Il tema della partecipazione  dei cattolici alla costruzione del bene comune  in una società post-cristiana, in cui prevalgono da una parte i diritti individuali e dall’altra il populismo, è stata al centro della presentazione del libro “La profezia di CL” di Marco Ascione che si è tenuta giovedì 10 ottobre, presso la libreria Feltrinelli di Catania. L’evento, presente l’autore, è stato moderato dal  direttore di Sicilian Post, Giorgio Romeo, e ha visto la partecipazione dell’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna e del presidente di Confcooperative Sicilia, ingegner Gaetano Mancini.

Marco Ascione, giornalista e capo della redazione politica del Corriere della Sera, ha dedicato il suo ultimo saggio all’analisi del movimento fondato da don Luigi Giussani negli anni ’50. Ascione, noto per il suo approccio rigoroso e documentato, ha spiegato: “Mi ha affascinato molto questo tratto di vita del movimento per il riflesso che ha sulla società italiana”.

Renna: “La presenza dei cattolici non è per occupare luoghi di potere, ma per avviare processi”

Durante la presentazione, monsignor Renna ha offerto una riflessione profonda sul ruolo dei cattolici nella società contemporanea. “La presenza dei cattolici – ha detto – non è occupare luoghi di potere, ma avviare processi, influenzare la società attraverso i principi della dottrina sociale della Chiesa”. “ In un clima democratico – ha aggiunto – quando si tratta di legiferare il cattolico resta nel dibattito, è disponibile anche a una mediazione facendo in modo che quella legge sia il bene possibile da raggiungere”. Un esempio, il dibattito sul suicidio assistito.

Monsignor Renna ha anche sottolineato l’importanza del dialogo e della partecipazione attiva dei cattolici in politica, nonostante le difficoltà e le marginalizzazioni subite.

L’arcivescovo ha fatto numerosi riferimenti ai Papi degli ultimi decenni per contestualizzare il ruolo e l’evoluzione di CL all’interno della storia recente della Chiesa cattolica “Paolo VI – ha detto -ha guidato la Chiesa durante il Concilio Vaticano II, formando una generazione di cattolici impegnati” e ha sottolineato l’importanza di questo periodo di rinnovamento ecclesiale per la nascita e lo sviluppo di CL.

“Giovanni Paolo II, proveniente da un paese dove il cattolicesimo era perseguitato, ha portato una prospettiva unica sulla resistenza e la testimonianza della fede. Questa esperienza ha influenzato il movimento – continua Renna – e poi c’è stato Benedetto XVI, che ha enfatizzato l’incontro personale con Dio piuttosto che la semplice presenza istituzionale”. L’arcivescovo ha voluto così collegare questo aspetto al carisma di CL che pone l’accento sulla educazione integrale della persona alla fede.

Gaetano Mancini si è soffermato sull’importanza di portare avanti il pensiero cattolico in modo coerente all’interno del movimento cooperativo. “Dobbiamo essere convinti di portare avanti il nostro pensiero, in maniera coerente. Grazie a monsignor in questi ultimi anni ci sono stati tanti momenti in cui abbiamo dimostrato il nostro pensiero e avviato una nuova presenza pubblica dei cattolici, come per esempio con il Cantiere per Catania”.

Ascione: “Giussani vedeva quello che stava accadendo e che sarebbe accaduto di più in futuro”

Ascione ha poi discusso, su richiesta di Giorgio Romeo, il concetto di “profezia” all’interno del movimento di CL, spiegando come don Giussani avesse una visione del futuro che gli altri non vedevano. “Giussani vedeva quello che stava accadendo già negli anni Cinquanta e che sarebbe accaduto di più in futuro” ha spiegato l’autore, cioè un distacco sempre più evidente tra la vita e la fede.

L’evento si è concluso con un vivace dibattito tra il pubblico e gli ospiti, toccando temi cruciali come il rapporto tra politica e fede, la secolarizzazione della società e il ruolo dei cattolici nel mondo contemporaneo. “Papa Francesco ci invita a mantenere viva la fiamma della Fede e a non limitarci a venerare le ceneri del passato” ha affermato monsignor Renna, riferendosi alla visione dinamica e missionaria di Papa Francesco, che è particolarmente rilevante per CL nel confronto con le sfide della modernità.

Foto di Nuccio Condorelli

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