di Gessica Scollo

A fare da leitmotiv al Grest Cappuccini 2024 a Casa Betania, in Via Raciti 2, che ha visto coinvolti 35 bambini del quartiere (fra i 6 e i 12 anni), sono state le note e le parole di Pim Pam, una canzone che racconta di come il Signore abbia in serbo un posto speciale per ognuno di noi. Sebbene il percorso per arrivarci sia spesso difficile e irto di ostacoli, come i sentieri montani pieni di sassi, è una strada che merita di essere percorsa.

A guidare i momenti di riflessione – aiutando i bambini a riscoprire il valore delle loro esperienze e a riconoscere il tesoro nascosto in loro – è stato Padre Augusto, coadiuvato da Graziella Biondi e Giovanni Tedeschi (Portofranco/Cappuccini). Tema scelto per quest’anno era proprio “Il Tesoro che c’è in Te”. Ai laboratori creativi, ai giochi di squadra, al divertimento all’aria aperta, e ai momenti di riflessione e preghiera, hanno contribuito una ventina di volontari dell’Associazione Cappuccini/Portofranco, della vicina parrocchia del Sacro Cuore ai Cappuccini e dell’Agesci, che hanno offerto gratuitamente ai bambini la possibilità di partecipare.

Segno tangibile di come esperienze di questo tipo possano cambiare radicalmente il modo di guardare la propria esistenza è la presenza di alcuni ragazzi che dieci anni fa frequentavano il doposcuola in via Raciti.

Becher, Michi e Antonino: da fruitori del doposcuola ad animatori

Becher, 18 anni alle prese con gli esami di maturità, alla domanda cosa si prova ad essere dall’altro lato risponde: «Sono felice di poter restituire il bene che ho ricevuto da bambino come animatore. È nella sfida e nel superamento degli ostacoli che scopriamo il vero valore del nostro cammino. Le persone che incontriamo lungo il percorso sono quelle che rendono speciale ogni traguardo raggiunto». Reduce dalla prova scritta di italiano aggiunge «nel mio tema di maturità ho avuto modo di riflettere su tutte le esperienze e le emozioni che ho provato in questi anni. In passato ero una persona molto impulsiva, ma oggi mi sento più maturo. Il mio obiettivo è iscrivermi all’università e studiare informatica, questo l’ho capito grazie a chi mi ha aiutato in questi anni».

Michi ci racconta un’altra storia.  «Non aver preso il diploma – dice –  è il mio più grande rimpianto. Ai ragazzi più piccoli che frequentano il doposcuola consiglio di studiare. Mi alzo alle 4 del mattino per vendere ortaggi alla fiera. È dura, ma mi piace quello che faccio per questo mi impegno ogni giorno per imparare. Il mio sogno è avviare fra qualche anno la mia attività». L’impegno di Michi traspare chiaramente dai suoi occhi, mentre gli amici lo ascoltano con interesse e lo incoraggiano a non considerare la mancanza del diploma un dispiacere ma come un obiettivo da perseguire nel futuro.

«È stato bello – incalza Antonino – tornare nel luogo dove sono cresciuto, fino a qualche anno fa, uno di quei bimbi di cui ci si prendeva cura anni ero io, ringrazio tutti quelli che mi hanno mostrato fin da subito tutto il bene possibile, non dimenticherò mai questa esperienza». Nel futuro Antonino spera di diventare un cantante, ma farsi scrivere un pezzo per poi produrlo è troppo dispendioso. Così in occasione della festa conclusiva per qualche minuto lo spazio in cui ha dedicato del tempo agli altri si è trasformato per lui in un palcoscenico nel quale cantare per poi pubblicare il video su TikTok con la speranza che qualcuno lo noti.

Uno sguardo che ci fa comprendere il tesoro che è in noi

Le parole di Becher, Michi e Antonino hanno un minimo comune denominatore: la consapevolezza di aver incrociato anni fa lo sguardo di qualcuno che li ha aiutati a comprendere di far parte di qualcosa di più grande. Una consapevolezza che li ha spinti non solo a non abbandonare la compagnia trovata, ma anche a cooperare attivamente, creando un legame profondo e duraturo con chi li ha guidati e continuerà a sostenerli nel loro percorso restituendo il bene ricevuto, dedicandosi con generosità ad aiutare gli altri, specialmente i più piccoli come Simone, il quale esprime il desiderio che questo Grest e l’esperienza di stare insieme siano qualcosa di duraturo nel tempo: «vorrei che fosse per sempre».

«Dio non è lontano dal mondo, non è lontano dal quartiere» ricorda ai bambini Padre Augusto ed è nell’amicizia, nell’amore verso il prossimo che si fa presente.

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