Continua l’appuntamento quotidiano da Trieste con il “Diario del delegato” alla 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia.

Anche venerdì 5 luglio è stata una giornata ricca di appuntamenti, riflessioni interessanti in plenaria (recuperabili, tra l’altro, su Play2000) e incontri significativi. Certo, sarebbe auspicabile trovare il tempo per visitare altre attrazioni della città o il Villaggio delle buone pratiche, soffermandosi tra gli stand. Non è ancora stato possibile a chi scrive, ma nella giornata di sabato, che si prospetta un po’ più rilassata, urge rimediare!

Dalle 7 fino a non prima delle 23 – e spesso oltre – la “dura” vita del delegato ha seguito ritmi forsennati, intervallati solo dai pasti a base di primi alla ricotta, spezzatini e arrosti vari, con la curiosa “usanza” di trovare frutta e strudel già in tavola prima dei primi piatti.

Ma commenti culinari a parte, riavvolgiamo il nastro: nella terza giornata, la maggior parte dei delegati è arrivata al centro congressi in netto anticipo, tanto che la plenaria è cominciata in perfetto orario, in perfetto stile austro-ungarico. Nel frattempo, un giornalista del Sir ha intervistato il sottoscritto e altri giovani delegati per sapere cosa pensassero del fatto che la loro presenza costituisse almeno un terzo della delegazione. Ci auguriamo di leggere presto il responso sui loro canali, che insieme ad Avvenire e Rai Isoradio stanno coprendo brillantemente questa cinquantesima Settimana Sociale.

La riflessione biblica, incentrata sul libro dei Numeri (11, 25-29), è stata presentata dalla professoressa Isabella Guanzini, ordinaria di Teologia fondamentale presso l’Università di Linz: «La fatica diminuisce con la condivisione, lo spirito aumenta con la condivisione», ha detto, riferendosi all’episodio in cui parte dello spirito dato a Mosè dal Signore fu diviso fra settanta anziani che iniziarono a profetizzare. Quando due di loro, rimasti nell’accampamento, continuarono a profetizzare, Mosè rispose a Giosuè che voleva fermarli: «Fossero tutti profeti nel nome del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!»

Successivamente, Mara Gorli (Università Cattolica) ha parlato della grammatica della democrazia: «Il noi è un’entità vivente, e dobbiamo prendercene cura. Se tanto ci vuole a creare un legame, ci vuole pochissimo per scioglierlo. Insieme, tutti, dobbiamo provare a restare nell’umiltà, nella domanda aperta». Filippo Pizzolato, giurista (Università di Padova e Cattolica), ha affrontato il tema della democrazia trasformativa: «La costituzione ci porta al cuore della democrazia: fonda la Repubblica sul lavoro. Va oltre il voto e si fonda sulla convivenza civile, coinvolgendo chi non vota, come i giovani e gli stranieri».

Il lavoro nei gruppi è ripreso, con l’obiettivo di costruire la bussola che la Chiesa italiana dovrà seguire riguardo ai temi sociali, seguendo lo stesso schema di sinodalità del primo giorno. Poi, di nuovo, le Piazze della Democrazia in centro: da Marta Cartabia sulla dignità e la libertà da costruire in carcere, a padre Paolo Benanti (da remoto) sul ruolo della comunicazione e dell’informazione ai tempi dell’intelligenza artificiale. I contenuti saranno presto disponibili integralmente su Play2000.

La cena, ancora una volta allestita nell’enorme tendone presso la Capitaneria di Porto, ha creato un piacevole clima di scampagnata tra amici. Tuttavia, i discorsi affrontati non sono mere chiacchiere da bar: si continua a discutere utilmente di temi sociali, politici e civili.

In serata, Lorena Bianchetti, che la sera precedente aveva condotto il concerto in Piazza Grande, ha presentato un momento di testimonianza con Paul Bhatti, fratello di Shahbaz Bhatti, ministro per gli affari delle minoranze del Pakistan, ucciso il 2 marzo 2011 a Islamabad. Paul Bhatti ha condiviso la sua testimonianza, paragonabile a quella del beato Rosario Livatino, evidenziando il coraggio con cui entrambi hanno dedicato la loro vita a servizio degli emarginati. Paul ha dichiarato: «Non so nemmeno io perché, ma so che questa forza non dipende da me e mi è data dall’alto!»

A seguire, un monologo recitato da Paolo Logli ha narrato la storia di Raoul Follereau, costruttore di pace che dedicò la sua vita alla vicinanza agli ultimi, ai malati, alla periferia del mondo.

La giornata volge al termine, e sabato ci sarà l’ultimo sprint dei lavori. Si avvicina sempre più l’appuntamento di domenica 7 luglio con papa Francesco.

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