La storia di un prete, don Pino Puglisi, narrata agli studenti dal giornalista Paolo Borrometi è diventata un libro dal titolo inconsueto e provocatorio: Siate rompiscatole.
L’Autore lo ha presentato nella chiesa dedicata a S. Orsola a Catania. L’iniziativa è stata introdotta e coordinata da Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio. “Il Parroco di Brancaccio” – ha detto tra l’altro – non è stato un prete antimafia ma un presbitero inserito in un ben preciso contesto storico”. Sono intervenuti l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, e la prefetta di Catania, Maria Carmela Librizzi.
Il Pastore della diocesi ha espresso apprezzamento per il testo in quanto – tra l’altro – pur diretto ai giovani, si rivolge con efficacia al mondo degli adulti.
I fatti narrati non derivano da una rigorosa cronologia, ma dall’attenta analisi di un certo numero di parole e/o locuzioni come antimafia, omertà, collaboratore di giustizia, libera informazione. Si educa anche riscoprendo l’autentico significato di esse.
Il Presule ha ricordato anche che, fin dall’inizio dell’anno, in cattedrale è presente un artistico quadro che raffigura il Beato e, per un breve periodo è stata esposta alla venerazione dei fedeli anche una reliquia dell’ Uomo di Dio. I beati e i santi, di ieri e di oggi, appartengono tutti, compresa la loro testimonianza di vita, alla storia della Chiesa.
La dott. Librizzi ha ritenuto molto coinvolgente la fatica letteraria di Paolo Borrometi, e lodevoli i numerosi incontri da lui svolti nel mondo scolastico in quanto orientati alla sensibilizzazione degli studenti.
Presa la parola, l’Autore ha espresso anzitutto un concetto ben preciso: “I giovani oggi più che mai hanno fame di giustizia, desiderio di confrontarsi con adulti credibili e cercano modelli a cui ispirarsi nelle loro scelte”.
Don Pino invitava a rompere le scatole, cioè, a non restare indifferenti di fronte a tutto ciò che affossa la dignità umana, respingendo sempre con decisione la mentalità mafiosa. Oltreall’attività pastorale riteneva indispensabile promuovere la formazione di una cultura autentica che donasse autonomia critica e relazioni vere con tutti. Molti ricordano il suo sorriso dal quale trasparivano benevolenza e amore operoso.
Il Beato certamente ebbe paura, ma da prete lottò con il solo vangelo contro lo strapotere della mafia, testimoniando fino al sangue il coraggio della sua speranza.