Foto: Siciliani-Gennari/SIR
«Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?» È questa frase del celebre autore statunitense recentemente scomparso, Cormac McCarthy, a dare il titolo alla 45ª edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini.
La kermesse, promossa da Comunione e Liberazione, è iniziata oggi 20 agosto e si concluderà domenica 25.
Tra mostre, convegni, eventi culturali, spazi ricreativi per adulti e bambini, il Meeting è, da sempre, luogo di incontro e di scoperta per chiunque varchi le soglie della Fiera di Rimini. In ogni edizione tutti gli eventi, gli incontri e le mostre ruotano attorno al tema – anche per spiegare le ragioni di quest’ultimo viene organizzato, ogni anno, un incontro specifico – che quest’anno è, appunto, la ricerca dell’essenziale.
«Trovare delle risposte costruttive alle sfide quotidiane»
«Numerose e incisive – si legge sul sito ufficiale del Meeting, alla pagina di presentazione del titolo – sono le domande che nascono dalla crescente incertezza esistenziale di tanti giovani e meno giovani, dalla frammentazione della vita sociale, da un futuro che pare inaffidabile, dall’aumento della conflittualità e delle guerre sempre più atroci. Troppo spesso chi si lascia definire da questi ed altri problemi risponde con la distrazione o la rassegnazione oppure con l’aggressione e l’accanimento ideologico. Ma è possibile trovare un orizzonte di senso che ci permetta di affrontare queste sfide in modo costruttivo, di trovare delle risposte creative?»
Partendo dalla provocazione di McCarthy ci si interrogherà in questi giorni, tra i padiglioni del complesso fieristico riminese, su salute, lavoro, educazione, politica, attualità e temi sociali, provando ad intercettare delle risposte tra le testimonianze di vari (ed importanti) ospiti e i racconti delle mostre allestite…
E a queste domande e provocazioni cominciano già ad arrivare risposte nei saluti di papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Mattarella: «L’essenziale sta nell’incontro con l’altro, nel camminare insieme»
Il Presidente della Repubblica ha inviato un messaggio a Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, dove si legge: «Il Meeting offre anche quest’anno il proprio contributo di cultura, dialogo e umanità», e più avanti: «Si vuole ricercare l’essenziale proprio mentre i flussi globali delle informazioni diventano fiumi in piena, mentre le tecnoscienze ci mostrano soluzioni fino a ieri inimmaginabili, mentre le opportunità offerte ai singoli ripropongono la fallace lusinga dell’onnipotenza dell’uomo. Eppure, a fronte di tante nuove chances per l’umanità, tocchiamo con mano l’orrore, le atrocità e l’escalation delle guerre, le volontà di dominio, con un drammatico ritorno al passato. Sentimenti di paura, sfiducia, talvolta indifferenza, non di rado rancore e odio, si riaffacciano. Per questo essenziale è rimettere al centro la persona. Il desiderio di vita e di pienezza, nella relazione con la comunità. Perché l’essenziale non sta nell’io separato, autosufficiente, ma nell’incontro con l’altro, nella scoperta delle verità di cui l’altro è portatore, e dunque nel camminare insieme, nel domani da pensare e costruire».
Il Papa: «Ciò che per noi è essenziale è la fede in Cristo Gesù. Diamo vita a luoghi in cui la Sua presenza si possa vedere e toccare»
Nella giornata di ieri Francesco ha inviato una lettera al Vescovo di Rimini Nicolò Anselmi, a firma del Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. Il Papa ha invitato organizzatori e partecipanti al Meeting a «cercare, con passione ed entusiasmo, quanto fa emergere la bellezza della vita, affrontando la questione posta da don Luigi Giussani quando con coraggio affermava: “Il cuore è roso dalla sclerosi, vale a dire dalla perdita della passione e del gusto del vivere. […] La vecchiaia a vent’anni e anche prima, la vecchiaia a quindici anni, questa è la caratteristica del mondo d’oggi” (Il senso religioso, pp. 116-117)». Si legge ancora: «Mentre soffiano i gelidi venti della guerra, aggiungendosi a ricorrenti fenomeni di ingiustizia, violenza e disuguaglianza, nonché alla grave emergenza climatica e ad una mutazione antropologica senza precedenti, è imprescindibile fermarsi e chiedersi: c’è qualcosa per cui vale la pena vivere e sperare?[…] “Ciò che per noi è essenziale, più bello, più attraente e allo stesso tempo più necessario è la fede in Cristo Gesù”. Solo il Signore, infatti, salva la nostra fragile umanità e, in mezzo alle avversità, ci fa sperimentare una letizia altrimenti impossibile. Senza questo punto di ancoraggio, la barca della nostra vita sarebbe in balìa delle onde e rischierebbe di affondare.
Ritornare all’essenziale che è Gesù non significa evadere dalla realtà ma, al contrario, è la condizione per immergersi davvero nella storia, per affrontarla senza fuggirne le sfide, per trovare il coraggio di rischiare e di amare anche quando sembra che non ne valga la pena, per vivere nel mondo senza timore alcuno.
A chiusura del messaggio, leggiamo: «Di fronte alla tentazione dello scoraggiamento, alla complessità della crisi attuale e, in particolare, alla sfida di una pace che sembra impossibile, il Santo Padre esorta tutti a diventare protagonisti responsabili del cambiamento, collaborando attivamente alla missione della Chiesa, per dare vita insieme a luoghi in cui la presenza di Cristo si possa vedere e toccare. Questo corale impegno può generare un mondo nuovo, dove finalmente a trionfare sia l’Amore che in Cristo si è manifestato a noi, e l’intero pianeta diventi tempio di fraternità».
Apre il cardinale Pizzaballa sulla guerra in Medio-oriente: «I negoziati sono l’ultimo treno. È importante pregare. Il male prodotto resterà, e si dovranno impegnare tutti»
In uno dei primi incontri di questa edizione è intervenuto il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca dei Latini di Gerusalemme. Si parla sin da subito di fatti tragicamente concreti. Scholz gli rivolge una domanda sugli sviluppi della guerra tra Hamas e Israele – dall’escalation del 7 ottobre scorso Pizzaballa si è distinto per il suo appello alla pace, al cessate il fuoco e per essersi offerto come ostaggio al posto di tanti civili. Proprio in questi ultimi giorni, a seguito dell’uccisione di diversi capi di Hamas e della visita del Segretario di Stato americano Antony Blinken, si parla sempre più di possibili tregue e negoziati tra le parti. L’opinione del Patriarca a riguardo è abbastanza chiara: «Siamo a un momento decisivo, dirimente, con i dialoghi in corso. La guerra finirà: spero che con i negoziati si risolva qualcosa: ho i miei dubbi, ma è l’ultimo treno». E aggiunge: «È un momento dirimente, per questo dico che è importante pregare, ci resta solo pregare. Ma il male che ha prodotto questa guerra, l’odio reciproco, il rancore, il rifiuto dell’esistenza dell’altro resteranno, e si dovranno impegnare tutti».
Noi di Prospettive saremo a Rimini nei prossimi giorni, per raccontarvi dall’interno questa edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli. Continuate a seguirci!