di Salvatore Maria Calogero
Fra gli atti del notaio Giacomo Maugeri Romeo conservati nell’archivio di Stato di Catania (primo versamento notarile, volume 10260, carta 594 recto) si trova quello stipulato il 28 luglio 1773 con cui «magister Gaspare Savasta» della città di Catania, dichiara con giuramento di avere ricevuto da «Don Stephano Ittar Architetto», catanese «per ductionem uxoris», su commissione del «rev. Beneficialis ven.lis Ecclesiae Sanctae Mariae de Stella terrae Militelli Vallis Nethi […], onze tre per raggione di staglio convenuta e competente al sudetto di Savasta per aver fatto un modello di legname per il campanile di detta venerabile chiesa, giusta la direzione e disegno riformato dal sudetto architetto di Ittar e tarì dieci per raggione di regalia competente al Savasta per la buona opera e manifattura interposta per detto disegno».
Finora, sulla base della scritta incisa nella lapide posta sul prospetto dello stesso campanile: «Hoc aedificium, miraculum artis per celebre, cuius costruendo vix satis fuissent pluris anni moltorumque thesauri, paucorum aere breviori idem oris spatio populique caritate surressit. Tantam potuit erga Deiparam religione maderevirtutem», è stato datato al 1815. Il documento inedito fa comprendere che la realizzazione di questo «pregiatissimo miracolo dell’arte» fu progettato nel 1773 dall’architetto di origine polacca Stefano Ittar e che, necessitando «di più anni e molte spese», esso fu costruito dai devoti «con la stessa forma e dimensioni in minor tempo». In realtà il campanile rimase incompleto dell’ordine superiore e della cella campanaria, come risulta dall’atto stipulato il 7 aprile 1818 presso il notaio Gian Maria Jatrini De Natale (Archivio di Stato di Catania, Sezione di Caltagirone, notarile di Militello, vol. 867, c. 311) con il quale mastro Biondi si impegnò a consegnare la pietra bianca per il campanile della chiesa di Santa Maria la Stella.
Il campanile della chiesa di Santa Maria la Stella era stato progettato negli anni Venti del ‘700 dal capo mastro Giuseppe Ferrara (Sebastiano Di Fazio, 2006) affiancato alla facciata (Salvatore Troia, 2016), analogamente a quanto era stato realizzato nella vicina chiesa matrice di San Nicolò tra il 1765 e il 1776 da Francesco Battaglia (Vito Librando, 1963), mentre svolgeva il ruolo di architetto del Senato della città di Caltagirone, a completamento di quanto era stato progettato nel 1721 dal capo mastro Girolamo Palazzotto (S. Di Fazio, 2005) con la facciata ultimata nel 1755, probabilmente da suo fratello Giuseppe, in quel periodo architetto del Senato catanese (Giuseppe Pagnano e Salvatore Maria Calogero, 2021).
Un campanile e un assetto urbanistico originali
Il campanile progettato da Ittar fu separato dalla facciata della chiesa, ponendolo come quinta scenica in una piazza sulla quale, dirimpetto alla facciata della chiesa, furono realizzate delle botteghe (fig. 1) demolite negli anni Sessanta del ‘900 che, in base a quanto scritto da Giuseppe Pagnano, costituivano «un’interessante caratteristica urbana che rendeva confrontabile l’assetto di S. Maria della Stella a quelle di S. Sebastiano a Melilli e di S. Maria Maggiore ad Ispica che presentano lo stesso tema delle logge per la “fiera franca”. È così sparita la piccola ma bella piazza triangolare, in rapporto alla quale era stata pensata la torre campanaria al suo vertice, in asse alla via Umberto e collegata alla via Porta della Terra da una scalinata inquadrata da piloni con vasi decorativi […]. La demolizione ha liberato una grande superficie ma non ha definito uno spazio» (G. Pagnano, 2001).
È probabile che l’assetto urbanistico sia stato ideato dallo stesso Stefano Ittar, autore a Catania della cosiddetta “Esedra” dei padri benedettini (oggi piazza Dante) e della porta del Fortino Nuovo (poi Ferdinandea e oggi Garibaldi) «che include una soluzione viaria a tridente di romana memoria» (Giuseppe Dato e G. Pagnano, 1995). La scelta di separare il campanile dalla facciata della chiesa nelle opere di Stefano Ittar è documentata da un disegno autografo del 1759 in cui si firma «ingegnero romano» (fig. 2). Rispetto a questo disegno, venticinque anni dopo, a Militello decide di allineare le modanature orizzontali ai cornicioni della chiesa, come aveva fatto l’architetto Francesco Battaglia nel campanile della matrice di San Nicolò.
Il documento rinvenuto, pertanto, aggiunge il nome prestigioso dell’architetto di origine polacca (nasce il 15 marzo 1724 a Owrucz, oggi Ucraina, e muore a Malta il 18 gennaio 1790), catanese «per ductionem uxoris» avendo sposato Rosaria Battaglia, figlia di Francesco e di Agata Amato, il 25 agosto 1767, a quello dei sopra citati architetti, ai quali solo recentemente è stata attribuita la paternità dei loro progetti.
Fig. 1 – Chiesa Maria SS. della Stella (cartolina colorata a mano edita dalla DIENA, viaggiata il 24 luglio 1936. Pubblicata in S. Di Fazio e G. Pagnano, Militello in cartolina, Siracusa 2001, p. 51).
Fig. 2 – Stefano Ittar ingegnero romano, progetto per una chiesa, 1759 (disegno conservato al museo Civico Castello Ursino di Catania, pubblicata da G. Dato e G. Pagnano, Stefano Ittar: un architetto polacco a Catania, in “Lèmbasi” I/1995 n. 1, p. 90).