Alle spalle del medico volontario c’è un pannello bianco con una frase del Siracide: “Non esitare a visitare un malato, perché per questo sarai amato”. Osservo il dottore conversare con un giovane che lamenta raffreddore e mal di testa, due dei problemi più diffusi tra coloro che vivono per strada. La sala è piccola e accogliente: ci sono una scrivania, un lettino per le visite, camici col logo Caritas, l’armadio dei farmaci donati dal Banco Farmaceutico, da benefattori privati o acquistati grazie ai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica. Ci troviamo nel piccolo ambulatorio della Caritas diocesana di Catania, operativo per quattro giorni alla settimana, dove opera la rete di accoglienza sanitaria, composta da una decina di medici volontari, alcuni in pensione, altri ancora in attività. Questo spazio, collocato all’interno dell’Help Center (piazza papa Giovanni XXIII), concesso in comodato d’uso gratuito da Rete Ferroviaria Italiana Spa al Comune di Catania, è stato recentemente ristrutturato e allestito grazie anche ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.

Il nuovo ambulatorio è stato inaugurato alla fine del febbraio scorso, anche se la storia della rete di accoglienza sanitaria della Caritas diocesana di Catania, collocata precedentemente in altri locali dell’Help Center, comincia nel 2016. Nel corso di questi otto anni di attività, grazie alla disponibilità di professionisti volontari dell’ambito sanitario, ha operato per dare sostegno e conforto agli ospiti che quotidianamente presentano al Centro di Ascolto Caritas bisogni legati agli aspetti sanitari.

I numeri degli interventi e le patologie

 Solo nell’ultimo triennio, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse dell’organismo diocesano, sono stati oltre 600 gli interventi realizzati, più di un migliaio gli ascolti. I soggetti sono principalmente italiani (60% del totale), di età compresa tra i 45 e i 54 anni, e uomini e donne nella stessa misura. I dati annualmente registrati dalla Rete sanitaria rivelano che, tra gli assistiti, si riscontrano principalmente raffreddore, orticaria, febbre, cefalea, bronchite, dolori osteo-articolari.

La rete di accoglienza sanitaria fornisce un supporto di primo livello, suggerendo, in caso di specifiche necessità, l’integrazione del percorso diagnostico con consulenze ed esami specialistici che si svolgono grazie, appunto, alla rete dei tanti professionisti sanitari che operano in spirito di carità. Il referente della rete è Salvo Guarnera, cardiologo e volontario di lungo corso: “Il nostro essere medici si caratterizza innanzitutto per l’ascolto. È un’attenzione alla persona che incontriamo: valorizzare la sua umanità, confortare spesso la sua solitudine, stabilire un rapporto di fiducia. Con queste intenzioni di fondo, tentiamo poi di dare sollievo alle sofferenze con i mezzi a disposizione, ad esempio dispensando gratuitamente farmaci, o indirizzando i nostri assistiti verso esami o cure più specialistici, attivando la nostra rete di contatti tra studi privati e servizio sanitario nazionale”.

Ed è un servizio che non si limita ad accogliere e visitare in struttura, ma che agisce anche “in uscita”, muovendosi nelle aree più fragili della società. Tra i volontari, infatti, ci sono i cosiddetti “medici di strada” che accompagnano l’unità di strada della Caritas, il servizio che quotidianamente ascolta e distribuisce pasti a circa 70 senza dimora che preferiscono non abbandonare il loro giaciglio per recarsi all’Help Center.

Foto: Luca Artino

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