastorale dell’anno 2024-2025).
Un cammino globale e integrato
Diversi e tutti qualificati sono stati gli interventi dei relatori che hanno i ritmi di queste giornate. Don Jourdan Pineiro, responsabile del Settore del Catecumenato dell’Ufficio Catechistico Nazionale, ha più volte ribadito come non è questione di trovare un percorso precostituito in grado di dare giusta risposta a tale questione pastorale. Si tratta, invece, di una sfida cui tutti i membri della Chiesa sono interpellati, per imparare quell’arte dell’accompagnamento in cui mettere insieme con coraggio e creatività tutti questi ingredienti: “un cammino globale e integrato; il primo annuncio e la catechesi mistagogica; un discernimento che rispetta e promuove la libera e piena rispondenza del soggetto; l’introduzione nell’unico mistero pasquale di Cristo; la comunità e la sua vita ordinaria; l’anno liturgico e il riferimento al vescovo”.
Don Mario Castellano, vicario per la pastorale dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, ha evidenziato come la mistagogia, totalmente assente nei nostri percorsi, è, invece, tempo proprio dell’Iniziazione Cristiana e paradigma dei processi catechistici per la formazione permanente. Essa, infatti, “presenterebbe delle ragioni di convenienza capace di aprire orizzonti di un profondo ed efficace rinnovamento pastorale”. Lui ne accenna tre. La prima ragione si ritrova nella natura stessa della fede che non è adesione a un’idea o un comportamento etico, ma incontro reale e vivo con Cristo. La seconda sta nel fatto che nel contesto attuale caratterizzato dal sincretismo lo stile mistagogico introduce ad un approccio non meramente nozionistico ma integrale della fede. La terza ragione riguarda la possibilità di superare la frattura tra vangelo e cultura, recuperando l’unione tra fede creduta e fede vissuta attraverso uno stretto legame con la fede celebrata.
Le famiglie nel nostro tempo
Infine, la professoressa Daniela Conti, docente associato alla psicologia al DISUM e il professor Santo Di Nuovo, già ordinario emerito di psicologia dell’Università di Catania, hanno mostrato come non si può pensare di trasmettere la fede di generazione in generazione senza prendere consapevolezza del volto reale abbastanza complesso e articolato delle famiglie di questo tempo. Bisogna, infatti, interagire con le varie competenze affinché l’azione evangelizzante della comunità cristiana possa concretamente e realmente raggiungere i cuori umani di generazione in generazione.
La fase profetica del cammino sinodale
Se molteplici sono stati gli spunti di riflessione offerti dai relatori, certamente di grande ricchezza è stato, a seguito di ogni relazione, il confronto sinodale che si è fatto tra i presbiteri prima attorno ai tavoli in piccoli gruppi e successivamente in assemblea, per individuare insieme contenuti, tempi, consegne ed esperienze da proporre nel progetto catechistico diocesano per l’Iniziazione Cristiana. L’esperienza ha ricordato a tutti che, prima di essere presbiteri, si è presbiterio attorno al proprio Pastore, con cui condividere insieme difficoltà e intuizioni, paure e sogni, per edificare la Chiesa.
Queste giornate fanno parte della fase profetica del processo sinodale che l’Arcivescovo ha inaugurato con il Convegno pastorale diocesano del settembre scorso e che proseguirà in ambito dei vari organismi di partecipazione diocesani, vicariali e pastorali in programma per i prossimi mesi.