Tutte le poesie sono atti d’amore, e di fede. Parole di Raymond Carver che riecheggiano ancora oggi e provano a suggerirci qualcosa di vero intorno alla natura di quel misterioso fenomeno umanocheè l’arte della parola chiamata poesia. Parole che accadono e inquietano perché non lasciano in pace, ma spostano. Costringono ad un cambiamento, ad una conversione dello sguardo. Come quelle che incontriamo nella recente pubblicazione poetica di Daniele Mencarelli intitolata“Degli amanti non degli eroi” (Mondadori, 2024).

Un ritorno ai versi,vocazione mai trascurata dallo scrittore di Ariccia perché di poesia sono innervati magistralmente anchei romanzi che lo hanno reso noto negli ultimi anni.
Ritorno alla poesia che genera in questa occasione un’opera del tutto singolare custode di due poemetti – “Storia d’amore” e “Lux Hotel” – quasi agli antipodi tra loro per la forma ma visceralmente fraterni per il sangue che liattraversa.

Il primo intitolato “Storia d’amore”è larivisitazione della raccolta di poesie già apparsa nel 2015 per le edizioni LietoColle. Poesie inquiete che percorrono i primi anni Novanta di una periferia metropolitanache è al tempo stesso l’habitat dove riecheggiala voce semplice e a tratti disarmante di un sedicenne di nome Gabriele. Storia d’amore appunto o degli amanti. È il racconto d’amore di un ragazzo come tanti attraverso una poesia “di tanti, di nessuno”. Una “storia in versi, semplice, adolescente, messa in scena per raccontare l’amore nella sua dismisura”. Un viaggio che dalla smarrita via delle periferie esistenziali di sempre sfatte di alcool e droga trova all’improvviso vita nova in un incontro, quello con un volto ben preciso. Il volto di Anna. Segno di un amore più grande, di un Tu che abbraccia la domanda di senso e si fa strada concreta che salva. Viaggio che da vagabondaggio diviene pellegrinaggio, preghiera in movimento.Inseguendo senza tregua la bussola del desiderio, uno dietro l’altrosi rincorrono i passi di ogni brano poetico lungo un percorso esistenziale che muove sempredalla domanda di senso, fuoco vivo di ogni autentica esperienza d’amore.
Nessun uomo riesce a consegnare nelle mani del nulla ciò che ama veramente senza soffrirne, senza sentire il desiderio che quella vita finita su questa terra continui su altre rive”, afferma il poeta nella nota.
Emblematici in questo senso i versi: Guardarti è domandare / arriverò un giorno non lontano / al significato del tuo corpo / cosa ci faccia davvero al mondo / perché la nuda bellezza che sei / metta il cuore sempre in viaggio / verso un dove senza nome.
Dante docet, ancora oggi fortunatamente è in buona compagnia.A pensarci bene i versi di “Storia d’amore” danno voce alla perenne esigenzadell’uomo che dalle periferie esistenziali dell’inferno in cui può ridursi una vita inghiottita dall’esperienza quotidiana del nulla che rischia di togliere persino il respiro, attraverso una staffetta d’incontri viene condotto passo dopo passo alla salvezza. Il dramma della libertà, itinerario vertiginoso e beato.   

Del tutto inedito il secondo poemetto intitolato “Lux Hotel” che con l’incedere narrativo tipico del poetare di Mencarelli visita con i versi una notte che sembra l’ultima del mondoall’interno di un hotel a cinque stelleche «profuma da secoli di nuovo». Così mescolando coi versi – adesso non a caso frammentati – il mazzo delle carte da poker, ci ritroviamo immersi in una partita raccontata dal portiere dell’albergo che svelala misteriosa identità deitre salvatori del Paese, tre eroi nazionali dai nomi che anche l’inferno conosce […] Nettuno, Marte, Mercurio.
Partita a poker che diviene ben presto il pretesto per l’emergere inesorabile di rancori e invidie tra gli eroi. Fino a degenerare in una violenza che si fa scontro inevitabile richiamandouna certa critica poeticacontro il Potere del Pasolini poeta corsaro. Ci troviamo così al cospetto di uno scenario che, come dichiara lo stesso autore nella nota al poemetto “prova a smascherare, ridicolizzare, il tema dell’eroismo nella sua accezione tipicamente maschile, guerresca. La Storia, passata e presente, pullula di eroi celebrati da popoli interi e odiati da altri perché considerati massacratori senza pietà. Disinnescare nei cuori degli uomini il bisogno di questa forma di eroismo da imitare, se non elevare a vero e proprio culto, è uno dei passi fondamentali per avviarsi a una nuova era di umanesimo. Invece, piccoli o grandi, narrati o dimenticati, pullulano i fronti di guerra da cui la pace è fuggita da decenni, luoghi dove si continua ad allevare questo mito: l’eroe senza macchia e senza paura, che si abbatte come un dio invincibile”.

Considerazione che in tempi come i nostriri suona attuale perché non è appena la sola denuncia verso il Potere fine a sé stesso, ma tenta coraggiosamente, con la potenza disarmante dei versi, di compiere un passo oltre.Un passo che rende la creazione poetica strumento, servizio e gesto di resistenza che intende lasciare il segno – diremmo oggi poesia d’impegno – indicando senza sconti un solco fertile su cui seminare ancora.
Lo stesso Mencarelli a chiusura di nota indica senza tentennamenti la strada da percorrere, l’impegno da sostenere: “la speranza, meravigliosamente utopistica, è che si arrivi a un mondo dove a essere festeggiato è l’eroismo del perdono, della compassione, del coraggio che soccorre”.

Un solco scavato tra i versi di “Storia d’amore”, fertile terreno di incontro con un Tu che si fa abbraccio. Fino al riconoscimento che salva:

Amare Chi ti ha fatto viva
è la tua bellezza che lo vuole
se adorata nella sua cifra smisurata.

Un’alternativa da giocarsi sempre nel presente, come ci ricorda il poeta senza mezze misure: al servizio dell’Amore o del Potere. Degli amanti. Non degli eroi.

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