di Luca Artino
“7 minuti dopo la mezzanotte” è un film uscito nel 2016 girato da Juan Antonio Bayona. Racconta la storia del giovane Conor “un ragazzo troppo grande per essere un bambino ma troppo giovane per essere un uomo” che si ritrova a soli 12 anni a dover affrontare la tragica situazione dovuta al cancro in fase avanzata della madre che lo porta ad intraprendere un percorso durante il film fatto di dolore e rabbia accompagnato da un albero parlante che ogni notte sette minuti dopo la mezzanotte gli racconta delle storie per aiutarlo a superare il dolore.
Questo film è tecnicamente realizzato in maniera eccelsa, con una regia ed una fotografia che non sono invasive o virtuose ma mirano a farti sentire le emozioni dure e crude del piccolo protagonista. La fotografia in particolare ci cala nell’atmosfera nel film con un cielo inglese sempre grigio e cupo. Inoltre sono alternate scene con attori reali con scene d’animazione che rappresentano le storie che l’albero racconta a Conor, animate con un tecnica che permette di trattare temi adulti come la morte con un linguaggio ancora fanciullesco trascinandoci quindi in un racconto che diventa come una fiaba per adulti, o per chi sta diventando adulto. Finendo il lato tecnico si può dire che questo film si appoggia su una sceneggiatura semplice ma solida che permette di far percepire anche nelle situazioni più semplici il vero significato del film.
7 minuti dopo la mezzanotte è un racconto di crescita di superamento del dolore e soprattutto di accettazione della verità e insegna come niente di tutto ciò è ottenibile con le nostre sole forze, ma serve una guida (come l’albero per Conor) che raccontando storie ci ricordi la natura dell’essere umano che preferisce una bugia che possa garantire una vita senza dolore ma anche senza crescita che la verità dolorosa che porta al cammino della salvezza destinato al ragazzo che cresciuto diventa un uomo.